Cancro: Gela parla di cure, prevenzione e orientamento

Convegno del 21 novembre dal titolo “Cancro: Gela parla di cure, prevenzione e orientamento” che si terrà nel Comune di Gela, organizzato dalla FARC&C, ha il patrocinio della Regione Siciliana, il Comune di Gela, Confindustria, Meic Services, Kiwanis, Lions e Rotary.

Gela – Scegliere il luogo dove potersi curare è un diritto di ogni cittadino e uno stimolo per le aziende locali a migliorarsi. La mobilità sanitaria, però, è anche traumatica per il paziente, soprattutto quando è vissuta non come diritto ma come necessità: o perché sul territorio non ci sono strutture adeguate o perché non se ne conosce l’esistenza. Partendo da questo deficit di conoscenza nasce il convegno del 21 novembre dal titolo “Cancro: Gela parla di cure, prevenzione e orientamento“.
Un primo momento di incontro per divulgare l’esperienza gelese. L’ospedale Vittorio Emanuele di Gela ha un reparto oncologico dotato di strutture e personale capaci di rispondere adeguatamente a molti dei casi di cancro della città e del territorio circostante. “L’idea che anima l’iniziativa è che a viaggiare dovrebbero essere i farmaci, e meno i pazienti, così da salvaguardare ancor di più la loro salute”. In apertura è stato proiettato un video messaggio del famoso oncologo Umberto Veronesi, figura di punta che ha partecipato con i mezzi viartuali.  “L’idea del convegno è partita dai pazienti – aggiunge il direttore dell’unità operativa – cioè da quei cittadini gelesi che vanno lontano a farsi curare, ignorando l’esistenza del nostro reparto. In alcuni casi è necessario spostarsi, ma in altri la terapia può essere condotta vicino al luogo di residenza“.
Quando una persona viene colpita da una patologia tumorale si trova smarrita, non sa dove andare e spesso lascia trascorrere tempo prezioso, in cui la malattia avanza“, dice Angela Lo Bello, presidente dell’associazione FARC&C (Fondere Assistenza Ricerca Cancro & Cultura), che collabora con il reparto e si occupa proprio di accogliere e orientare il paziente, supportando anche la famiglia nelle varie  fasi della malattia dal punto di vista umano e sociale. “Spesso, oltre ai costi del viaggio e di mantenimento lontano da casa, si subisce anche il trauma di spezzare i legami con familiari e amici, fondamentali per affrontare nel modo corretto il male. Col nostro sportello – prosegue Angela Lo Bellodiamo una mano a chi riceve una diagnosi di tumore, cercando di ricreare all’interno dell’ospedale un clima familiare, anche con momenti di svago, diffondendo così una cultura di apertura e confronto fra i pazienti e il territorio e di prevenzione fra tutti i cittadini“. Il senologo Giuseppe Di Martino ha ricordato che “la chirurgia di Gela ha un centro di eccellenza con la sua Breast Unit voluta dall’Europa ma che dal gennaio del 2016 la struttura (una ogni 500 mila abitanti)  dovrà  rispondere a precisi standard di qualità e alla richiesta di severi requisiti  tra cui almeno 150 trattamenti annui di carcinoma mammario e l’esistenza di una equipe medica multidisciplinare. Altrimenti verrà cancellata”. Centocinquanta casi di tumore mammario sono stati curati entro i primi 10 mesi di quest’anni. Mancano però almeno due medici per comporre l’equipe medica richiesta. Dal direttore della chirurgia del Policlinico di Catania, Alessandro Cappellani, è venuto l’invito a una maggiore informazione, a conoscere meglio i centri di diagnosi e cura più vicini ai pazienti, a superare il concetto che fuori è tutto meglio. “E’ una questione di fiducia – ha detto – e perciò bisogna sfatare i pregiudizi verso gli ospedali siciliani dove operano eccellenti medici e ottime strutture come quelle di Gela”. Il convegno, organizzato dalla FARC&C, ha il patrocinio della Regione Siciliana, il Comune di Gela, Confindustria, Meic Services, Kiwanis, Lions e Rotary e di tutti quei cittadini sensibili alla nostra causa.

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