Dopo 7 mesi Philae, il lander della sonda Rosetta, ha inviato dei messaggi dalla cometa su cui venne spedito nel novembre del 2014.
Ieri sera alle 22.28 il lander Philae ha ripreso a comunicare con la Terra dopo sette lunghi mesi di silenzio e ha inviato altri dati dalla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, la cometa sulla quale la missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) lo aveva portato il 12 novembre 2014.
“Abbiamo avuto un nuovo contatto, un po’ più lungo rispetto al primo ma molto instabile” ha detto all’ANSA Mario Salatti, responsabile del lander per l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) con i colleghi delle agenzie spaziali tedesca (Dlr) e francese (Cnes).
Una delle memorie di Philae è piena di dati, ciò significa che il robot sta raccogliendo dati da più di un giorno, attendendo di inviarli, ma per farlo deve attendere la coincidenza di due fattori: l’illuminazione diretta del Sole che dà la potenza necessaria per trasmettere i dati e contemporaneamente un adeguato allineamento tra Philae e Rosetta che permette la comunicazione radio. Comunque ci si aspettava già che il lander avrebbe potuto dare segni di sé proprio in questi giorni in quanto la temperatura ambientale era risalita sopra i -45 gradi, valore sotto il quale Philae è in ibernazione, temperatura ancora troppo bassa per permettere di ricaricare le batterie secondarie, ma sufficiente a fare funzionare il robottino nei periodi di illuminazione.
Si tratta di una notizia che comunque ci ha sorpreso e che ha fatto risvegliare i sogni di tutti i “terrestri”, soprattutto noi italiani, in quanto la maggior parte delle tecnologie utilizzate per la realizzazione di Philae provengono dal nostro Belpaese.
Rimaniamo quindi in “ascolto” dell’Universo in attesa di altre comunicazioni da parte di Rosetta e Philae.