Funivia dell’Etna: Etna Sud, quali prospettive?

«L’intransigenza blocca lo sviluppo turistico sull’Etna»

Russo in conferenza

Una conferenza, ricca e interessante, in cui sono state snocciolate alla stampa tutte le informazioni necessarie per comprendere anni di “carteggio” e di diffuse polemiche  tra Funivia dell’Etna e Comune di Nicolosi.

Il dott. Francesco Russo Vinci, amministratore unico di Funivia dell’Etna, nel corso della conferenza stampa svoltasi nella sede amministrativa della società, ha denunciato la situazione di stallo su investimenti ed espropri sul versante Sud dell’Etna. «Un freno quello posto dal Comune di Nicolosi a Funivia dell’Etna che rallenta, e non di poco, lo sviluppo turistico ed economico sull’Etna», dichiara.

da sinistra D'Alessandro, Di Franco, Russo Vinci, Lo GrassoAlla conferenza stampa è intervenuto il vertice della società: l’avvocato, Nicola D’Alessandro, Salvo Di Franco, direttore degli impianti, Simone Lo Grasso, direttore delle infrastrutture. L’amministratore unico di Funivia dell’Etna ha centrato il suo intervento sul «rifiuto del Comune di Nicolosi in merito alla proposta dell’azienda di stipulare una concessione che garantisse sul lungo periodo la gestione delle strutture», sugli investimenti realizzati e ancora da realizzare e, come ricordato, sulla situazione degli espropri dei terreni sul versante Sud dell’Etna.

Una storia che ha radici nel 1997, anno in cui il Comune di Nicolosi affidava alla Funivia dell’Etna S.p.A. la gestione degli impianti comunali.  Ad oggi, secondo i dati presentati da Funivia dell’Etna, le particelle su cui insistono gli impianti appartengono in piccola parte al Comune e per la fetta più consistente ai privati. Funivia dell’Etna nell’ottobre nel 2015 formulava due proposte (dopo aver ricevuto un secco “no” ad una proposta del 2011). La prima: l’affidamento per 29 anni con a carico della società l’esproprio dei terreni dei terzi al fine di eliminare la promiscuità; possibilità di apportare modifiche funzionali e/o tipologiche di percorso per eliminare gli errori costruttivi degli impianti non funzionanti.

 conferenzaLa seconda: l’affidamento per 15 anni con a carico della società la possibilità di apportare modifiche funzionali e/o tipologiche di percorso per eliminare gli errori costruttivi degli impianti non funzionanti; le procedure espropriative restano a carico dell’Amministrazione. «Tutte le proposte avanzate dal 2011 ad oggi – prosegue Russo – sono state rigettate dall’Amministrazione Borzì, proponendo quale soluzione congrua quella di un affidamento al massimo di 6 anni. Soluzione, quest’ultima, che la società ritiene di non poter accettare perché non supportata da un piano economico finanziario idoneo a giustificarne la durata, se è vero che gli investimenti onerosi sono privati e senza assicurazione alcuna, visto che nessuna compagnia assicura su un vulcano attivo».

In ogni caso, Funivia dell’Etna si dice pronta a continuare a fare investimenti «come ha fatto per ben cinque volte,  ricostruendo la funivia dopo i fenomeni eruttivi» e chiede un confronto costruttivo con l’amministrazione comunale nell’interesse della collettività.

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