A Napoli l’appuntamento con il Funky Tomato Party

Sabato 6 maggio, a Napoli, l’appuntamento con il Funky Tomato Party presso Piazza della Santità unendo tre differenti anime artistiche musicali.
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Abbiamo ben chiaro che per produrre salsa di pomodoro non bastano gli agricoltori, i raccoglitori e i trasformatori, ma sono necessari i musicisti, i sociologi, i cuochi, gli attivisti. In poche parole, per fare la salsa di pomodoro senza sfruttamento dei lavoratori serve la cultura. Il valore di un barattolo di pomodoro non è determinato solo dal costo della manodopera, quello che vorremmo mostrarvi questa festa/spettacolo è che è necessario anche la partecipazione della cultura . Dove per cultura si intende sia il musicista, sia le tradizioni musicali, locali e del migrante, statiche e dinamiche; per cultura si intende il cuoco, le tradizioni culinarie, le leggende e le storie sul piatto e sul prodotto; per cultura si intende la ricerca come elemento fondamentale su cui costruire un percorso a lungo termine. 
Nella filiera agroalimentare contemporanea pochi gruppi dominano il mercato ormai globalizzato, ciò comporta lo sfruttamento intensivo di terra e manodopera, con un totale disinteresse per le persone e gli elementi naturali. Funky Tomato è una produzione di pomodoro a filiera partecipata che immagina e pratica un nuovo modello di produzione: attraverso i contratti di rete crea connessione tra agricoltori, braccianti e tutti gli altri elementi della filiera, trasformandola in una comunità consapevole del proprio valore economico, sociale e culturale. Perché una produzione si misura sempre più in base al suo impatto sulla qualità delle relazioni e dell’ambiente del territorio in cui opera. 

Per fare questo Funky Tomato ha deciso di intraprendere a partire dal 2017 un percorso di partecipazione che conduca alla costituzione di una fondazione che sarà sede del Fondo Funky Tomato. Questo fondo veicolato dallo strumento della fondazione di partecipazione svolgerà la funzione di garantire il processo di produzione, sia della filiera agroalimentare sia delle produzioni culturali. La produzione di uno spettacolo non è dissimile da una produzione agroalimentare. Si tratta di manualità, ritmo, parole, memoria e tecnica. Il Funky Tomato Party vuole dare una risposta alle dinamiche esistenti costruendo nuova comunità partendo dalle competenze, dalla memoria e dalla bellezza di Napoli la capitale del Mediterraneo.

E lo fa presentandosi con un cocktail a base di ibridazione musicale che riunisce al suo interno tre differenti anime artistiche, solo apparentemente molto lontane unite in Djelibit, disco prodotto dall’etichetta indipendente XXXV, con la collaborazione editoriale di IRMA Records , Materiali Musicali e Funky Tomato. Baba Sissoko + Nicodemo ft. Lilies On Mars rappresenta l’ultimo lavoro discografico di Baba Sissoko, polistrumentista griot maliano già noto per aver contaminato il jazz con la musica nera, che qui si avvale della collaborazione di Nicodemo, produttore discografico attivo da anni nel campo della ricerca musicale, e del featuring delle Lilies on Mars, duo femminile italiano ma di stanza a Londra che si muove fra alt techno e atmosfere shoegaze. Il risultato è qualcosa di unico: transetnicità e world beat contagiati da un’elettronica acida che manipola la tradizione africana e la trasla in una miscela di sonorità spurie scosse da ritmi technotribalizzati. Così come nelle migrazioni, l’Africa incontra l’Europa in una relazione dove non è mai prevista la colonizzazione (di uno stile sull’altro) ma la reciproca convivenza. 

Partito con un concerto clandestino organizzato con i compagni di Radio Ghetto Voci Libere al Gran Ghetto di Rignano nella torrida pianura ai piedi del Gargano, a 40 chilometri dalla tomba di San Padre Pio, dove nell’omertà totale c’è una bidonville di oltre duemila abitanti messi in condizioni di sfruttamento sotto il giogo del caporalato.

Il Ghetto di Rignano è un valico in uscita. Quando le rotte carsiche verso l’Europa si chiudono, qui la baraccopoli si riempie. È la capitale delle bidonville nostrane. La più grande. Un termometro del clima sociale. La compagine multietnica e multisonica di Djelibit in compagnia di amici/ospiti d’eccezione come #zulù e Valerio Jovine invita tutta la comunità di migranti presenti sul territorio napoletano per fare festa insieme e ricordare Mamadou Konate e Nouhou Doumbia i due giovani braccianti del Mali morti proprio nell’incendio del Gran Ghetto di Rignano lo scorso marzo.

Attraverso il pomodoro, un omaggio non oleografico al Mediterraneo, un gesto artistico che viene a ricordarci che il futuro o è plurale o non è.

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