Intervista al professore Baldo Gurreri di Cattolica Eraclea

Il professore Baldo Gurreri racconta la sua bella Cattolica Eraclea e la storia della sua poesia dedicata alla sua terra natia. Il poeta dona un quadro con la sua poesia al Comune di Cattolica Eraclea.

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Cattolica Eraclea, in provincia di Agrigento, vanta un’antica storia. Poco conosciuta dai più, l’intervista  potrebbe essere un’occasione per fare conoscere  questa realtà territoriale così bella? Cosa ne pensa, Baldo Gurreri?

“Cattolica nacque nel 1610 con una popolazione di 500 abitanti. Il nome Eraclea fu aggiunto nel 1873 per distinguerlo dalla Cattolica di Rimini, per evitare disservizi postali. Fu fondata dal barone Blasco Isfar et Corilles con il figlio Francesco. Nel 1611 ottiene la “LIcentia Populandi” e nel 1612 la proclamazione ufficiale in data 24 maggio. Francesco purtroppo morì in giovane età e l’opera fu continuata dalla sorella Giovanna, che divenne principessa. Ecco perché la rocca posta sulla sommità della collina di Monforte fino ad ora viene chiamato “Principotto”. Cattolica si espanse rapidamente e negli Anni Cinquanta raggiunse il numero di 12.000 abitanti. Ma pochi anni dopo una massiccia emigrazione in tutti i Paesi del mondo decimò la popolazione. Ad oggi siamo poco più di 3.000 abitanti. Il paese si presenta con un bell’aspetto agli occhi del visitatore. Con quasi tutte le strade viabili e due bellissime piazze contigue, unite dalla via Marchese Borsellino, e contornate da palazzi di stile barocco. Al mio paese ho dedicato questa poesia:

A CATTOLICA ERACLEA: “Un giru di muntagni a mezzaluna Ti sta a curuna comu ‘na rigina Misa tra un pinninu e ‘na chianura Fa’ bellu sfoggiu di sciuri e virdura. Occhi belli sunnu li to chiazzi E strati campagni e cuntrati Sunnu l’allammicu di li spatriati ‘U Platani, di ‘sti vesti gintili E’ un cintu sciotu chi si posa a mari Unni lu suli ruscianu tracoddra Comu viscottu ca nell’acqua s’ammoddra!!! IN LINGUA  Italiana  ( traduzione) Un giro di montagne a mezzaluna Ti sta a corona come una regina Posta tra un pedio e una pianura Fai bel sfoggio di fiori e verdura Occhi belli sono le tue piazze Strade, campagne e contrade Sono la nostalgia degli emigrati. Il Platani, di queste vesti gentili, E’ un cinto sciolto che si posa a mare Dove il sole rosso tramonta Come biscotto che nell’acqua s’inonda!”

Sicuramente gli ameni paesaggi campestri che l’hanno circondato fin da piccino e la bellissima spiaggia di Eraclea, hanno fomentato ed ispirato buona parte delle sua liriche poetiche. Come è iniziato il suo percorso  e come s’intitola  il suo libro di poesie?

“E’ proprio così. Sono rimasto sempre legato a questo paese e la mia ispirazione ha tratto stimolo dalla bellezza del paesaggio , dalla sua gente e da tutto ciò che colpiva la mia interiorità. Ho cominciato a scrivere fin da giovanissimo e tra le prime esperienze liceali, scrissi una parodia su una professoressa. Poi sotto lo stimolo degli amici, continuavo a comporre versi scherzosi e ironici. Ma quando mi trovavo solo con me stesso, venivano fuori le cose più belle. Nel corso degli anni le poesie si accumularono. Nel 1986 , alcune mie poesie compaiono nella “RACCOLTA DEI POETI POPOLARI DI CATTOLICA ERACLEA” che vanno dal 1850 al 1986. (naturalmente io ero il più giovane. Ritornando alle mie poesie, non pensavo assolutamente che un giorno avrei potuto farne un libro. Mi sono deciso in età matura, per lasciare almeno un ricordo scritto. E così nel 2019 è uscita la mia prima raccolta intitolata “MOMENTI” . e siccome ci ho preso gusto ho quasi pronto un altro libro di poesie, che di conseguenza intitolerò “MOMENTI 2”.

Che libri ha scritto, poiché la sua mente non si limita alla poetica ma anche lei scrive delle commedie?

