Assad accusato di crimini contro l’umanità

“Non c’è alcuna possibilità” che Assad possa far parte del prossimo governo di transizione siriano dopo le ultime prove che lo accusano di crimini contro l’umanità

Secondo il segretario di stato statunitense, John Kerry, «non c’è alcuna possibilità» che il presidente siriano Bashar al Assad possa far parte del governo di transizione che dovrebbe mettere fine alla guerra civile in Siria. Il futuro di Assad – che vorrebbe ricandidarsi alle presidenziali, come da lui dichiarato pochi giorni fa – è uno dei principali problemi nel mancato accordo tra governo e opposizione.

La dichiarazione del responsabile esteri di Obama, ha fatto da eco anche all’apertura della Conferenza di Ginevra 2 organizzata dalle Nazioni Unite per cercare una soluzione diplomatica alla guerra civile siriana. Dopo l’incontro di apertura a Montreux del 22 gennaio, i lavori cominceranno il 24 gennaio nella sede dell’Onu ginevrina. Alla conferenza manca l’Iran, esclusa dai lavori perché non accetta l’ipotesi di una destituzione di Assad. Il presidente iraniano Hassan Rohani ha commentato che «l’assenza di attori importanti» rende ancora più improbabile il successo della conferenza.

Nella prima giornata della conferenza, si sono visti soprattutto gli attacchi reciprochi tra i rappresentanti del governo e gli oppositori di Assad. Secondo il ministro degli esteri siriano Walid Muallem, alcuni paesi partecipanti alla conferenza hanno «sangue siriano sulle loro mani», mentre il leader della Coalizione nazionale siriana Ahmad Jarba (che rappresenta i ribelli) ha risposto che la lotta armata «non è stata una scelta dell’opposizione, ma è stata imposta dal regime». Seguendo lo schema di recriminazioni e accuse reciproche, in pratica la conferenza di Ginevra è già defunta prima ancora di vedere il sole.

Nel frattempo le accuse al regime siriano si intensificano, rendendo ancora più teso il clima nella sede della conferenza. È di appena due giorni fa la pubblicazione di un rapporto, commissionato dal Qatar e realizzato da tre ex procuratori che hanno collaborato con i tribunali delle Nazioni Unite per la Jugoslavia e la Sierra Leone, in cui un disertore siriano, chiamato Caesar, accusa con delle prove fotografiche il governo di Damasco di aver torturato e ucciso circa 11mila prigionieri dall’inizio del conflitto.

Secondo il Guardian «le prove della tortura, degli omicidi e della morte per fame sono uno dei punti più bassi della brutale guerra civile siriana. La loro provenienza è significativa – il Qatar appoggia i ribelli – e potrebbero non essere mai verificate da un tribunale. Ma secondo Desmond de Silva, uno dei rispettati investigatori che hanno esaminato il materiale, le 55mila immagini sono la prova concreta di ‘omicidio su scala industriale’ e sono sufficienti per accusare il governo di Assad di crimini contro l’umanità».

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