Grazie Gigi Proietti per l’allegria che hai donato!

La scomparsa di Gigi Proietti nel giorno del suo 80° compleanno rappresenta un grave lutto per il mondo dello spettacolo che è già toccato dalle difficili vicende dovute al Covid-19

Gigi Proietti

L’istrionico Gigi Proietti ci ha lasciato. L’attore romano, tra i più amati dal pubblico, esce di scena nel giorno del suo 80° compleanno, singolare segno del destino, lo possiamo dire, come lo fu per William Shakespeare, quasi fosse un «coup de théâtre» predisposto per un protagonista di primissimo piano, quale egli era veramente.

E quando va via un mattatore, una gran bella presenza per il mondo dello spettacolo e del teatro, come lo era Proietti, è inevitabile che ci si senta un po’ orfani e si avverta un senso di vuoto perché pensi nell’immediato che ti mancherà, ti mancherà qualcosa… e ti mancherà di certo quella parte bella di sana goliardia che Gigi è riuscito a trasmettere e regalare a tutti… e ci mancherà a tutti perché, se pur romano, era “patrimonio di tutti”.

Proietti-La ToscaLuigi Proietti nasce a Roma, 80 anni fa, e grazie alla sua versatile genialità non si fece mancare nulla: attore, cantante, comico, cabarettista, doppiatore, insegnante teatrale, conduttore televisivo, regista e direttore artistico.

Il suo grande amore sarà il teatro anche se lo “scopre” strada facendo infatti, sin da bambino, è appassionato di musica: suona chitarra, pianoforte, contrabbasso, fisarmonica, iniziando ad esibirsi come cantante nei bar all’aperto, alle feste studentesche e nei night-club più celebri della capitale. Come dichiarerà in un’intervista, da giovane Proietti non era inizialmente interessato al mondo del teatro: «Assolutamente no! A teatro non c’ero mai stato e poi non ero figlio di attori». L’incantesimo scatta quando, studente in legge, si iscrive al Centro Teatro Ateneo dove fu allievo di personaggi di grande valore artistico come Arnoldo Foà, Giulietta Masina e Giancarlo Sbragia. Arriva il momento in cui decide di lasciare definitivamente la Facoltà di Giurisprudenza e inizia a frequentare il Corso di mimica tenuto da Giancarlo Cobelli che, notate le sue spiccate qualità musicali, lo scrittura per un suo spettacolo d’avanguardia del 1963, «Can Can degli italiani».

Probabilmente questa singolarità di approccio al mestiere lo ha reso unico nella sua multiforme versatilità che gli consentì di passare con disinvoltura dalle barzellette ai classici del teatro e a Shakespeare. Proietti era un talento puro e poliedrico come i suoi personaggi, come lo fu Leopoldo Fregoli, il trasformista, a cui veniva paragonato e che nel 1981 interpretò in uno sceneggiato televisivo o come quando, con irresistibile esuberanza, si esprime nel suo famosissimo «A me gli occhi, please», one-man-show del 1976, che verrà riportato in scena nel 1993, 1996 e 2000. In questa tipologia di spettacoli, Proietti, ottenendo un travolgente successo di pubblico, ha modo di scatenare le sue capacità attoriali di cantante, ballerino,  imitatore e monologhista.

Febbre_da_cavallo_(1976)

È nel 1970 che inizia la scalata al successo quando viene chiamato a sostituire Domenico Modugno per la parte di Ademar nella commedia musicale di Garinei e Giovannini «Alleluja Brava Gente».  Poi arriverà anche il momento del cinema e la grande consacrazione nel 1976 con «Febbre da cavallo» di Steno (che diverrà un cult-movie), dove Proietti interpreta Bruno Fioretti detto Mandrake, per via delle sue «innate doti trasformistiche»; fu un tale crescendo di valore nel tempo tanto che nel 2002 ne venne girato un sequel, «Febbre da cavallo – La mandrakata», diretto da Carlo Vanzina, riproponendo sempre nei rispettivi ruoli Proietti e Montesano (coprotagonista anche in precedenza col personaggio Armando Pellicci, detto er Pomata).

