Agata, la “Santa fanciulla” chiama, i devoti rispondono

Nonostante il freddo di questi giorni crescono le richieste per assistere al lavoro di Giovanni Anfuso che ha debuttato ieri nella chiesa di San Nicolò l’Arena a Catania, dove è stato aperto un botteghino.

Il lavoro, lungamente applaudito, sarà replicato con due appuntamenti a sera fino al 2 febbraio. Ben venti gli interpreti sulla scena. Gli spettatori descrivono lo spettacolo come emozionante e coinvolgente, auspicando che sia patrimonio di tutti i catanesi. Monsignor Scionti, “L’anelito di pace un aspetto molto bello di questo lavoro”.  La co-organizzazione dell’evento tra Buongiorno Sicilia, Comune di Catania e Fondazione Oelle, che ha creato una grande installazione sul pavimento e due teli sullo Sbarco Alleato in Sicilia, di cui ricorre l’ottantesimo anniversario

Nonostante il freddo di questi giorni, a Catania, con l’approssimarsi della festa della Patrona, che torna dopo due anni di stop causato dal Covid, ieri il debutto ufficiale di “Agata, la Santa fanciulla” nella magnifica cornice della chiesa di San Nicolò l’Arena, è stato un grande successo. Il lavoro teatrale scritto e diretto da Giovanni Anfuso, è prodotto da Buongiorno Sicilia con il patrocinio dell’Assemblea regionale siciliana, dell’Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo della Regione siciliana e con il sostegno di Isolabella Gioielli.

“Agata, la Santa fanciulla” narra due vicende parallele: quella del Martirio e quella, un po’ vera un po’ inventata, del depistaggio organizzato per evitare il furto del tesoro della Santa. E in particolare che la corona di Riccardo cuor di Leone, quella che orna la testa del busto reliquiario della Patrona, venisse riportata a Londra, com’era loro intenzione, dai militari britannici sbarcati in Sicilia nel 1943.

Tra le personalità che hanno assistito ieri al debutto, c’era monsignor Barbaro Scionti, parroco-procuratore della Basilica Cattedrale catanese, che ha sottolineato di aver “rivissuto attraverso l’ascolto chiaro delle parole di Agata, l’esperienza di quel martirio che ancor oggi per noi è testimonianza d’amore al Vangelo, nella Chiesa”.

“Nella rappresentazione – ha aggiunto – si descrive poi anche un contesto storico purtroppo non distante dai nostri tempi, con la preoccupazione per la guerra di chi, a partire dalla Madre Superiora, parla della presenza degli inglesi del 1943 tra liberazione e presa di possesso dei luoghi. Certo, quei tempi non sono quelli che stiamo vivendo oggi, la guerra sembra un po’ più lontana. Tuttavia l’anelito di pace mi sembra un aspetto molto bello di questo lavoro. Voler custodire le reliquie di Sant’Agata, è un atto che assicura la gioia di stare dalla parte di Dio. E chi sta dalla parte di Dio è sempre un testimone di pace”.

Tra le entusiastiche – e commosse – reazioni del pubblico, anche quelle di altre autorità presenti, come i deputati regionali Giuseppe Castiglione e Letterio Daidone.

“Agata, la Santa fanciulla chiama – ha sottolineato Castiglione – e i devoti catanesi arrivano. Devo dire di aver visto una bellissima rappresentazione e voglio ringraziare la Regione, l’Ars e anche il Comune di Catania per il sostegno dato a questo spettacolo in cui si descrive in maniera approfondita la storia di Agata. Da catanese, aggiungo che mi emoziono nell’assistere a un lavoro teatrale sulla Patrona della mia città. Quindi consiglio a tutti di venire a vedere Agata, la Santa fanciulla, anche perché è interpretato da tanti attori veramente in gamba”.

Lo spettacolo – ha affermato Daidone –  in quest’ambiente così scenografico come la chiesa di San Nicolò l’Arena, è stato bellissimo. E partecipato. D’altra parte è legato a momenti che appartengono a noi Catanesi, alla nostra cultura, alla nostra passione, alla storia stessa di questa città. Gli episodi narrati hanno dato alla vicenda un taglio particolare. Un risultato notevole, dunque, e bisognerebbe che ogni Catanese sapesse di questa proposta così interessante. Mi auguro che venga visto dal maggior numero di persone possibile. Perché questo magnifico spettacolo dev’essere patrimonio di tutti”.

Grandi applausi al termine della rappresentazione per tutti e venti gli attori di questo kolossal: Barbara Gallo (Madre Mirella), Davide Sbrogiò (Quinziano), Angelo D’Agosta (James Lanciano), Alessandro Romano (Orazio Pennisi), Giulia Messina (Agata), Santo Santonocito (San Pietro), Sebastiano Tinè (Melvin Konner), Greta D’Antonio (Antonietta), Luciano Fioretto (Corifeo), Elena Ragaglia (Afrodisia), Francesco Rizzo (Silvano). Del Coro fanno parte: Vittoria Scuderi, Ilenia Scaringi, Mariachiara Di Giacomo, Francesca Castro, Giuliana Cantone, Giuliana Catania, Andrea Gigante, Manuela Grimaldi e Gloria Trischitta.  Consensi per i costumi di Riccardo Cappello, le musiche di Nello Toscano, i movimenti scenici di Fia Distefano, le luci di Davide La Colla. Aiuto regista dello spettacolo è Agnese Failla.

Per quanto riguarda le prossime repliche – sono previsti due spettacoli a sera, alle 20 e alle 21.30 – gli organizzatori consigliano di bloccare subito i biglietti su Boxoffice Sicilia (www.ctbox.it ), ma gli ingressi serali si possono acquistare anche nel botteghino di San Nicolò l’Arena prima di ogni replica.

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