Edoardo Gallo presenta il suo nuovo libro “Tra la guancia e il collo”: poesie tutte da interpretare secondo il nostro stato d’animo

Vincente risulta la poesia se scritta con passione e con tanto pubblico che apprezza. È sempre difficile interpretare i sentimenti; pagine e pagine sono state scritte in tutti questi secoli ed ancora nessuno ha saputo dare una definizione esaustiva di cosa è l’amore, di come si esplicano appieno i sentimenti in poesia e in prosa, una mancanza che a volta viene attenuata da poeti e scrittori che, con la  loro esperienza, talento e inventiva, hanno scritto dei versi e dei libri dove si esplicano in maniera tale che la verità e il talento sono oggetto di plauso.

Oggi per il GLOBUS magazine intervistiamo il poeta Edoardo Gallo nato a Vicenza famoso per le sue liriche dolci, suadenti e che hanno l’abilità di far pensare e di emozionare.

Edoardo come si intitolano i tuoi quattro libri?

“Ho iniziato a pubblicare nel 2013  in forma collettiva e nel 2017 ho pubblicato il mio primo libro personale Giorno Zero. Successivamente nel 2018 ho pubblicato E’ Solo Poesia, nel 2020  La Verità è un Bambino dagli Occhi Grandi e ora, ad inizio di novembre, Tra la Guancia e il Collo. Tutte le mie sillogi sono state pubblicate dalla casa editrice Libero di Scrivere di Genova curata dall’amico Antonello Nicola Cassan”.

Come ti definiresti?

Un poeta umanista universalista fragilista. Mi spiego meglio:  sono vicino alla prospettiva Umanista Universalista che guarda con decisione al Nuovo Umanesimo. Altresì mi rifletto nella corrente filosofica Fragilista e quindi nel movimento artistico del Fragilismo nato proprio a Vicenza nel maggio 2011. Per rafforzare il concetto di Nuovo Umanesimo ho divulgato gli #umanitàeumanesimo e #umanitàumanesimo. In un periodo storico dove la parola smarriti e sinonimo di umanità c’è bisogno di ritrovare tutti quei valori propri dell’essere umano. Potrebbero sembrare banali ma valori quali rispetto, gentilezza, amore, altruismo, romanticismo, sensibilità, accettazione, sostegno, presenza sono fondamentali per ritrovare la giusta via. Ritrovare ognuno l’unicità e l’unione dopo aver subito disgregazione ed esclusione. Ritrovare il fragilismo umano che non è debolezza ma riconoscimento e accettazione delle proprie emozioni”.

Che tematiche hai voluto espletare nei tuoi libri e che contenuti ?

Non ho mai un tema unico perché la poesia è vita vissuta, almeno per me.  Scrivo pressoché quotidianamente ma  per la pubblicazione opero una selezione. Per Giorno Zero ho raccolto molte poesie intimiste ed introspettive. Stavo vivendo un cambiamento importante della mia vita e non potevo sapere se sarebbero seguite altre sillogi. Quindi ho inserito quello che allora mi rappresentava meglio e che sentivo più forte. In È Solo Poesia, lo si capisce bene dal titolo,  c’è dell’ironia. Lo scorso anno ho organizzato un incontro dal titolo “È ancora il tempo della poesia?”; un titolo certamente provocatorio al quale molte persone hanno voluto dare risposta intervenendo e portando la propria voce. E direi che non c’è alcun dubbio che oggi più che mai la poesia debba essere presente nella nostra vita. Dire, “È Solo Poesia”, è come un’esortazione a dire “state tranquilli, non c’è nulla di cui preoccuparsi, perché appunto è solo poesia… non può fare male. La realtà, tuttavia sappiamo essere ben altro perché la poesia spesso smuove a riflessioni inattese che possono fare del bene facendoci passare anche per piccoli momenti di dolore. Nel 2020 inizia il periodo più cupo di questo nuovo secolo ed io esco con “La Verità è un Bambino dagli Occhi Grandi”… credo il titolo dica già tutto di dove voglio portare me stesso e il lettore. Bisogna tornare a pensare liberando la mente da orpelli, paraocchi, condizionamenti e stereotipi. È tuttaltro che facile ma se ognuno prima di fare una qualsiasi azione pensa alle conseguenze che questa può portare ecco che molte scelte, soprattutto quelle negative, cadono subito, non hanno appigli per proseguire. Contribuire anche per pigrizia a dare seguito a certi “consigli” che ci vengono proposti è essere complici nell’offuscare anche la verità più cristallina. Con l’ultimo libro “Tra la Guancia ed il Collo” tratto un tema a me molto caro: l’amore e quindi la passione, la bellezza, il romanticismo che auguro a tutti possa tornare dominante nella nostra vita”.

Chi sono stati i tuoi maestri e quale autore del passato è stato colui che ti ha più emozionato?

Uno dei maestri principali della mia vita è stato mio papà, non perché lui scrivesse poesie anzi, piuttosto perché era un uomo sensibile, empatico, generoso e molto altruista e da lui ho cercato di prendere ciò che io considero come la mia più importante eredità. I valori essenziali che ti rendono un essere umano. Voglio ricordare la poetessa e filosofa Grazia Apisa nata a Parma ma adottata da quella straordinaria città che è Genova. A questa donna meravigliosa che ho avuto la fortuna di incontrare, debbo molto del mio coraggio nel aver deciso di pubblicare i miei più intimi pensieri. Lei che per prima ha creduto nella mia poesia, lei che mi ha offerto il suo principale editore e mi ha portato ben due volte a presentare le mie sillogi in uno dei luoghi più sacri in Italia per la poesia:  La Stanza della Poesia a Genova presso Palazzo Ducale. I poeti così detti noti che mi hanno influenzato sono certamente Pablo Neruda, Leopardi, Montale , D’Annunzio, Saba, Alda Merini, Giorgio Caproni, Andrea Zanzotto, Baudelaire, Walt Whitman, Rimbaud, Gibran,  Emily Dickinson, Marina Cvetaeva, Wistawa Szymborka e l’elenco potrebbe continuare all’infinito perché ogni poeta è importante, ogni verso lo è perché il verso è il seme e il poeta è il contadino”.

