L’alga polare, Fragilariopsis cylindrus, è conosciuta come la diatomea che abita l’oceano antartico grazie alla sua “doppia personalità”: si adatta al clima glaciale riuscendo ad usare parti diverse del DNA.
Le diatomee sono delle “opere d’arte”, bellissime ed il nostro mare è ricco di affascinanti e misteriosi esseri marini o piante come: diatomee, peridinee, protozoi, muffe, bacilli, radiolari…
Secondo lo studio del trasformismo, fatto da alcuni ricercatori della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, si è arrivato a comprendere come l’alga polare è riuscita a non soffrire il freddo.
L’alga è stata paragonata al dottor Jekyll e mister Hyde, i protagonisti del romanzo di Louis Stevenson, perché è stato studiato che in questa alga convivono due “personalità diverse”; essa ha la capacità di mutare e adattarsi in base all’ambiente in cui si trova.
L’Antartide, dove vivono queste alghe polari, ha una temperatura che va al di sotto dello zero e molte piante non riescono a sopravvivere; ecco perché esistono forme marine insolite rispetto agli altri mari.
Il “trasformismo” dell’alga polare è stato accurato grazie ad uno studio che ha messo a confronto il DNA della diatomea con una sua “parente”, la Pseudo-nitzschia multistriata. L’alga messa a paragone, abita nei mari di un clima temperato e si trova specialmente nel Golfo di Napoli.
Si è venuto a sapere che l’alga polare, Fragilariopsis cylindrus, è diventata cibo per gli esseri marini che occupano il mare, come: krill, pinguini, foche e balene.
La natura è soggetta a studi così precisi che ci sbalordisce per le novità sempre continuee che veniamo a scoprire.
Gli studi riescono a darci delle conoscenze, da molti ignorate, che dovremmo apprezzare e magari anche diffondere.
L’alga non soffre il freddo: “beata lei”… mentre noi esseri umani, proprio in questo periodo, di gennaio, non avendo questa “doppia personalità” siamo completamenti “congelati” .