18 maggio, anniversario della nascita di Giovanni Falcone

Oggi si commemora la nascita del giudice Giovanni Falcone, brutalmente ucciso da “Cosa Nostra” nella strage di Capaci. Insieme a lui, persero la vita la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della sua scorta. Avrebbe compiuto 79 anni

Giovannifalcone

Giovanni Salvatore Augusto Falcone, conosciuto come Giovanni Falcone, nacque a Palermo nel quartiere di Kalsa il 18 maggio del 1939 e fu un magistrato. Il nome Salvatore gli fu dato in memoria dello zio Brigadiere, morto durante la prima guerra mondiale e Augusto perché il padre era un appassionato di storia. Crebbe in una famiglia molto agiata, il padre si chiamava Arturo Falcone ed era dirigente di un laboratorio chimico, mentre la madre Luisa Bentivegna era figlia di un ginecologo molto conosciuto. A un anno, dovette abbandonare con la sua famiglia la Kalsa, a causa della guerra e così si trasferì all’Isola delle Femmine. Nel 1943, la famiglia Falcone si trasferì nuovamente e andò a Corleone e dopo l’armistizio corto tornò alla Kalsa, dove però trovò il suo appartamento danneggiato dai bombardamenti. A causa di ciò, vennero ospitati a casa delle sorelle del padre.

Falcone frequentò la scuola elementare “Convitto Nazionale”, le medie alla scuola “Giovanni Verga” e poi si iscrisse al liceo classico “Umberto I”. All’età di 13 anni, conobbe Paolo Borsellino, che poi diventò il suo più grande amico e collega di lavoro. Nella sua adolescenza, conobbe anche Tommaso Spadaro e Tommaso Buscetta prima che intraprendessero la loro carriera criminale. Tommaso Spadaro è tutt’oggi un ergastolano e Tommaso Buscetta fu un boss mafioso, morto nel 2000. La carriera scolastica di Falcone, fu molto brillante, infatti si diplomò con il massimo dei voti e si iscrisse prima all’Accademia Navale di Livorno per diventare ingegnere e poi si iscrisse alla facoltà di legge dell’Università di Palermo, dove si laureò poi nel 1961 con 110 e lode.

Frasi Di Falcone E Borsellino Incredibile Frase famosa di Giovanni Falcone per non dimenticare la strage di

Nel 1964, vinse il concorso di Magistratura e nello stesso anno sposò Rita Bonnici. All’età di 26 anni divenne pretore a Lentini. Due anni dopo cominciò a lavorare presso il Tribunale di Trapani per dodici anni come giudice istruttore e sostituto procuratore, dove poi iniziò a nascere la sua passione per il diritto penale. Nel 1973 si trasferì al Tribunale di Trapani alla sezione civile e cinque anni dopo tornò a Palermo e iniziò ad occuparsi di diritto civile. In quell’anno, venne lasciato dalla moglie che alla fine rimase a Trapani e si innamorò di un altro uomo. Nel 1976 il padre morì a causa di un tumore e la sua morte lo scosse molto.

Nel 1979 dopo la morte del magistrato Cesare Terranova, accettò l’offerta di Rocco Chinnici (un altro magistrato), di passare all’ufficio istruzione della sezione penale, dove venne chiamato anche Paolo Borsellino. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, divennero così colleghi e dovettero occuparsi di oltre 500 processi. L’anno successivo, iniziò la sua prima inchiesta contro un costruttore edile molto rispettato, Rosario Spatola, che fu arrestato nel 1983 a New York dall’FBI.

La lotta contro la mafia, iniziò dal progetto “pool antimafia” (che si occupava dei processi di mafia a tempo pieno), idea di Chinnici, dove ebbe anche la collaborazione di Paolo Borsellino e Giuseppe di Lello. I magistrati coinvolti in questo progetto, avevano l’obiettivo di restituire Palermo ai cittadini onesti. La svolta della lotta alla mafia, fu l’arresto di Tommaso Buscetta, che a seguito di alcuni eventi decise di collaborare con la giustizia. Cosa Nostra fu la causa della morte di alcuni magistrati, tra i quali i collaboratori di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nel 1986, iniziò il maxiprocesso di Palermo contro la mafia, la cui sentenza inflisse 360 condanne.

Nel 1986, Falcone, fu vittima dell’attentato dell’Addaura, dove alcuni mafiosi piazzarono degli esplosivi a pochi metri dalla villa al mare affittata dal giudice per le vacanze. L’attentato fallì miseramente, perché si ritenne che gli attentatori non riuscirono a fare esplodere l’ordigno a causa di un difetto, dandosi così alla fuga.

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Dopo la morte di Antonio Scopelliti, avvenuta nel 1991, Falcone si sentì in pericolo e iniziò a pensare che il prossimo a rimetterci la vita, sarebbe stato lui. Infatti il 23 maggio del 1992, Giovanni Falcone venne assassinato in quella che poi venne chiamata strage di Capaci. Il tutto ebbe inizio quando stava tornando da un viaggio a Roma. Il boss Raffaele Gangi, seguì tutti gli spostamenti della scorta di Falcone. Una volta sceso dall’aereo, entrò in auto con accanto la moglie Francesca Morvillo dirigendosi a Palermo, imboccando l’autostrada A29. Il mafioso Gioacchino La Barbera, seguì l’auto, tenendosi in contatto telefonico con Giovanni Brusca e Antonio Gloè. Dopo qualche secondo dalla fine della telefonata, Giovanni Brusca fece esplodere tramite un telecomando, 1000 kg di tritolo che si trovavano in un cunicolo di drenaggio sotto l’autostrada. La prima auto con a bordo  gli agenti Montinaro, Schifani e Dicillo, saltò in aria, mentre la seconda guidata dal giudice Falcone, si schiantò contro un muro di cemento. Gli agenti della terza auto, rimasero solo feriti. Il giudice venne trasportato con l’elicottero dell’Arma dei Carabinieri presso l’ospedale civico di Palermo. Dopo alcuni tentativi di rianimazione, Giovanni Falcone morì, a causa dei molti traumi e lesioni riportati. Francesca Morvillo, morì invece qualche ora dopo. Il magistrato venne seppellito al cimitero di Sant’Orsola a Palermo, per poi essere trasferito nella Chiesa di San Domenico.

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