IL 18 FEBBRAIO “TUTTO QUELL’AMORE DISPERSO” ALLA LIBRERIA MONDADORI DI CATANIA

Conversazione con l’autore Luca Raimondi, lo scrittore Salvo Cavallaro e il regista, produttore e sceneggiatore Alessandro Marinaro. 

Mercoledi 18 febbraio alle ore 18,30, verrà presentato a Catania, presso la libreria Mondadori (ex cinema Diana), in via Umberto 13 il romanzo “Tutto quell’amore disperso” di Luca Raimondi. Converseranno con l’autore l’avvocato-scrittore Salvo Cavallaro, la cui ultima raccolta di racconti si chiama “Date da mangiare ai pesci” (Carthago), e il regista, produttore e sceneggiatore Alessandro Marinaro. Quest’ultimo, dopo tanti cortometraggi, documentari e videoclip, ha recentemente scritto e prodotto il film “Mauro c’ha da fare” diretto da Alessandro Di Robilant e si è anche tolto la soddisfazione di vincere il primo premio all’ Italian Contemporary Film Festival di Toronto con il suo ultimo mediometraggio, “Buongiorno sig. Bellavista”.

Ultimamente ha cominciato anche a dar voce alla sua vena letteraria e un suo racconto ha vinto il premio “Racconti nelle rete” ed è stato incluso nell’omonima antologia pubblicata da Nottetempo. Con lui Luca Raimondi rievocherà le sue esperienze nell’ambito video-cinematografico, confluite in un paio di capitoli di quest’ultimo romanzo.
Come il suo alter-ego Carlo Piras, fu proprio all’Università di Catania, sul finire degli anni ’90, che Raimondi fece il suo primo tentativo di produrre un film, mai portato a termine: la sceneggiatura di quel film interrotto è riprodotta quasi fedelmente, in un vertiginoso gioco di specchi tra le varie vicende del libro, quelle di Carlo Piras e la loro trasposizione artistica. Dal materiale girato fu tratto uno dei primi corti, dal titolo “Anche gli insetti sognano”, proiettato in diverse occasioni pubbliche.

Infarcito di innumerevoli citazioni musicali relative agli anni ’90, “Tutto quell’amore disperso” è il lungo autodafé in prima persona di un personaggio che si dibatte tra ragione e sentimento per costruire la propria identità e scoprire la propria capacità di amare; ma è anche il ritratto di una generazione di aspiranti filosofi, ragazze complicate, professori crudeli, gruppi rock falliti, compagnie teatrali dilettantesche, cinefili impegnati in cortometraggi pretenziosi, gruppi di studio male assortiti, attivisti di estrema sinistra. 

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