14 APRILE 1894: NASCE IL CINETOSCOPIO

Oggi 14 Aprile, celebriamo una ricorrenza speciale: era il 1894 quando Thomas Edison, per intrattenere gli ascoltatori del suo fonografo, inventò un nuovo strumento, chiamato cinetoscopio.

Parliamo di Thomas Edison, a cui si deve l’invenzione della lampadina. Figlio di povera famiglia, è costretto ad abbandonare la scuola dopo pochi mesi di frequenza a causa di problemi finanziari; riceve una sommaria istruzione dalla madre e, a soli 12 anni, inizia a vendere giornali sui treni della “Grand Trunk Railway“, dedicando il tempo libero ai suoi primi esperimenti con apparecchiature elettriche e meccaniche. Organizza così un suo primitivo laboratorio a bordo di un vagone ma, a causa di un incendio da lui involontariamente provocato, viene licenziato.

La sua geniale invenzione muove dalla volontà di intrattenere la gente che stava ascoltando la musica del suo fonografo.
Così nasceva il cinematoscopio: una sorta di grande cassa sulla cui sommità, attraverso un piccolo foro  si poteva vedere un breve filmato, proiettato facendo scorrere la pellicola da 35 millimetri ad una velocità di 48 immagini per secondo (la pellicola della Kodak). Così iniziava il sogno del secolo, potenziato dall’isolamento e moltiplicato dai nostri device (telefonini, iPad, ecc) fino a sostituire la grammatica dell’inventario e le parole dei desideri. Cinema, da sempre sinonimo di sogno, possibilità di vivere altre storie, altre vite, cambiare paese, secolo e atmosfera, nutrire di emozioni diverse la nostra vita e la nostra immaginazione, cinema, come cineclub, cinema di periferia, luogo dove recarsi da soli o in compagnia, luogo dove una volta gli innamorati seduti all’ultima fila si baciavano nel buio, dove incontrare altri che come noi vogliono viaggiare, evadere, ritrovarsi,e perché no scoprire lati di se stessi fino a quel momento sconosciuti, perché se è vero che possiamo conoscerci meglio osservando come nella quarta via di Gurdjieff, dall’esterno, altresì possiamo farlo attraverso personaggi “altri” che percorrono “altre” realtà.
Ed ecco, per la splendida ricorrenza una piccola ma preziosa playlist di film da vedere e rivedere sempre:
“Via col Vento” di Victor Fleming
“Manhattan” di Woody Allen
“La finestra sul cortile” di Alfred Hitchcock
“Il terzo uomo” di Carol Reed
“Colazione da Tiffany” di Blake Edwards
“Notorious” di Alfred Hitchcock
“L’appartamento” di Billie Wilder
“Ladri di bicilette” di Vittorio De Sica
“Divorzio all’italiana” di Pietro Germi
“La ragazza con la pistola” di Mario Monicelli
“Il laureato” di Mike Nichols
“Fiore di Cactus” di Gene Sacks
“Bellissima” di Luchino Visconti
“C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola
E che dire di Moretti e il suo “le parole sono importanti”?
Io direi che le parole sono importanti, ma il cinema prima di tutto è immagine, dunque vorrei fare un omaggio al grande regista svedese Victor Sjostrom col suo “The Wind“-

capolavoro del cinema muto, anno 1928:

Il film fu adattato da Frances Marion dal romanzo omonimo di Dorothy Scarborough. Nel cast vi sono Lillian Gish, Lars Hanson, Montagu Love, Dorothy Cumming e altri.  Fu uno degli ultimi film muti prodotti dalla Metro-Goldwyn-Mayer. Nel 1993 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel film viene reso il tormento psicologico e fisico del soffiare incessante del vento che scava le coscienze. Il film è imperniato sulla titanica lotta fra l’uomo e la natura che, in questo caso, viene vinta dalla fragile Lillian Gish, tenero fiore della Virginia.
Inizialmente, il film doveva avere un finale tragico nel quale Letty, in preda alla disperazione, corre nel deserto per darsi la morte. I produttori, invece, preoccupati per la stessa carriera dell’attrice, imposero il lieto fine in un rinnovato amore tra la donna e Roddy. Il film venne girato a Bakersfield, nel deserto californiano del Mojave, e il vento fu ricreato attraverso l’utilizzo di otto motori d’aeroplano.
Allora un brindisi, a tutti i cinefili, cinematici, cinematti, cine futuristi, vintage, d’essay, fantascientifici, horror, psicologici, fantasy, documentaristi, storici, anime… Ma soprattutto ai cineromantici che… :”Ascolta come mi batte forte il tuo cuore” (Ogni caso, Wislawa Szymborska).
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