Bonifica dell’ambiente? La risposta esiste in natura

Straordinaria scoperta dell’Università di Tubinga, batteri e magnetite ripuliscono l’ambiente.

L’uomo e la natura, due realtà così diverse eppure molto vicine. Ed è proprio in virtù di questa convivenza che emerge la necessità di puntare su nuove politiche ambientali fondate su un rapporto rispettoso verso la natura. Attualmente, soprattutto nei paesi occidentali sono presenti industrie dismesse e siti in cui sono stati riversati rifiuti tossici di ogni tipo, pertanto le aree maggiormente inquinate sono in attesa di essere risanate.

A ragione di ciò, si parla sempre più spesso di bonifica e tutela ambientale, in nome di una maggiore presa di coscienza dell’uomo verso i danni che minacciano non solo la natura ma anche la salute. Tra le problematiche più diffuse emerge l’utilizzo del cromo, metallo con un grado elevato di tossicità, che viene impiegato in molte industrie per le sue proprietà anticorrosive.

Occorre pertanto partire balla bonifica dell’ambiente per tutelare la salute dell’uomo. Chi lo avrebbe mai detto che la soluzione ideale esiste già in natura? A dimostrarlo un gruppo di ricercatori dell’Università di Tubinga, uno degli atenei più rinomati della Germania. Gli studiosi hanno scoperto che in natura esistono dei particolari batteri purpurei, che vivono in acque stagnanti. Questi microrganismi, combinati con la magnetite, ed esposti alla luce, rimuovono gli elettroni dal minerale ferroso, scaricandolo. Quindi batteri e magnetite si rivelano la combinazione perfetta per bonificare l’ambiente dal cromo, che fa parte dello stesso gruppo di metalli del minerale ferroso.

Il cromo, esistente in natura, viene trattato dall’uomo ed impiegato prevalentemente nell’industria siderurgica, del vetro, in quella fotografica e nel settore edile. Pertanto, in diversi ambiti lavorativi, l’uomo si imbatte in questo metallo attraverso operazioni come la saldatura e il taglio dell’acciaio, che comportano una dispersione delle polveri nell’ambiente. Esso si trova inoltre in svariati prodotti di uso comune come vernici, coloranti, inchiostro, plastica e rivestimenti di superfici. Il suo utilizzo molto frequente, insieme a uno scorretto smaltimento dei rifiuti contenenti cromo, hanno portato a una progressiva contaminazione dell’ambiente naturale.

Secondo i dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità del Dipartimento Ambiente e connessa prevenzione primaria di Brescia, il cromo viene immesso nell’aria dalle industrie, è presente nell’acqua che beviamo, nel suolo e nei prodotti della terra, e non risparmia nemmeno la flora e la fauna. Se l’ambiente è fortemente contaminato, i danni per la salute dell’uomo diventano un’inevitabile conseguenza, dal momento che il cromo viene assunto per via respiratoria, alimentare e cutanea. Gli effetti? Dermatite ulcerativa e ulcera al setto nasale sono solo alcune delle devastanti conseguenze per la salute umana, senza contare l’inquinamento della natura.

Così la recente scoperta dei ricercatori dell’Università di Tubinga si rivela uno straordinario passo in avanti per la salute dell’ambiente e dell’uomo, una svolta necessaria per liberare il mondo dai veleni.

 
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