Università di Catania: assegnato il premio “Pirandello”

Simonetta Agnello Hornby e alle new scrittrici Blanco e Di Pasquale 
Il femminicidio: male che si deve raccontare

Premio letterario Pirandello nell’Aula magna del rettorato, promosso dall’Università e dall’Ersu di Catania, giunto alla sua terza edizione è stato assegnato, da una giuria presieduta da Sarah Zappulla Muscarà, (cattedratica a Lettere), alla scrittrice Simonetta Agnello Hornby, per il volume “Il male che si deve raccontare”. Altri premi sono andati ai migliori elaborati presentati dagli studenti universitari dell’Ateneo Catanese sul tema “La violenza sulle donne nella letteratura”. Moderatrice Michela Giuffrida che ha posto la domanda “dove sono gli uomini?”. La risposta è venuta dalla scrittrice italo-britannica Simonetta Agnello Hornby per la quale la violenza non è un semplice comportamento inaccettabile, è un reato, ma anche potere, che s’istaura nella coppia ed è dannoso. Il dominio e la violenza diventano spesso un rito e la donna deve imparare a leggere gli ordini del partner e quando si ribella pestaggi violenti. Nell’alta borghesia c’è più crudeltà, nasce una riflessione epocale: si passa dalla struttura patriarcale a quella paritaria e l’uomo è incapace di reggere una donna “in carriera”. Il teatro della violenza avviene prevalentemente in casa. La violenza domestica prima era un tabù, e la gente era convinta che si vivesse meglio fingendo che non ci fosse. Solo adesso le vittime iniziano a farsi coraggio e raccontano il male subito e spesso si sentono responsabili della violenza subita e ci vuole tanto tempo prima che escano allo scoperto. L’autrice sottolinea “la violenza è tra noi, nelle nostre case e in quelle dei nostri amici. E sui nostri posti di lavoro”. Nata a Palermo vive a Londra svolgendo la professione di avvocato e intende diffondere in Italia il metodo della “Fondazione internazionale per la sconfitta della violenza domestica”, ente creato da Patricia Scotland, già ministro della giustizia del governo Blair, che ha la finalità di ridurre violenze e abusi creando sinergia tra istituzioni centrali e territoriali. Il costo sociale della violenza domestica per la nazione inglese si aggirava intorno ai 23 miliardi di sterline annui, ne erano vittime 750mila bambini. Fra le tante strategie, protezioni e  sostegni da offrire ha creato le Multi-Agency Risk Assessment Conference con consulenti specializzati in violenza domestica (IDVA), la nuova figura introdotta per sostenere la vittima. In seguito a ciò si sono ridotti i casi di violenza.

In Italia nella fascia di età fra i 16 e i 50 anni le donne muoiono più per violenza domestica e sessuale. Nel 50 % dei casi è il marito o il convivente della vittima l’autore. Dal 2012 ad oggi sono state 2.061 circa le donne uccise; e sempre nel 2012 sono stati 127 gli omicidi di donne, di cui il 70,8% perpetrato in ambito familiare. Il suo narrare ha rappresentato una testimonianza di vita apprezzata dal pubblico con una sala emozionata e commossa

 

Sarah Zappulla legge le motivazioni affermando “quest’anno il nostro premio si è arricchito e impreziosito di una delle più importanti scrittrici contemporanee, raccogliendo storie di violenza che si intrecciano tra Sicilia, Africa e Inghilterra” continua, bisogna far emergere la verità esorcizzare il “male”. Del resto, con Luigi Pirandello, a cui non a caso il nostro premio è intitolato, se si vuole affermare una verità bisogna esibirla, gridarla, perché ciò di cui non si parla semplicemente non esiste…”. Marisa Scavo, procuratore aggiunto dalla Repubblica, ha esposto in modo brillante e  sintetico alcune considerazioni frutto della sua grande esperienza, di coordinatrice del gruppo di magistrati per le “fasce deboli” che sottolinea la gravità del fenomeno: “ il femminicidio  è l’eliminazione violenta di una donna in quanto donna” e rivolgendosi ai premiati nota la potenzialità che c’è nei giovani e l’università deve coltivarle e farle esplodere nella pienezza”.

Interessanti e intrecciati di alta cultura sono stati gli interventi del Rettore dell’Ateneo Giacomo Pignataro “gli studenti hanno dimostrato impegno e passione e noi avremo bisogno di tutte le loro intelligenze”, del presidente dell’Ersu Alessandro Cappellani “gli elaborati fanno e emergere riflessioni di ordine etico e filosofico”, di Gianpiero Panvini capo ufficio stampa del medesimo “dare voce a chi non ne ha, è un compito che la cultura deve sposare”, di Orazio Licandro in rappresentanza del Comune, sottolinea il cambiamento della nostra cultura patriarcale in una democrazia occidentale, retaggio forte in asimmetria sociale;di Giovanni Verga sindaco di Licodia Eubea, evidenzia è un problema antropologico di potere; di Anna Aloisi sindaco di Mineo che dimostra grande sensibilità per questo problema affermando “il mio è un paese di accoglienza, un Comune con 5.150 abitanti e il nostro centro ospita 4.000 immigrati, e mi chiamano mamma, il vero senso della cultura si misura nel modo in cui vengono trattate le donne”, di Sebastiano Spoto Puleo presidente del Rotary Catania Est, afferma che il Rotary ha percepito e sposato questo problema.

Agostino Zumbo ha recitato, appassionando la sala, alcuni brani degli scritti premiati riscuotendo lunghi applausi; momenti in cui il mondo teatrale e la narrazione si intrecciano in una profonda drammaturgia. lI premio a Sebastiana Maria Di Pasquale (facoltà di Medicina e Chirurgia), che afferma nel suo felice elaborato che giunge al cuore del tema “storie in cui il volere delle donne non viene considerato, le donne controllate dal mondo maschile”; II premio Caterina Liliana Blanco (facoltà di Scienze Umanistiche) propone attraverso una serie di eleganti riflessioni di ordine letterario, ideologico, storico-politico, con un periodare agile e fluido un ricco elaborato di grande efficacia comunicativa “alle donne l’amore non si perdona”.

Le menzioni d’onore sono state assegnate a Veronica Di Mauro,  Enrica Maria Esposito, Venera Giovanna Famoso, Clelia Maria Incorvaia, Barbara Prestianni e Alessia Vacante. Accanto al tavolo dei relatori una sedia vuota coperta da un panno scarlatto ricordava Stefania Noce, l’universitaria che ha subito l’efferato omicidio di un collega perché voleva essere libera nei suoi sentimenti. La sedia era vuota ma la sua figura è stata ricordata da tutti con affetto. E anzi la stessa Stefania ha parlato attraverso la voce di un’amica, Arianna Tranito, che ha messo in musica alcuni suoi versi.

L’amore inteso non come “possesso”, un pregiudizio antropologico da abbattere attraverso i libri, la cultura per acquisire consapevolezza. Anche Pirandello nel “Berretto a sonagli” elaborò la corda pazza di chi considera l’omicidio come rimedio al fallimento di un matrimonio o di un rapporto logorato, tra silenzi dolorosi e complicità fra vittime e carnefici.

 

 

a Cognita Design production
Torna in alto