Applausi a Michele Placido e Anna Bonaiuto al Vittorio Emanuele

“Piccoli crimini coniugali”, ovvero le contraddizioni della coppia nell’opera del drammaturgo Éric-Emmanuel Schmitt con l’adattamento e la regia di Michele PlacidoPiccoli crimini coniugali 2

Al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, dal 16 al 18 febbraio, è andato in scena “Piccoli crimini coniugali” con Anna Bonaiuto e Michele Placido che ne ha curato l’adattamento e la regia.

Opera di prosa drammaturgica, “Piccoli crimini coniugali” (Petits crimes conjugaux, 2003) di Éric-Emmanuel Schmitt, autore teatrale francese (naturalizzato belga) tra i più rappresentati sui palcoscenici dei teatri europei, si sviluppa attraverso una trama decisamente particolare ed insolita, in un’unica scena, in un unico atto (di un’ora e 40 minuti) in cui un uomo, Marco (interpretato da Michele Placido) ha perso la memoria, quindi la propria “identità”, a causa di ciò che viene presentato all’inizio come un banale incidente, mentre la moglie, Lisa (interpretata da Anna Bonaiuto) cerca di aiutarlo a ricostruire il suo passato grazie ai ricordi, agli oggetti in comune o ai luoghi della loro casa coniugale.

Piccoli crimini coniugaliSi avvia così un dialogo a due voci, continuo, mai interrotto, acuto, drammatico ma anche ironico, tra Marco e Lisa, sposati da 15 anni, dialogo che diventa occasione per mettere “a nudo” le contraddizioni, i normali e talvolta fastidiosi problemi, comuni a tutte le coppie che si affrontano quotidianamente e da cui si innesca un discorso sull’amore in crisi e sulla vita di coppia che col tempo si consuma.

Marco, scrittore nella vita di romanzi gialli, non è un grande sostenitore della vita di coppia e infatti  “Piccoli crimini coniugali” è proprio uno dei suoi romanzi che, a suo avviso, è il suo libro migliore in cui indica la coppia come una associazione a delinquere predestinata, con un destino già scritto: diventare reciprocamente assassini, l’uno dell’altro, e l’unica domanda possibile è solo “Chi sarà il primo dei due ad uccidere l’altro?”.

Lisa invece è una moglie fedele, ancora molto innamorata ma con delle fortissime paure nascoste, generate dalla realtà, dalla vita, che la conducono a cercare rifugio nell’alcol per non pensare, anestetizzando così la sofferenza.

Piccoli crimini coniugali 1Ed ambedue, con un confronto incessante ma alla fine fondamentale, arrivano a comprendere ed acquisire quella verità che si nascondevano volutamente e, ricordando vecchie passioni mai del tutto sopite, arrivano alla soluzione che solo insieme, nel rispetto e nella crescita reciproca anche i “Piccoli crimini coniugali” possono essere perdonati dall’uno e dall’altro, unitamente.

Due bravissimi attori entrambi, danno vita a un pungente e veloce dialogo, quasi un duello, con ironia e pathos, in cui emerge l’importanza del concetto del vivere in due, del duale, come anche quanto conta e sia altresì importante cercare di capire l’altro e, magari, trovare così un lieto fine anche nelle situazioni più difficili.Piccoli crimini coniugali 3

Bello l’allestimento scenico di Gianluca Amodio, essenziale ed efficace: un salotto insieme ad una imponente libreria e una scala “luogo dell’incidente”; i costumi di Alessandro Lai; le atmosfere segnate dalle luci di Pasquale Mari e dalle musiche di Di Maggio & Luna.

Una gran bella prova di Michele Placido ed Anna Bonaiuto che fino alla fine hanno saputo tenere alta l’attenzione degli spettatori riuscendo a trasmettere le vibranti tensioni della vicenda e che, proprio per questo, sono stati meritatamente salutati dagli scroscianti applausi del numeroso ed appagato pubblico.

Al Teatro Vittorio Emanuele

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