Sono un autore di commedie dialettali. Ne ho scritte diverse, cominciando in gioventù con “ U Cuntrattu di la Scecca e L’Assistente Sociale” , a cui sono seguiti: CALATI JUNCU, L’ONOREVOLE PEPPINO (pubblicati), TUTTA COLPA DEL VIAGRA, IL SABATO NON PAGA, PASTORALE DIALETTALE, OMAGGIO A PIRANDELLO, LA LEGGENDA DI ERACLEA, I GADDRUZZA DI DONNA BRASA,IL GRANO D’ORO, IL VECCHIETTO, BISOGNI E RISORSE DEL NOSTRO TERRITORIO (uno studio pubblicato, sul patrimonio artistico del paese e delle sue bellezze paesaggistiche, nonché dei suoi bisogni). Le vicende narrate in queste commedie prendono spunto dalla vita reale. Io mi definisco un ascoltatore. Fatti e personaggi della nostra realtà sociale rimangono impressi dentro di me e poi sento forte l’impulso di trasmetterli su carta, senza prefiggermi scopo alcuno. Ci tengo a precisare che questi lavori sono stati rappresentati in vari paesi della Sicilia e apprezzati. In particolare con CALATI JUNCU E L’ONOREVOLE siamo stati in Germania e Canada per ben tre volte, sempre accolti calorosamente. In Calati Juncu si racconta di una ragazzina che negli Anni Cinquanta, si ribella ad un sposalizio, quasi imposto e con uno stratagemma, riesce a fuggire in Canada, cambiando la sua sorte. Nell’Onorevole vengono svelati, con sottile ironia, tutti gli intrallazzi per ottenere voti, posti di lavoro, e compromessi di natura sessuale”

Di recente lei, Baldo, ha avuto la soddisfazione che una sua poesia è stata appesa nella sala del Comune. Ci vuole raccontare come si è svolta questa giornata  così particolare?

“Ho scritto questa poesia per delle comunità canadesi, perché ogni 24 maggio, festeggiano la fondazione di Cattolica Eraclea. La poesia ha riscosso un successo inaspettato. Il Sindaco Santo Borsellino e la Presidente Del Consiglio Comunale, avendola vista, mi hanno richiesto una copia da affiggere in Comune. Così ho fatto preparare una pergamena dentro un quadro e l’ho portata al sindaco. La cerimonia è stata semplicissima e distanziata, però personalmente per me è stata toccante e per i complimenti e perché ritengo sia un grande onore vedere questa poesia nella stanza del Sindaco”

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Sarebbe molto interessante per i lettori del Globus potere leggere la poesia che ha riscontrato tanto successo. La potrebbe scrivere qui di seguito?

“Con molto piacere. PER CATTOLICA ERACLEA (ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE) Di ‘ncapu li mura di lu Principottu C’è lu megliu quatru di Matri Natura Celu e mari s’ammiscanu i culura Tutta la valli e sciuri e virdura Fu accussì ca Franciscu di bottu: Dissi a so’ patri: “ Mitemu ‘sti disi E facemu nasciri un bellu paisi Pi dari onuri alla Riligiosa Maistà Catolica lu so’ nomu sarà!” Sunnu passati cchiù di 400anni E si ancora ccà, paiseddru miu Di tia nun cessa mai lu disiu Pi cu parti cu ‘na valigia ‘n manu Senza sapiri qual era ‘u so’ distinu! Passa la ‘stati, ottuviru e lu ‘n mernu Ma lu ricordu di tia resta sempri eternu E quannu po’arriva la PRIMAVERA TI PURTAMU ‘N CORI COMU ‘NA BANNERA!!! In Lingua italiana (traduzione) Di su le mura del ”Principotto” C’è il più be quadro di Madre Natura Cielo e mare mischiano i colori Tutta la valle è piena di fiori. Fu così che Francesco di botto Disse a suo padre: “Guarda che distese Perché non costruiamo un nuovo paese? In onore della Religiosa Maestà Il suo nome Cattolica sarà. Sono passati più di 400 anni E tu sei ancora qui, paesello mio Di te non finisce mai il desio Per chi partì con una valigia in mano Senza sapere qual’era il suo destino! Passa l’estate, l’autunno e l’inverno Ma il tuo ricordo resta sempre eterno! E quando poi arriva PRIMAVERA Ti portiamo in cuore come BANDIERA!!!

Concedetemi in ultimo di parlare del gioiello di Cattolica: Minoa Eraclea. Un sito archeologico di rara bellezza per la sua posizione in collina e di fronte l’azzurro mare africano e un litorale di sabbia finissima, contornata da una florida verde chioma. Secondo la leggenda Minoa fu fondata nel IV secolo A. C. dal re Minosse, che era venuto sulle nostre coste per vendicarsi del suo architetto Dedalo, fuggito in Sicilia e rifugiatosi presso la reggia del re sicano Kocalo. Dedalo aveva costruito il famoso labirinto, ma anche una mucca di cuoio, per ordine della regina Pasifae, moglie di Minosse. Ella si era invaghita di un bellissimo toro bianco con cui voleva accoppiarsi. Entro dentro a mucca e avvenne come lei desiderava. Da questo congiungimento nacque il famoso minotauro, che venne rinchiuso nel labirinto. Ma la collera di Minosse fu tremenda. Dedalo scappò, ma Minosse lo trovò nella reggia di Kocalo, che si mostrò ben disposto a cedere il prigioniero. Prima però lo fece banchettare bere a sazietà, attorniato da carezze e lusinghe, dalle sue tre belle figlie. Poi le ragazze lo trascinarono, invitanti, dentro una piscina e lì Minosse trovò la morte, non si sa se avvelenato o per indigestione o per soffocamento. I soldati lo riportarono nella nostra spiaggia E qua restarono per fondare una nuova colonia, chiamata appunto MINOA. Dopo diversi anni arrivarono una famiglia di nobili decaduti detti “ Gli Eraclidi”, che si dicevano discendenti da Ercole e riuscirono a fondare una bellissima città, con un meraviglioso teatro, con imponenti mura e un panorama fantastico. Minoa Eraclea però venne contesa dalle vicine città di Akragas e Selinunte e sottoposta a continue scorrerie dei pirati. Infine Cartaginesi e Romani fecero il resto. La cittadina divenne una colonia romana, e dopo qualche secolo fu completamente abbandonata e i suoi abitanti si sparsero lungo le contrade su cui poi sarebbe nata Cattolica Eraclea. A Minoa Eraclea che è sempre rimasta nel mio cuore ho dedicato delle poesie Ne cito due:

