Quando i risultati non fanno rima con lo spettacolo…

Uno dei maggiori “peccati” di Pino Rigoli è stato quello di non proporre un calcio spettacolare ed offensivo. Ma i risultati arrivavano a seguito di una grande solidità. Come lui, anche un ex rossoazzurro ha basato i propri successi europei su questa “filosofia”.

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Il calcio è lo sport più seguito al mondo e per alcuni anche il più bello ed imprevedibile, sul quale milioni e milioni di persone discutono appassionatamente. Ogni stagione è diversa da quella precedente e spesso si verificano dinamiche inaspettate che possono minare le certezze dell’ambiente e dei calciatori.

Quando stentano ad arrivare i risultati il capro espiatorio di tutti i mali è sempre l’allenatore, colui che in qualche modo deve saper portare a casa i punti richiesti per centrare l’obiettivo stagionale. E’ successo un po’ a tutti, da Ranieri a Mourinho passando da nomi meno illustri, ma non per questo meno importanti. Il Catania dopo l’allontanamento di mister Rigoli ha raccolto solamente due vittorie in ben undici partite, perdendo la propria solidità difensiva e posizioni su posizioni in classifica, cambiando due tecnici e modo di giocare. La piazza rimproverava il gioco non certo spettacolare al tecnico di Raccuja, ma, conti alla mano, gli etnei sotto la sua gestione tecnica riuscivano ad ottenere risultati, nonostante prestazioni non eccelse e qualche rovinoso incidente di percorso.

In Spagna, un ex tecnico rossoazzurro, mostrando un gioco non offensivo alla pari di Real Madrid e Barcellona ha saputo ottenere risultati eccezionali per le qualità a disposizione. Si tratta di Diego Pablo Simeone, oggi allenatore dell’Atletico Madrid ed ex centrocampista di Lazio e Inter. Sulla panchina dei “Colchoneros”, il “cholo” ha saputo vincere la Liga e raggiungere per due volte la finale di Champions League perse forse immeritatamente contro i cugini del Real. Molto criticato il suo (non) gioco, il “cholismo” non sarà certamente una filosofia di gioco spettacolare, ma è risultata essere molto pragmatica e produttiva, con i madrileni che al momento occupano il terzo posto in campionato ed hanno raggiunto le semifinali di Champions, attestandosi nuovamente tra le squadre più forti d’Europa.

Con le dovute proporzioni, com’è giusto che sia, ci sono delle assonanze tra l’avventura rossoazzurra ed il proseguo della carriera di Simeone ed i mesi trascorsi alle falde dell’Etna da Pino Rigoli. Poco champagne, tanta solidità. Mettere da parte lo spettacolo, spesso fine a se stesso, per raggiungere ciò che conta davvero: il risultato. Se, come detto, Simeone di questo modo di interpretare il calcio ne ha fatto una filosofia, l’ex tecnico dell’Akragas, d’altro canto, ha fatto buon viso a cattivo gioco. Col materiale umano a disposizione, con attaccanti in rosa dal rendimento che definire balbettante è un eufemismo, il cammino del Catania durante l’era “rigoliana” è stato più che soddisfacente. Purtroppo per lui, Rigoli ha pagato un curriculum non all’altezza delle aspettative della piazza, fattore che lo ha sempre fatto sentire in discussione, mai del tutto padrone della situazione ambientale.

Col senno di poi è indubbiamente facile, ma i numeri attuali del Catania stanno dando ragione al nativo di Raccuja. Senza di lui la squadra è precipitata in un profondo stato catatonico che non ne ha giustificato l’allontanamento. A poco importa se il gioco offensivo, arzigogolato, si vedesse di rado. Rigoli portava punti e, nel campionato vissuto dagli etnei, non c’era nulla di più importante. A poco importa se non diventerà mai un “simil-Simeone”, se la sua carriera non toccherà gli apici del tecnico dell’Atletico Madrid. Il concetto fondamentale è uno ed uno solo: spesso i risultati non vanno di pari passo allo spettacolo. E’ bene ricordarlo anche per il futuro, per prevenire eventuali, nuovi, errori di valutazione. 

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