Claudia Corbari con il suo libro “Arte e psicologia contro la violenza sulle donne”

Claudia Corbari il  suo libro dal titolo “Arte e psicologia contro la violenza sulle donne”  ha coinvolto,  negli anni, circa 200 artisti palermitani che con le loro opere hanno stigmatizzato il grave problema del femminicidio

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Claudia Corbari il  suo libro dal titolo “Arte e psicologia contro la violenza sulle donne”  ha coinvolto,  negli anni, circa 200 artisti palermitani che  con le loro opere hanno stigmatizzato il grave problema del femminicidio. Dilagante piaga sociale. Il libro della Corbari e’ stato adottato da alcune scuole palermitane per sensibilizzare i giovani ad una sana relazione con l’altro sesso.

Perché  ha scelto d diventare una psicologa?

“Sin da giovanissima, frequentando il liceo socio-psico-pedagogico, ho nutrito un forte interesse per la psicologia grazie anche alla mia docente dell’epoca che ha facilitato l’apprendimento della materia e mi ha supportata durante gli studi.

Con il trascorrere del tempo la psicologia è diventata una vera passione e, perciò, ho scelto di intraprendere i miei studi universitari in questo settore.

Tuttavia, ho compreso che il passaggio dallo studio della materia alla professione non è così immediato e la scelta di diventare psicologa è maturata nel tempo, contestualmente alla scoperta dei molteplici ambiti della materia. Ho capito infatti che adoro l’ambito clinico, così come quello emergenziale e, lavorando sul campo, ho compreso che diventare psicologa sarebbe stata la migliore delle scelte che potessi fare”.

Potrebbe raccontare ai lettori di Globus un episodio molto divertente m che le ha raccontato  un suo paziente ed  un episodio molto disperato?

“Credo che il lavoro dello psicologo sia molto complesso e che, chiaramente, si basi principalmente sulla relazione con le persone che chiedono supporto.

Nel corso del mio lavoro mi sono trovata spesso ad avere a fare con situazioni disperate ma anche, fortunatamente, con situazioni divertenti; questo dipende anche, ma non solo, dal settore nel quale lo psicologo opera.

La disperazione e il dolore li ho incontrati nel corso di esperienze lavorative effettuate in emergenza, quali i servizi in 118 o dopo i terremoti in Emilia Romagna e nelle Marche; in questi contesti il mio ruolo non è stato affatto semplice e ciò che mi ha guidata è stata soprattutto la mia formazione.

Gli episodi divertenti non vengono solo raccontati, ma talvolta vissuti in base al contesto in cui si lavora.

Il lavoro dello psicologo è vario, complesso, richiede molta formazione, ma per me è il lavoro più bello del mondo perché crea relazioni che, per loro natura, sono costituite da tutte le emozioni umane”.

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Come definirebbe la società di oggi in modo particolare la famiglia? Esiste ancora il senso della famiglia?

“Ritengo che ad oggi non si possa parlare di “famiglia”, ma si debba parlare di “famiglie” dal momento che esistono una molteplicità di sistemi familiari.

Il sistema famiglia si è infatti modificato nel tempo e, probabilmente, è diventato sempre più vario e complesso. Esiste la famiglia tradizionale, ma esistono anche quelle monogenitoriali, ricomposte, di fatto, omosessuali ecc. e ciò ha senza dubbio ampliato la complessità dell’essere famiglia oggi modificando la lente attraverso la quale si legge e si interpreta questo sistema così essenziale.

Credo che esista il senso della famiglia e credo che ognuna delle famiglie sopra citate viva l’esigenza di essere riconosciuta come famiglia con una sua dignità ed avente pertanto diritto di uno spazio sociale che ne riconosca i bisogni e le risorse”.   

Ci parli del suo libro. Una tematica molto sera e piena di risvolti  spesso drammatici.Anche  se il 2019 e’ appena iniziato  giaì sono state uccise molte povere donne

Qual’e’ secondo lei la vera efficace soluzione a questi drammi?

“Il libro “Arte e Psicologia contro la Violenza sulle Donne”, scritto da me e lo storico e critico d’arte Valentina Gueci, nasce da un progetto messo a punto e portato avanti nel territorio palermitano da entrambe e che ha coinvolto negli anni oltre 200 artisti che, con le loro opere, hanno saputo svelare le differenti sfaccettature della violenza.

Il testo, scritto in un linguaggio molto semplice e adottato da alcune scuole di Palermo, connette l’arte e la psicologia e trova un filo conduttore tra le dimensioni teoriche, emotive e relazionali. L’obiettivo del testo è senza dubbio quello di fare prevenzione su un fenomeno complesso come quello della violenza sulle donne partendo dall’arte e, quindi, dalla sfera emotiva, per arrivare alla dimensione cognitiva delle persone al fine di offrire strumenti conoscitivi in grado di riconoscere le molteplici tipologie di violenza e poter chiedere aiuto e supporto ai servizi preposti e presenti nel territorio.

Credo che una soluzione possa essere quella di diffondere la conoscenza del fenomeno fornendo a giovani e adulti gli strumenti per riconoscere se e quando ci si trova in una condizione violenta al fine di agire con cognizione e consapevolezza. Inoltre, conoscere le caratteristiche della relazione violenta più aiutare anche nella scelta consapevole della relazione di coppia da intraprendere e/o mantenere”.    

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