Vita su Marte, la realtà oltre l’immaginazione

Un campione di roccia raccolto su Marte da Curiosity dimostrerebbe che ci sono condizioni propizie alla nascita della vita

Il mito dell’uomo colonizzatore di altri pianeti è stato da sempre nell’immaginario collettivo di noi cittadini della Terra. Che ci siano i presupposti affinché in un futuro, forse non troppo lontano, si possano creare le condizioni per allargare i nostri confini spaziali, sembra più che realistico. Secondo il sito della Nasa, il campione di roccia raccolto su Marte da Curiosity – il robot mandato in perlustrazione – dimostrerebbe che ci sono condizioni propizie alla nascita della vita. La missione intrapresa dalla Nasa ha una durata biennale; sono trascorsi sette mesi dall’inizio del progetto e già si traggono le prime conclusioni: la roccia analizzata è favorevole alla vita di agenti microgeni. Dal campione analizzato si è stabilito che ci sono tracce di argilla, solfati e altri componenti chimici. La nomenclatura delle sostanze ha permesso di dedurre che l’acqua abbia assunto un ruolo fondamentale alla nascita di sostanze argillose. Di fatto, la loro formazione è garantita dalla reazione tra molecole di acqua e minerali ignei come l’olivina, un silicato i cui campioni trasparenti sono duttili e malleabili, garantendo ottimi risultati se tagliati e lavorati.

 

L’ambiente nel quale può essere avvenuta la reazione, sarebbe leggermente alcalino, quindi non fortemente ossidato, né acido né salato. Il risultato? Un’acqua adatta alla vita. Lo scienziato John Grotzinger – che fa parte del pool di ricercatori che lavorano al progetto Curiosity – afferma che: “L’acqua su Marte si sarebbe potuta bere”. I buoni riscontri della missione fanno ben sperare per il proseguo, anche se i dati sono accettati con le dovute precauzioni. Continua Grotzinger: “Abbiamo caratterizzato un molto antico, ma stranamente nuovo Marte grigio, risalente ad un tempo in cui le condizioni erano favorevoli per la vita. Curiosity – conclude lo scienziato – è una missione di scoperta e di esplorazione; come team sentiamo che ci sono molte scoperte più emozionanti che ci aspettano nei mesi e negli anni a venire”.

La sfida di colonizzare il pianeta rosso non appare soltanto come un rimando cinematografico e  fantascientifico. Sembra proprio che la scienza corrobori delle aspettative tutt’altro che scoraggianti. I risvolti in termini di pressione demografica, ecologia e salvaguardia dell’ambiente, potrebbero trovare soluzioni in tale ambito? La lotta per accaparrarsi gli ultimi giacimenti di combustibili fossili, gli scellerati prezzi dei carburanti e l’inquinamento del pianeta in cui viviamo, sono tutte tematiche che subirebbero una rimodulazione alla luce delle nuove scoperte su Marte? Non mi sento di esprimere giudizi in merito e non possiedo la palla di cristallo per vedere come va a finire. L’auspicio è quello che, qualunque decisione sarà presa, si pensi alla vita come bene primario, una vita che passa inscindibilmente dalla salute dell’ecosistema.

Ai posteri l’ardua sentenza; ai presenti la facoltà di decidere del proprio futuro.

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