Vivisezione si o no ? L’ Italia rischia una” multa capitolare”

La Commissione vuole deferire l’Italia e prevede una “stangata” da 150 mila euro al giorno. La disputa sulla vivisezione rimane ancora aperta: tra direttiva parlamentare e antivivisezionisti

 

 

 

 

 

L’Italia sembra non aver recepito e, questa volta, rischia di pagar caro!

Roma si trova adesso sotto lente di ingrandimento per il mancato recepimento della direttiva, che regolamenta lo svolgimento di test scientifici sugli animali. Ora si rischia una multa da oltre 150 mila euro al giorno, che scatterebbe dal momento di una eventuale condanna da parte della Corte, secondo la proposta messa a punto dai servizi del commissario Ue all’ambiente Janez Potocnik. Ebbene si, perché l’Italia rischia proprio di esser deferita alla Corte di giustizia UE dalla Commissione europea per rispondere della non trasposizione nell’ordinamento nazionale della norma europea.

E se il Parlamento non farà il necessario per evitare la condanna dei giudici Ue, Bruxelles chiede che, a partire dal giorno della sentenza, l’Italia venga chiamata a pagare una multa da oltre 150 mila euro al giorno. 

La decisione della Commissione, salvo imprevisti, sarà formalmente adottata e ufficializzata domani ed era stata abbondantemente preannunciata. Già lo scorso giugno, l’esecutivo comunitario aveva lanciato un primo avvertimento alle autorità di Italia e Olanda – gli unici due Paesi a non aver rispettato né il termine del novembre 2012 per la trasposizione della direttiva nel diritto nazionale, né quello del primo gennaio 2013 per la sua applicazione pratica -, emettendo un cosiddetto ‘parare motivato’, ultimo stadio della procedura d’infrazione prima del deferimento alla Corte di giustizia di Lussemburgo.  Nel frattempo, infatti, l’Olanda – al contrario dell’Italia – ha fatto il necessario per far rientrare la minaccia di Bruxelles. 

 

 

 

 

Allo stato attuale, il nostro Paese, secondo le informazioni raccolte a Bruxelles, è rimasto oggi l’unico tra i partner Ue a non aver ancora recepito la direttiva numero 63 approvata nel settembre del 2010, una norma sulla protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici adottata dall’Unione, dopo un iter durato anni.

In realtà, il testo del decreto legislativo destinato a recepire la direttiva europea, dopo essere passato dalla Camera, è ora fermo al Senato. Tutto il suo iter è stato condizionato – e quindi rallentato – dallo scontro apertosi tra chi, con in testa Michela Brambilla, ritiene insufficienti le tutele per gli animali previste dalla nuova norma e chi sottolinea – come diverse componenti della comunità scientifica – la necessità di poter utilizzare, a determinate condizioni, delle cavie, per testare farmaci e altri prodotti potenzialmente pericolosi per la salute umana. Il dibattito sul controverso provvedimento, secondo l’agenda dei lavori parlamentari, dovrebbe riprendere il 3 marzo prossimo presso la Commissione Sanità del Senato

Ci potrebbero, quindi, essere i tempi tecnici per evitare una sentenza di condanna della Corte’, osservano fonti comunitarie. Sempre che la `minaccia´ di dover pagare pesanti multe convinca i parlamentari a superare l’impasse venutosi a creare intorno al testo del provvedimento. ‘Per l’Italia sarebbe opportuno recepire la direttiva nel testo originale, per non incorrere in ulteriori ritardi’, ha osservato la virologa Ilaria Capua.

La Lega Anti-Vivisezione ricorda ‘Abbiamo fatto due settimane di sit in davanti al ministero della Salute per accelerare l’iter. Lo scontro è sull’art.13 della norma europea, che limita alcuni tipi di esperimenti sugli animali, rende obbligatorio l’uso dell’anestesia e dà sostegno concreto ai metodi sostitutivi di ricerca, che non fanno uso di animali’.

Una disputa ancora aperta, che lascia ancora molte battute aperte e l’Italia con il rischio tangibile di veder alleggerite le proprie tasche!

 

 

 

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