Catanzaro-Catania, l’analisi: un film ormai in bianco e nero

I rossazzurri escono sconfitti dal campo del Catanzaro col punteggio di 2-1 arrivando così a cinque sconfitte consecutive. Un momento negativo che sembrerebbe non finire più

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Un film già visto. Purtroppo ben più di una sola volta. E’ questa la storia che si cela dietro Catanzaro-Catania, una gara che poteva essere quella della svolta ma che in realtà ha solo sottolineato per l’ennesima volta i limiti e il momento no dei rossazzurri. Un Catania partito verso la Calabria con l’idea di vincere, speranzoso a gara in corso di centrare quantomeno il pareggio e che si è trovato poi a raccogliere i cocci della quinta sconfitta consecutiva. Un tracollo davvero incredibile e difficile anche da spiegare.

L’ultimo ricordo felice dei rossazzurri è quello della vittoria di Messina, una gara che sembra lontana ormai anni luce considerato il periodo che vive ora la formazione etnea. Dopo il derby vinto infatti, solo sconfitte, a cui ora si va ad aggiungere anche quella di Catanzaro. Una gara iniziata nel peggiore dei modi quando, prima della metà del primo tempo, i rossazzurri si trovano sotto per due reti a zero complici anche delle ormai solite dimenticanze difensive. La speranza la riaccende Mazzarani quando trova l’imbucata su un buon assist di capitan Biagianti accorciando così le distanze e facendo sperare in una possibile rimonta. Così alla fine non è stato. I rossazzurri si trovano faccia a faccia non solo con i loro errori ma anche con la sfortuna visto che anche i legni si mettono a fermare quelle, a essere sinceri, poche occasioni da rete costruite nel corso del match.

Niente alibi o giustificazioni ovviamente. La mancanza di cattiveria, il poco cinismo e le rare conclusioni pericolose non possono chiaramente trovare conforto nel fattore “sfortuna” specie davanti alla quinta sconfitta consecutiva contro un avversario che, sulla carta, sembrerebbe decisamente inferiore ai siciliani. Eppure il Catanzaro ha fatto la sua partita, trovando subito il goal e riuscendo a contenere le sterili sortite offensive degli uomini di Giovanni Pulvirenti. Il tecnico – a differenza di quanto fatto col Foggia – ha optato per la soluzione Pozzebon dal primo minuto ma neanche l’ex Messina è riuscito a creare qualcosa di davvero concreto sotto porta. Un difetto che il Catania si porta dietro da inizio anno ma con la differenza che il Catania della prima parte di stagione segnava poco e subiva ancora meno mentre oggi le cose sembrano essere proprio cambiate.

Cinque sconfitte consecutive non sono più un campanello d’allarme ma un vero e proprio problema che va risolto. Sicuramente impossibile trovare la cura nell’inserimento di nuovi giocatori (per quanto ci possa essere la sensazione che a centrocampo manchi qualcosa), difficile anche capire se effettivamente un nuovo cambio alla guida tecnica, considerando il prossimo imminente impegno, possa davvero portare gli effetti sperati. Quel che è certo è che una squadra che può vantare nella propria rosa nomi del calibro di quelli che vanta la compagine rossazzurra non può cercare i propri limiti sul piano tecnico. Forse la componente psicologica sta giocando un brutto, amaro e triste scherzo alla squadra di Pulvirenti e la cosa che più rattrista la tifoseria rossazzurra è che dall’esterno sembrerebbe che ancora non si sia trovato il modo di uscire dal baratro in cui i siciliani sono caduti da più di un mese.

L’arrembaggio finale non è una consolazione. Gli episodi nel mondo del calcio sono determinanti ma, se non vengono da soli, bisogna riuscire a crearseli sfruttando l’intera durata di una gara cosa che il Catania sembra non riuscire più a fare. E con l’avvicinarsi di scontri decisivi per la corsa ai play-off e del finale di stagione bisogna necessariamente trovare una soluzione in fretta a tutti questi mali. Bisogna riuscire a staccare la visione di un film che è stato già visto e rivisto e per cui si spera possa esserci almeno un finale alternativo.

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