I Fratelli Napoli danno vita a Riccardo III

I Fratelli Napoli danno vita a Riccardo III e lanciano un appello: i pupi cercano casa…

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Per la rassegna “Oggi Vi Vogghiu Cuntari…”, promossa dall’Associazione Culturale Gammazita ed inserita in “Estate in Città”, ciclo di eventi organizzato dal Comune di Catania per l’estate 2016 è andata in scena la marionettistica secolare dei F.lli Napoli, pupari per tradizione, che purtroppo sono, nuovamente, in difficoltà alla ricerca di una stabile dimora per i loro amati pupi, con la tragedia di Riccardo III di William Shakespeare.

Il gobbo Riccardo, uomo feroce, ambisce a salire al trono e per ottenere ciò è disposto a tutto e non esita a uccidere. Per fermare la crudeltà di Riccardo, il duca di Buckingham  si schiererà con il conte Richmond e lo attaccherà. Il destino di Buckingham è la morte ma anche per Riccardo non ci sarà salvezza e morirà nella battaglia di Bosworth. Riccardo si ritroverà solo in mezzo al campo di battaglia, e urlerà sconsolato il famosissimo verso: Un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo!. Riccardo verrà sconfitto in seguito ad un combattimento con Richmond, che lo ucciderà con la spada. Riccardo III ha la stessa malignità, la stessa valenza psicologica e drammatica che Gano di Magonza, svolgeva all’Opera dei Pupi e come in quest’ultima, metafora di un ordine più giusto. Shakespeare, come affermano I Napoli, ha gli stessi codici dell’Opera dei pupi, quindi “pupabile”.

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Pupi (dal latino “pupus” che significa bambino). Netta distinzione tra il burattino, la marionetta, il pupo. Il burattino è animato dal basso, direttamente da pollice, indice, medio della mano o da asticelle. La marionetta è animata dall’alto per mezzo di fili. Il pupo è animato anch’esso dall’alto, ma per muoversi ha delle aste di metallo. Quindi i pupi non sono marionette; un’assonanza con Pirandello nel “Berretto a Sonagli” che siamo tutti pupi è inevitabile:” Pupi siamo, caro signor Fifì! Lo spirito divino entra in noi e si fa pupo. Pupo io, pupo lei, pupi tutti… Perché ogni pupo, signora mia, vuole portato il suo rispetto, non tanto per quello che dentro di sé si crede, quanto per la parte che deve rappresentare fuori… A quattr’occhi, non è contento nessuno della sua parte: ognuno, ponendosi davanti il proprio pupo, gli tirerebbe magari uno sputo in faccia. Ma dagli altri, no; dagli altri lo vuole rispettato.’

Le movenze del pupo sono scandite da un ritmo preciso dai piedi e dalle mani dei “manianti”, a guardarli sembra di assistere proprio ad un “balletto”. I “manianti” come ha spiegato, a fine spettacolo, uno dei Fratelli Napoli  in scena sono di due tipi i “manianti da ritta” che si muovono da destra e sono i pupi buoni e i “manianti da manca” che muovono da sinistra i pupi e sono i cattivi.

I “parraturi” e le “parrattrici” che danno vita con la recitazione ai pupi con un sincronismo perfetto “incantano” e meravigliano. Uno spettacolo fantastico, che raccontato attraverso i pupi ha il sapore di una “favola” antica.

Nel 2008 l’UNESCO ha iscritto l’Opera dei Pupi tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità, dopo averla originariamente proclamata nel 2001. È stato il primo Patrimonio italiano a esser inserito in tale lista.

I Fratelli Napoli hanno attraversato molte traversie nel passato per mantenere viva l’Opera dei Pupi, scelte difficili in tempi di crisi economica ed hanno sempre optato per salvare i Pupi piuttosto che venderli.

I Napoli sono, nuovamente, in grande difficoltà. Dopo la dolorosa perdita del Teatro Stabile delle Ciminiere, sono stati, generosamente, accolti dalla direzione del “Centro Commerciale Le Porte di Catania”, la quale ha messo a disposizione degli spazi per accogliere i pupi storici.

I Fratelli Napoli lanciano, nuovamente, un appello alle istituzioni per avere un posto stabile dove potersi esibire. Quindi, i Pupi cercano casa…

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