Parliamo adesso del tuo ultimo libro di poesie in ordine di tempo. Un titolo molto strano “Tra la guancia e il collo”. Che significato recondito ha questo titolo?

Il titolo del libro nasce, come per gli altri, dal titolo di una poesia in esso contenuto. Tra La guancia ed il collo è un posto che gli innamorati conoscono bene. Appoggiarsi lì vicendevolmente è un rifugio, un “luogo” salvifico, è il luogo bello dove trovare riparo. Ma lo è anche per gli affetti familiari o con gli amici quando ci si abbraccia e ci si appoggia. Lì si percepisce il calore dell’altro, l’odore buono dell’affetto, dell’amicizia, del dono. La poesia che da titolo a questa silloge dice queste parole: Tra la guancia e il collo/ è un posto magnifico. Dove la tua bocca trova nido/ ed io attendo il tuo ritorno”.

Quante poesie possono trovare i lettori all’interno del tuo libro che è uscito nel 2023 e sono suddivise in argomenti?

Ne La Guancia e il Collo sono contenute 50 poesie. Tra le sue pagine è presente un particolare che, per la prima volta in assoluto, viene proposto a sostegno della poesia. Si tratta di un QR Code che accompagna 8 poesie edite in altri miei libri e che conduce il lettore ai file audio e video nel mio canale YouTube edoardogallopoesia . Il lettore pertanto potrà accompagnare la sua lettura con la mia e ancor di più apprezzare il progetto PoeMusìa che sto portando avanti con successo assieme al compositore e pianista Giuseppe Laudanna. E’ un libro quindi molto diverso dagli altri nel quale ho voluto fossero presenti amici che con me collaborano e conoscono la mia poesia. Ho chiesto pertanto all’amica Marzia Vianello, anch’essa poeta, di scrivere la prefazione e di realizzare il sito internet www.edoardogallopoesia.com, al maestro espressionista partenopeo Francesco Caliendo di ideare un’opera che esprimesse il sentimento del titolo della silloge e infine, ma certamente non il meno importante, a Giuseppe Laudanna di descrivere PoeMusìa non solo dal lato emotivo ma soprattutto sotto il profilo tecnico della composizione e trascrizione a spartito. Ne è uscito un libro a tutto tondo dove la scrittura, l’immagine, la parola parlata e la musica si fondono in un unico grande magma emozionale che spero dia al lettore una chiave diversa e innovativa di un libro dedicato alla poesia.

Quali oggetti o persone o episodi hanno influenzato maggiormente la tua vena poetica?

Dal momento in cui mi alzo al mattino ogni cosa, persona o stato d’animo possono ispirarmi parole poetiche. I valori più forti insiti in me come libertà, verità, amore, uguaglianza, rispetto si ritrovano in modo spontaneo nelle poesie che scrivo. E’ per me di forte onore ed emozione sapere che chi legge le mie poesie ritrovi anche sé stesso, ritrovi serenità, ritrovi magari alcune risposte. Una poesia può nascere infatti da una banale domanda, qualcosa di irrisolto che abbiamo dentro, oppure da un lutto, un perché che non trova pace, un’ansia; come pure nasce da una gioia, dall’innamoramento, da una sensazione di felicità apparentemente senza senso alcuno. La poesia infatti per me è curativa, lenisce il dolore, è balsamo per l’anima. Sapere che con le parole si possano donare stati d’animo positivi è per me la migliore ricompensa; nulla è più prezioso di donare felicità con le parole”.

Scegli una poesia tratta dal tuo ultimo libro?

In una silloge dedicata all’amore la poesia “Noi due” è decisamente rappresentativa. Credo che le poesie non vadano spiegate ma che ogni persona nel leggerle possa iniziare un cammino e passo dopo passo andare a incontrare il proprio unico intimo sentire. Nello spiegare potrei infatti privare chi legge di queste emozioni. Dico pertanto solamente che questa poesia cerca, prova, tenta di descrivere l’amore passionale tra due persone ed allo stesso tempo cerca di rappresentare con metafore le emozioni che gli innamorati provano quando sono vicini, quando si incontrano, quando sentono tutto con i sensi, e divengono tutto con la loro fantasia, diventano ogni cosa anche quelle fino ad allora sconosciute. Una nota: le mie poesie non terminano mai col punto; una mia licenza per dire che la poesia non è finita ma si lega alle emozioni del lettore”.

Noi due

Noi due

Ci dissetiamo come

ultima sete

Ci sfamiamo

dalla fame del mondo.

Noi due

assaporiamo le carni

beviamo di piacere

annusiamo gli odori

che spandiamo come

coppe traboccanti.

Noi due

bruchiamo come

mandria selvaggia.

Noi due

a guardarci  

Noi due

a vegliare

il nostro sonno

gli occhi chiusi.

Restiamo abbracciati.

Noi due

siamo braccia

siamo occhi

siamo erba

brucata.

Siamo la mandria.

Siamo la fame nel mondo.

Noi due

siamo sete e fame.

E siamo tornati

dal viaggio.

Ed abbiamo perso tutto.

Tutto,

tranne la gioia.

Tutto, tranne la lontananza.

Noi due

posseduti

ci apparteniamo.

Posseduti

ci perdiamo.

Senza più fuggire

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