Guido Angelozzi: “In serie B bisogna avere cuore e forza di lottare”

Guido Angelozzi, direttore sportivo dello Spezia Calcio, ai microfoni di Globus Radio Station ci ha detto il suo pensiero sulla partita di sabato e molto altro ancora. 

Alla vigilia della sfida di calcio tra la squadra bianconera e i rossazzurri, allo stadio Alberto Picco di La Spezia, la redazione sportiva di Globus Magazine ha contattato in esclusiva il diesse spezzino Guido Angelozzi.
Il Direttore Sportivo, originario di Catania, è stato contattato telefonicamente durante la trasmissione radio-televisiva di Globus Radio StationCalcionate – Commenti in casa Rossoazzurra, condotta in web-streaming da Antonio Rapisarda. Ospiti della puntata: il mister Renato Marletta e l’avvocato Carmelo Marzà, fiduciario AIC

Ecco cosa ci ha detto Angelozzi del match di sabato prossimo tra il suo Spezia contro gli etnei …e non solo:

Quali sono le ambizioni della compagine spezzina quest’anno?

“Sicuramente migliorare l’ottavo posto della precedente stagione, quest’anno abbiamo migliorato parecchio il parco giocatori puntando sui giovani. L’anno scorso la proprietà ha speso tanto, ma quest’anno i vertici societari hanno cambiato politica al fine di costruire qualcosa in prospettiva”.

Ci da un parere sul valore della serie B 2014/15?

“La serie B è difficile, il livello è sempre uguale non cambia nulla rispetto alle precedenti stagioni, perche in cadetteria bisogna avere cuore e forza. In ogni partita può accadere di tutto, non ci sono i valori che, magari, possiamo trovare in serie A, dove il singolo ti risolve la partita con una giocata, in serie cadetta ci sono squadre battagliere. Alle prime giornate, la categoria può sembrare di basso livello, ma ciò trae in inganno, perché in realtà gioca alla stessa maniera degli anni passati. Ma alla fine il campionato viene deciso, nei mesi di aprile/maggio, perché la squadra è più compatta all’interno dello spogliatoio, dimostrando la condizione migliore, conquistando, così, la promozione in massima serie”.

Il Catania può intervenire sul mercato degli svincolati al momento?

Certo che può intervenire, se ci sono giocatori che non hanno un contratto, sicuramente possono essere tesserati.  Ovviamente è una questione di liste A o B. Se il Catania volesse acquisire le prestazioni di un calciatore svincolato, a causa di infortunio di un elemento della sua rosa, dovrebbe prima liberare un posto, se ha le liste complete. Se non ricordo male, per i portieri non c’è problema di acquisto, per quanto riguarda gli altri ruoli vi è solo una possibilità di acquisizione”.

Un giudizio tecnico sull’approccio del Catania al campionato cadetto

“Io ho vissuto una situazione simile quando sono retrocesso, 4 anni fa, con il Bari. Ripartire il primo anno dalla serie B è stato difficilissimo. Fare cambiare la mentalità ai calciatori, che vengono dalla serie A, non è semplice. Perché gli stessi giocatori, pensano che dopo aver giocato in massima serie, giocare in B è più semplice, ma questo è un errore. Ad aggravare il tutto ci sono tanti gli infortunati. Perché questo complica, ancora di più, l’operato del nuovo allenatore, che sicuramente ha difficoltà nello schierare una formazione competitiva. E’ dura, ci vuole solo un po’ di pazienza, ma sono convinto che il Catania ne uscirà fuori, l’allenatore conosce il lavoro per far bene in serie B, conosce la categoria. Secondo me non si deve perdere la testa e cercare di capire dove bisogna migliorare, al fine di inculcare ai giocatori di osservare un comportamento consono, perché francamente la scena di Leto di domenica scorsa non è stata molto bella, purtroppo queste sono cose che non aiutano a costruire il gruppo”.

La colpa di tutti questi infortunati, se di colpa si parla, può essere attribuita al preparatore atletico Ventrone?

Sento dire che ci sono perplessità sull’operato di Ventrone, ebbene io lo conosco personalmente, per me è un grande professionista, una persona molto preparata, forse, troppo all’avanguardia, uno che ha lavorato tantissimi anni per il Napoli, Juventus, Siena e ultimamente, aveva lavorato a Bari con l’attuale allenatore della nazionale italiana, Antonio Conte, stravincendo il campionato cadetto, specialmente nel girone di ritorno, è un professionista importante per il Catania. Due anni fa lo pregai di venire a Bari, ma rifiutò. Perché aveva accettato di lavorare in Francia con Ajaccio, allenato da Ravanelli. Se parli a Bari di Ventrone, dove ha lavorato per circa un anno, ti racconteranno che ha fatto delle cose strabilianti, per cui, bisogna viverla la situazione in casa etnea per dare un giudizio”.

Cosa ci dice, invece, dell’Amministratore Delegato Pablo Cosentino?

Io lo conosco come procuratore, per cui non posso dare un giudizio da dirigente. Se il presidente Pulvirenti lo ha scelto, evidentemente crede nella persona di Cosentino. Per cui dico, negli ultimi anni il Catania non ha mai fatto 8 anni consecutivi in massima serie, purtroppo, può capitare un’annata storta come è accaduta al Palermo, Milan, Atalanta, Udinese e tante altre squadre, l’importante è che lo spogliatoio sia compatto e, ci sta di risalire di nuovo in A. Io sono convinto che la squadra etnea riuscirà a raggiungere la promozione, perché ha le potenzialità come società e come città, ha una tifoseria importante, che poche squadre possono permettersi. Mi ricordo che, anche il Palermo, lo scorso anno, ebbe delle difficoltà, e poi vinse il campionato. C’è tutto il tempo possibile e immaginabile per venirne fuori e, se riescono a recuperare tutti i giocatori che hanno, come Rolin, Rinaudo e Spolli, per esempio, sarà ancora più semplice. In questo momento bisogna avere da parte di tutti  dalla città alla tifoseria compresa, molta pazienza”.

Direttore quando ti vedremo a Catania e magari nel team del Calcio Catania?

“Nella vita non si sa mai, io mi auguro che prima di smettere possa tornare a Catania, mi piacerebbe molto rientrare nella mia città e nella società dove sono cresciuto prima come calciatore e poi come dirigente, con i vari Massimino e Gaucci”.

(www.globusmagazine.it/radio)

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