Il Trionfo di Sant’Agata in un libro con gli affreschi del Corradini

Presentato al Museo Diocesano di Catania ““Il restauro degli affreschi di Giovan Battista Corradini nel presbiterio della Cattedrale di Catania. Una testimonianza pre-terremoto 1693”.

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Anche un libro per Sant’Agata che racconta iconograficamente il suo divino trionfo a chiusura delle manifestazioni agatine. È quello che è stato presentato nella sala pinacoteca del museo diocesano, dal titolo “Il restauro degli affreschi di Giovan Battista Corradini nel presbiterio della Cattedrale di Catania. Una testimonianza pre-terremoto 1693”. Il volume (136 pp. Tera Print, Edizione Regione Siciliana, Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana), a cura di Luisa Paladino, dirigente della sezione per i beni storico-artistici di Catania, racconta il restauro degli affreschi del pittore romano Giovan Battista Corradini nel presbiterio della cattedrale catanese, affreschi risalenti al diciassettesimo secolo.

La presentazione del testo è avvenuta alla presenza del vescovo di Catania, Monsignor Gristina.

“Il restauro dei dipinti del Corradini ha consentito ai fedeli catanesi di rinnovare l’interesse per l’iconografia di Sant’Agata”- spiega la soprintendente ai beni culturali di Catania, Fulvia Caffo.

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Tali affreschi, infatti, realizzati nel 1628 su committenza di Innocenzo Massimo, vescovo di Catania nel 1624, rappresentano l’incoronazione della Santa patrona di Catania, e, non a caso, l’incontro, realizzato da Maria Teresa Di Blasi (funzionario della soprintendenza di Catania), chiude le manifestazioni agatine nel giorno che precede l’ottava di Sant’Agata.

“Il trionfo di Agata è stato riconsegnato alla città etnea”- dice la direttrice dei lavori Luisa Paladino, che continua – Il restauro conservativo del ciclo di affreschi, sopravvissuto al terremoto del 1693, si sviluppa per 580 metri quadri nel presbiterio e nell’abside, ed è incentrato sulla rappresentazione nel catino absidale dell’incoronazione della patrona di Catania. Il restauro restituisce le cromie originarie risalenti all’esecuzione nel 1628 da parte del  Corradini”.

“Il libro, che rappresenta al meglio lo slancio creativo della fede nell’arte- spiega don Carmelo Signorello, direttore dell’ufficio diocesano- evidenzia il ruolo dell’arte iconica nella nostra cattedrale, che, a livello iconografico presentava, già in epoca romana, il trionfo del divino, della vergine e della Trinità. E questo, fino all’avvento del barocco catanese”.

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Gli fa eco Claudia Guastella- ordinario di storia dell’arte- che spiega:-“Il lavoro svolto da Luisa Paladino è un’indagine sul Corradini, artista che riesce ad imporre la sua arte a Catania sopratutto grazie al contatto ravvicinato del pittore stesso con il vescovo catanese Innocenzo Massimo. Il passo più interessante del volume- continua la studiosa- è quello in cui l’autrice spiega la presentazione, da parte del pittore, del bozzetto dell’opera, ovvero l’abside del duomo e la sua configurazione stessa. L’autrice -conclude la Guastella non si ferma all’abside, ma dà spazio anche al presbiterio della cattedrale, luogo dove vescovi e sovrani venivano a quei tempi sepolti, dunque, descrive le tombe del potere regio. E questo-conclude lo storico dell’arte- è un ottimo punto di partenza per conoscere meglio la nostra cattedrale”.

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