Eraclea: PRINCEPESSA SICULA D’ANTICA STORIA ANCORA NUN SI PERDI LA TO MEMORIA GIOIELLU ‘NCASTUNATU TRA CIELU E MUNTAGNA A LI TO PEDI U MARI D’AFRICA TI VAGNA ‘U PLATANI, SCURRENNU LENTU, PA SO VIA T’ACCARIZZA LA VITA MENTRI BRILLANTIA. QUANNU LU SULI I VOTA A PUNENTI, D’ARGENTU ERATU E D’ORU DIVENTI! OMU TI CANTA DDRU MARI ‘NCANTATU QUANU SIRINATI T’HA PURTATU… STENNI LI GRAZZA PI PUTILLU ABBRAZZARI PO’ S’ARRITIRA, STANCU D’ASPITTARI! E’ ‘N’INFINITA STORIA D’AMURI FATTA DI SECULI PIACIRI E SVINTURI…. ETERNA BELEZZA!

(MINOA ERACLEA) PASSARU MILL’ANNI E ANCORA DURA LU MARI AZZURRU CHI SI MURMURIA LI PETRI ANTICHI CHI PARLANU ANCORA E LA PINETA CHINA DI FRISCURA AMMIRU LU MARI E LU CORI SUSPIRA TANTA BILLIZZA PARI TUTTA MIA! QUANTU SI BEDDRA DI PRIMA MATINA AFFACCIA LU SULI E T’ALLUMINA: LA COSTA BIANCA E LA SABBIA D’ORU M’ASSETTU CU TIA E TROVU RISTORU BEDDRA SI DI ‘NCAPU ‘A MUNTAGNA TI VASA LI PEDI ‘U MARI CA TI VAGNA A TIA RIGINA, ASSITTATA NO’ TRONU DI LA ME GIOVINTU’ TI FICI DONU! IU MMICCHIAVU, MA TU BEDDRA RESTI NUN TI POTTIRU STRAZZARITI LI VESTI! NUN SEPRI LU MARI E’ GENEROSU VULIVA ARRUBBARI LU TO’ TESORU! OGNUNU CHI TI VIDI T’AMMIRA E SUSPIRA L’AMURI NASCI DI CORPU A PRIMA VISTA! QUANTU RICORDI NI’ LA MENTI CHI GIRA… LASSARITI ORA SA’ QUANTU MI COSTA? LU SA’ PIRCHI’ OGNI PIRSUNA T’APPREZZA? SI’ MINUA ERACLEA ETERNA BELLEZZA!!! IN LINGUA: “SONO PASSATI PIU’ DI DUEMILA ANNI MA IL MARE AZZURRO MORMORA SEMPRE LE PIETRE ANTICHE TI PARLANO ANCORA LA TUA PINETA E’ PIENA DI FRESCURA AMMIRO IL TUO MARE E IL CUORE SOSPIRA TANTA BELLEZZA SEMBRA TUTTA MIA QUANTO SEI BELLA DI PRIMA MATTINA! QUANDO SORGE IL SOLE E TI ILLUMINA LA COSTA BIANCA E LA SABBIA D’ORO MI SIEDO CON TE E TROVO RISTORO COME SEI BELLA VISTA DALLA MONTAGNA TI BACIA I PIEDI IL MARE CHE TI BAGNA COME REGINA SEDUTA SUL TRONO DELLA MIA GIOVENUTU’ TI HO FATTO DONO IO SON CRESCIUTO, MA TU AFFASCINANTE RESTI ANCHE SE TI HANNO STRAPPATO LE VESTI. NON SEMPRE IL MARE E’ GENEROSO E HA TENTATO DI RUBARE IL TUO TESORO! CHUNQUE TI VEDE TI AMMIRA E SOSPIRA NASCE L’AMORE DI COLPO A PRIMA VISTA QUANTI RICORDI NELLA MENTE CHE GIRA… LASCIARTI ORA SAI QUANTO MI COSTA? LO SAI perché OGNI PERSONA TI APPREZZA? SEI MINOA ERACLEA ETERNA BELLEZZA!!!”

E con questa parola “BELLEZZA”, che più si addice alla Nostra SICILIA, concludiamo questa interessante intervista. Alla prossima!

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