Universo De Andrè: Mario Arcari, Ellade Bandini, Giorgio Cordini e Peppone per Etna in Scena

Oltre 1500 persone hanno gremito gli spalti dell’Anfiteatro Falcone e Borsellino di Zafferana (CT) per seguire un concerto indimenticabile che rimarrà nella storia di “Etna in scena” di cui ha costituito uno degli eventi piu significativi ed emozionanti.DSC_4589

Stiamo parlando di “Universo De Andrè” presentato dall’Associazione “Sud del mondo”. Fabrizio De Andrè “si è raccontato” attraverso i suoi storici musicisti: Mario Arcari, Ellade Bandini, Giorgio Cordini battezzati come l’A-B-C dell’universo De Andrè che hanno fatto rivivere le magiche atmosfere dei concerti del grande cantautore genovese che come ha spiegato Bandini dovevano essere perfetti: <<La preparazione di una tournee con Fabrizio – ha spiegato – era un esercizio Yoga quotidiano, all’insegna di un grande rigore, perché aveva come scopo la realizzazione di un concerto “perfetto” per rispetto del pubblico pagante. De Andrè diceva che da Siracusa a Bolzano gli spettatori pagano un biglietto e non li dobbiamo deludere. Per questo provavamo per oltre 20 giorni e senza sosta fino a quando non si fosse creato un perfetto equilibrio tra le sonorità armonica, ritmica e melodica>>.
Inoltre ha aggiunto Cordini <<Le canzoni di Fabrizio a metà strada tra la musica e la poesia erano erano benscandite dal maestro che ci  teneva alla comunicazione delle parole e anche quando cantava “pensava” a comunicare il testo e con una puntualità e precisione anche a livello linguistico. Infatti cantava con una perfetta dizione>>.

19702864_1934582843496122_6313502369723392710_oAi tre storici musicisti si è aggiunta la voce possente di colui che ha fortemente voluto questo concerto e questa “reunion”: Peppone Tomaselli col suo timbro potente: <<Per me è stato un onore far rivivere con rispetto e assoluta umiltà la voce del grande Faber, sempre all’interno di una mia personalissima interpretazione. Sono contento di aver chiamato questi tre mostri di bravura fedeli amici e accompagnatori di quello che ho sempre considerato un mito, sin da bambino, quando cantavo le sue canzoni. l maestri hanno accettato subito di far rivivere l’“Universo De Andrè” attraverso questo concerto. Questo è per me una gratificazione importante che si aggiunge alla gioia che ho provato nel sentire il calore della gente in tutti i teatri e le Piazze siciliane quando ho cantato Faber facendo rivivere e mozioni e ricordi quelle stesse che il pubblico di Etna in Scena ha apprezzato e applaudito con grande entusuiasmo e commozione>>.

DSC_4566Oltre al background di Arcari, Bandini e Cordini con le loro magiche atmosfere e la resa perfetta delle originali sonorità dei concerti di De Andrè, si è aggiunta la contaminazione con i suoni mediterranei con al centro il marranzanu, il bouzuchi, u friscalettu, i tamburi a cornice, il mandolino a cura di grandi maestri come Nuccio Corallo (chitarra), Puccio Castrogiovanni (marranzanu e altri), Giuseppe Furnari (piano e tastiere), Orazio Peluso (basso), Annamaria Zappulla (voce e cori), Giovanni Caruso (percussioni). DSC_4488
In questo concerto echeggia il ricordo delle parole piu che mai attuali che Fernanda Pivano disse a De Andrè nel 1997 quando gli consegnò il Premio Tenco: <<Questo importante riconoscimento va a De Andrè il piu grande poeta in assoluto della musica italiana, il dolce menestrello che per primo ha parlato di pacifismo, di non violenza, di anticonformismo. Per questo invece di dire che “Fabrizio è il Bob Dylan italiano” è piu giusto dire che “Bob Dylan è il Fabrizio americano”>>.
Le tematiche portate avanti da De Andrè che ha cantato i problemi della società, l’amore, l’inutilità e il dramma della guerra, l’amicizia, gli emarginati, gli oppressi, gli umili, le prostitute, l’arroganza del potere e dei potenti, i ladri, i diseredati… sono emersi attraverso la bellissima scaletta tonante e incisiva grazie alla voce di Peppone.

DSC_4441In apertura grandi applausi per “Creuza de ma” e poi via via un crescendo di poesia e musica con “Princesa”, “Khorakhanè”, “Dolcenera, l’incalzante “Don Raffaè”, “Un giudice”. Il trio Bandini, Corini e Arcari hanno raccontato ricordi personali legati all’amicizia con De Andrè e poi hanno creato a parte una sorta di “spettacolo nello spettacolo” interpretando “Sidun”, “Se ti tagliassero a pezzetti” e la “Canzone dell’amore perduto”.
Poi ancora Peppone è ritornato sul palco con “Il bombarolo”, “Anime salve” (scritta da De Andrè assieme a Ivano Fossati) eseguita assieme a Cordini. E poi ancora “Amico fragile”, “Città vecchia”. A grande richiesta “Marinella”, “Bocca di rosa”, “Il pescatore”, “Volta la carta”, “Sand Creek”, “Gorilla”.
Svariati gli argomenti trattati da De Andrè e in particolare anche il tema della morte .In un’intervista è stato chiesto a Faber di cosa avesse paura: << Sicuramente della morte, non tanto della mia che quando arriverà se non mi darà il tempo di accorgermene mi farà provare una buona dose di paura. Invece mi fa paura la morte che mi sta intorno: lo scarso attaccamento alla vita che noto in molti nostri simili che si ammazzano per dei motivi molto piu futili di quanto non sia il valore della vita>>.

DSC_4420Sulla morte scrisse la canzone “Il testamento” ironica e accattivante dove tra le altre cose si dice “… quando la morte mi chiederà /di restituirle la libertà/forse una lacrima forse una sola/ sulla mia tomba di spenderà/forse un sorriso forse uno solo/ dal mio ricordo germoglierà/se dalla carne mia gia corrosa/dove il mio cuore ha battuto un tempo/dovesse nascere un giorno una rosa/la do alla donna che mi offrì il suo pianto/per ogni palpito del suo cuore/ le rendo un petalo rosso d’amore/…”.
Ma dal ricordo di Faber sono scaturiti tanti germogli che sono diventati una foresta. La sua è una presenza immortale che ha aleggiato anche sotto il cielo stellato dell’anfiteatro zafferanese e continuerà a vivere se persone come Peppone, Arcari, Bandini e Cordini continueranno a cantare le sue poesiee atramandare la sua eredità. La stessa Dori Ghezzi ha piu volte ribadito <<Lui è di tutti…di chi vorrà amarlo>>.

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