GIGI PROIETTI: I SUOI PRIMI 70 ANNI, GLI INIZI / SPECIALE

La sua strabiliante carriera si completa oltre che con la radio («Gran varietà» negli anni dal 73 al 76) anche con tanta televisione di cui ricordiamo, tra le molte cose, «Sabato sera dalle nove alle dieci», «Fatti e fattacci», «Fantastico 4», «Io a modo mio», «Club ’92», come anche l’attività da regista che si esprime in una delle prime sitcom italiane, «Villa Arzilla» (1990), articolata sulle vicende di un gruppo di anziani, pensionanti in una casa di riposo, a cui riconosciamo il merito di aver riunito alcuni grandi attori e attrici del passato come Caterina Boratto, Ernesto Calindri, Giustino Durano, Fiorenzo Fiorentini e Marisa Merlini mentre lui appare, come giardiniere della villa, in brevi camei fino a toccare importanti record di ascolti (16 milioni) per la serie televisiva «Il maresciallo Rocca» (dal 1996 al 2005) nella quale l’attore romano interpreta il ruolo di Giovanni Rocca, Maresciallo Comandante della stazione dei Carabinieri di Viterbo.

Maresciallo_Rocca

Quindi accenniamo anche al doppiaggio dove inizia nel 1964 prestando la voce ai cartoon della Warner Bros, con Gatto Silvestro, come anche lo spumeggiante doppiaggio del Genio della lampada nel film Aladdin (1992), della Walt Disney Pictures, e di celebri divi del grande schermo quali Richard Burton, Marlon Brando, Robert De Niro, Richard Harris, Charlton Heston, Dustin Hoffman, Michel Piccoli, George Segal e Sylvester Stallone di cui il più celebre resta forse quello del primo Rocky, del 1976, dove doppiò un esordiente Sylvester Stallone di cui, ancora oggi, ricordiamo il toccante grido finale “Adrianaaaaaa!”.

Gigi_ProiettiUna splendida ed infinita carriera di un uomo ricco di umanità e anche generoso maestro e scopritore di giovani talenti quando nel 1978, insieme a Sandro Merli, assume la direzione artistica del Teatro Brancaccio di Roma creando un suo “Laboratorio di Esercitazioni Sceniche”. Credeva tanto in questo progetto e nei giovani che, come rivelerà anche Gianni Minà, in quel periodo Proietti mantenne la scuola da solo, con l’aiuto di Mario Bussolino, prima che arrivassero i contributi regionali.

I fatti poi gli hanno dato ragione perché questo progetto segnerà l’esordio di tanti futuri e apprezzati volti del mondo dello spettacolo come Sveva Altieri, Enrico Brignano, Gabriele Cirilli, Paola Tiziana Cruciani, Flavio Insinna, Rodolfo Laganà, Chiara Noschese, Francesca Reggiani, Nadia Rinaldi, Giorgio Tirabassi e Massimo Wertmüller.

E non a caso decide nel 2003 di dare vita a un sogno, all’interno dei giardini di Villa Borghese, ovvero al “Globe Theatre Shakespeariano” per condurre la più ampia fascia possibile di pubblico alle opere poetiche e teatrali del Bardo.

Tra i premi e i riconoscimenti oltre al Premio Hystrio Europa (1992), al Leggìo d’oro alla carriera (2006), ai tre Nastri d’argento fra cui “Al migliore attore protagonista per Febbre da cavallo – La mandrakata” (2003) e il Nastro d’argento alla carriera (2018), ricordiamo le onorificenze di “Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana” (1991) e di “Grande Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana” (2003), i più alti ordini della Repubblica Italiana.

-Gigi Proietti-

Gigi Proietti (Roma, 2 novembre 1940 – Roma, 2 novembre 2020): nel suo cuore c’era Roma e nella sua Arte il mondo intero.

E ci piace chiudere con un sorriso che, in qualche modo, può giungere da lassù immaginando come:

Dio dice a Pietro: Ahò! Corre ad aprì er portone! C’è Gigi!

e Pietro: Gigi chi?

Dio: Come Gigi chi?! Gigi Proietti!

Pietro: Davero? Gigi! E tu oggi che ce faje qui?

e Gigi: E che ve devo di’… se vede che doveva annà così! Mo’ che so’ qui faremo ‘na gran festa e tanto pe’ comincià ve devo di’… “A me gli occhi, please!”

E tutti in piedi in una interminabile ed infinita standing ovation di scroscianti applausi!!!

(foto da Wikipedia)

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