A noi di CittàInsieme sta molto a cuore la condizione di tutte quelle persone della nostra città che, per malattia, povertà, emarginazione, disagio sociale si trovano ad affrontare quotidianamente la lotta per la vita, oggi più che mai complicata dall’emergenza sanitaria e dai problemi politici ed economici.
Per questo, oltre a monitorare costantemente lo stato dei Servizi sociali attraverso contatti con le associazioni e con le realtà dei quartieri, specialmente quelli periferici, cerchiamo il dialogo e il confronto con i nostri Amministratori a cui periodicamente chiediamo notizie sugli interventi a favore di chi ne ha più bisogno.
Purtroppo, spesso ci scontriamo con il silenzio o i tempi infiniti della burocrazia o con l’indifferenza di coloro che dovrebbero, invece, adoperarsi in ogni modo per il bene pubblico e dei soggetti più deboli in particolar modo.
Vogliamo parlare, per esempio, di quelle problematiche, tuttora gravissime, riguardanti l’emergenza abitativa, l’assistenza agli anziani, la disabilità, etc., temi dei quali anche i media parlano ormai pochissimo da mesi, se si esclude la segnalazione di qualche avviso riguardante benefici da erogare da parte del Comune o della Regione in tempi non ben definibili. Sembra che ci stiamo appiattendo in una quieta ma colpevole rassegnazione ad uno stato di cose che non cambierà mai, sopraffatti da problemi molto più grandi di noi e perciò irrisolvibili.
E, mentre apprezziamo e riconosciamo l’importanza di alcuni provvedimenti pubblici in fase di realizzazione, non possiamo tacere su altre gravi lacune che aspettano da anni di essere colmate.
Nella diretta di un TG locale trasmessa il 21 dicembre dello scorso anno abbiamo avuto la possibilità di esporre molte domande e dubbi all’Assessore ai Servizi Sociali Giuseppe Lombardo, invitato dalla redazione per fare il punto della situazione sullo stato dei servizi a Catania in un dialogo aperto e diretto con la città.
L’iniziativa è stata molto lodevole e alle domande poste da noi e da altri cittadini, oltre che dalla conduttrice del tg, l’assessore ha dato delle risposte, più o meno convincenti, su provvedimenti avviati o da avviare in tempi brevissimi per affrontare, come possibile, una situazione non facile, aggravata dal dissesto economico e dalla pandemia.
Ebbene, vogliamo esprimere il nostro apprezzamento per il relativo funzionamento di servizi scolastici per disabili e per l’attribuzione, per esempio, del buono-famiglia a favore di 590 persone in stato di povertà, o per provvedimenti come l’assunzione di giovani assistenti sociali che, sebbene nominati con contratti a tempo determinato, hanno temporaneamente ampliato un organico insufficiente alle necessità della città, soprattutto nei quartieri più popolosi e problematici in cui la delinquenza minorile, lo spaccio e l’uso di droga sono la punta di diamante di una situazione complessiva drammatica e spesso fuori controllo da parte delle Istituzioni.
In tal senso è certamente importante la delibera, resa nota il 17 marzo 2021, dell’erogazione, con i fondi delle legge 285/97, di servizi di accompagnamento civile/penale a favore di minori presso l’IPM di Bicocca o l’assegnazione di 96 alloggi popolari nel Palazzo di Cemento a Librino, anche se le famiglie in attesa di alloggio sono ancora molte di più.
Apprendiamo inoltre con soddisfazione il provvedimento per l’Accreditamento Enti del Terzo Settore a cui affidare il Servizio Distrettuale di Assistenza Domiciliare per disabili gravi, con seduta prevista il 15 marzo c.a. Ci lascia, però, perplessi e inquieti la constatazione che le sedute riguardanti questo Servizio si svolgono già dal mese di ottobre 2020 con successive proroghe fino al mese di marzo 2021, e ci chiediamo se sia stata approvata una delibera definitiva per rendere esecutivo il provvedimento, dal momento che non se ne ha notizia né dagli organi di stampa, né dai siti istituzionali.
Ugualmente confusi rimaniamo leggendo dei tanti benefici che risultano “già erogati” secondo le indicazioni della Carta dei Servizi e vorremmo sapere quali di questi benefici sono realmente disponibili, dato che, per esempio, non si è più avuta notizia dell’utilizzo della somma di 1.900.000 euro di cui l’Assessore Lombardo, nella diretta televisiva del 21 dicembre scorso, diceva che il Comune era già destinatario e che sarebbe stata erogata a favore di 867 disabili gravi una volta completati i Patti di Servizio, presumibilmente dopo il 17 gennaio 2021.
Vorremmo anche avere conferma che l’attribuzione del beneficio economico destinato a disabili gravissimi, prevista in un Avviso pubblico con decorrenza dal 1 aprile 2021, sia realmente avvenuta nei confronti di chi ne ha diritto.
E ci chiediamo inoltre cosa ne è stato del bando pubblicato alla fine dell’anno scorso per la realizzazione di un centro diurno di cui non si è più parlato, mentre ci lascia allibiti l’affermazione dell’Assessore che, nella stessa trasmissione, confermava, pur con rammarico, l’avvenuta chiusura dei “centri diurni iscritti in bilancio perché non considerati servizi obbligatori per legge”, impegnandosi, peraltro, per il 2021, a riprogrammarne la riapertura con i fondi della legge 328.
La confusione, poi, si trasforma in indignazione e desolante senso di impotenza quando constatiamo che il servizio di assistenza domiciliare per disabili gravissimi, sospeso nel maggio 2019 a causa del dissesto finanziario del Comune, ad oggi non è ancora stato riattivato o quando apprendiamo che i fondi già disponibili dal 2017 secondo la legge 112/2016 sul “Dopo di noi” a tutela di persone con disabilità prive di sostegno familiare, rischiano di perdersi per mancanza di programmazione immediata e concreta da parte dei Distretti Socio-sanitari.
A queste e ad altre domande più volte espresse nei nostri periodici comunicati-stampa o nelle Lettere dirette indirizzate agli organi istituzionali, chiediamo risposte da parte di chi, come cittadino comune o come Amministratore, possa aiutarci a capire cosa si può fare concretamente per non lasciare nel silenzio e nell’abbandono persone che ancora attendono di avere o riavere quello che è loro dovuto, come, per esempio, quei disabili che, ad un anno di distanza dalla Sentenza del Tribunale di Catania, non hanno ancora ricevuto il risarcimento per il danno subito e il ripristino di servizi essenziali per la vita.