‘Che notte quella notte’. Guarneri in scena ad Aci Bonaccorsi

Enrico Guarneri applaudito ad Aci Bonaccorsi.
In scena lo spettacolo teatrale “Che notte quella notte”.
Nella notte dell’ultimo dell’anno del 1936 succedono …cose inaspettate!

A Palazzo Recupero Cutore di Aci Bonaccorsi (Catania), è andato in scena lo spettacolo teatrale “Che notte quella notte“, di Carlo Auteri, per la regia di Antonello Capodici, con Enrico Guarneri (nei panni di Saverio, il capostazione) e Francesca Ferro (nelle vesti della ballerina Caterina). 

A cavallo tra i grottesco-comico e la profonda realtà di una stazione di paese, la commedia scivola via tra quadri di contrasto familiare – impossibile convivere – e con chi possiede un modo tutto suo di scoprire il mondo …stando ad aspettare l’evento, chiuso nel gabbiotto della vera casa-stazione. Dentro una stazione siciliana sperduta, un uomo si oppone alla ineluttabilità del suo destino per pensare a cambiare sua condizione di ‘sposato per interesse’, utilizzando quello che rimane agli sconfitti della vita: la propria coscienza.  

La commedia è ambientata nel 1936 nei pressi – immaginari – della stazione siciliana di Montefranoso. Protagonista delle vicende narrate è il capostazione Saverio che, giunto ormai al limite dell’età pensionabile, trascorre le sue notti aggiustando i pupi siciliani. Saverio ha un nipote: il giovane ferroviere Liborio (il bravissimo Vincenzo Volo) che, pur di raggiungere i vertici della carriera, cerca in tutti i modi di compiacere il “regime”. Quest’ultimo è rappresentato da Fofò (Marco Amato, perfetto nel ruolo): più impegnato da vitellone alla ricerca del piacere femminile che nella causa del fascismo. Egli si vanta con Liborio e Saverio di avere avuto una relazione focosa con una giovane soubrette romana; ma questi ultimi non ci credono. Ma proprio “quella notte“, ecco giungere a Montefrarosso, Caterina, la ragazza che va alla disperata ricerca di Fofò che decide di sbarazzarsene facendola salire sul primo treno che passa, il postale da Catania per Roma.
Caterina e Saverio – per caso, per alcol, per i botto della festa di fine d’anno che incombe – stringono una tenera amicizia in attesa di “quel treno” che la ragazza non prenderà mai. Una commedia che invita lo spettatore ad un attenta riflessione sulla condizione della donna, che nei tempi pare non essere cambiata.
Ma una gravidanza indesiderata salva la donna dai gesti inconsulti di un apparente femminicidio …si trova sempre una soluzione alla vita! 

Come sempre bravissimo Guarneri nell’interpretazione di Palmiro. Enrico riesce a dare l’idea dell’uomo che non si rassegna, che non usa il computer, che sconosce il web, legandosi solo alla voce esterna di una radio e una chitarra, ma che sa anche prendere un arma …quella della persuasione per allontanare un delitto, magari facendone un’altro
Dentro la parte della soubrette romana, l’affascinante Francesca Ferro (che ha sostituito Patrizia Pellegrino). La Ferro interpreta con sicurezza una comica e tenera creatura notturna, che scopre l’ennesima amara delusione. Ma la vita cambia spesso il suo decorso. Tutta la notte (“quella” notte) per cambiare, sospesa nella commedia farsesca, quando il sogno diventa realtà. 
Sicuro e decisa la parte di Liborio. Vincenzo Volo è davvero una sicurezza. Si muove sempre con ottima scelta di tempo, completando gli spazi recitativi che la commedia richiede, senza stancare lo spettatore. Molte le risate, e tante le amarezze e le commozioni. Rosario Marco Amato bene interpreta quello che per molti anni fu un retaggio storico-politico.

Pieno il Palazzo Cutore, la gente ha lasciato l’auditorium abbastanza contenta per aver visto l’ennesimo successo della trouper di Guarneri, un grande dello spettacolo. Tra gli ospiti anche Pippo Pattavina, che ha assistito soddisfatto alla commedia dell’amico e collega Enrico.   

 

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