Viaggio nel Mito e nella Magia delle Leggende Siciliane: le “Trovature”, i segreti preziosi e nascosti in Sicilia

Le origini della leggenda delle trovature risalgono ai tempi antichi, quando l’umanità aveva una profonda connessione con la natura e l’ignoto. In molte culture, le trovature erano considerate regali degli dèi o segni del destino. Questa credenza ha dato origine a racconti di oggetti misteriosi che apparivano dal nulla o venivano scoperti in luoghi insoliti.

Il termine “trovature” si riferisce generalmente a oggetti o reperti che vengono trovati in modo inaspettato, spesso in contesti storici, archeologici o geologici. Questi oggetti o reperti possono avere un valore storico, culturale o scientifico significativo. Questa pratica ha dato origine a numerose narrazioni e leggende di “scoperte di tesori“, ossia al ritrovamento di ricchezze nascoste che hanno notevolmente migliorato la situazione economica di coloro che le hanno scoperte. Praticamente, ogni angolo della Sicilia ha la sua storia di tesori nascosti che sono stati alla fine riportati alla luce.

LeTrovature” in diverse Culture

La leggenda delle trovature ha manifestazioni in molte culture diverse in tutto il mondo. A esempio, nella mitologia greca, si racconta di Prometeo che rubò il fuoco agli dèi e lo diede agli esseri umani come una “trovatura” che avrebbe cambiato il corso della storia umana. In altre culture, come quella celtica, si credeva che oggetti magici come il Calderone di Dagda fossero trovati in modo misterioso e avessero il potere di produrre cibo in abbondanza.

Nella cultura nordica, le leggende delle trovature sono spesso legate a tesori nascosti oppure oggetti magici. Un esempio celebre è l’Anello del Nibelungo, che ha svolto un ruolo cruciale nel ciclo epico di Wagner “L’Anello del Nibelungo”. L’anello è stato descritto come una trovatura che portava con sé potere e tragedia.

Durante l’epoca musulmana e per molti secoli successivi, i siciliani, costantemente sottoposti a invasioni e tassazioni da parte di vari conquistatori, svilupparono l’abitudine di occultare i loro risparmi in maniera astuta e sotterranea. Questa pratica ha dato origine a numerose narrazioni e leggende di “scoperte di tesori”, ossia al ritrovamento di ricchezze nascoste.

Le “trovature” o “truvature” in Sicilia consistono in preziosi oggetti nascosti nelle grotte, nelle vicinanze delle chiese o in buche scavate nel suolo. Questi tesori erano stati occultati dai loro legittimi proprietari e in alcune occasioni non sono mai stati recuperati. La Sicilia è, indubbiamente, una terra ricca di queste straordinarie trovate.

Inoltre, il termine “trovature” può essere usato anche in senso più ampio per riferirsi a qualsiasi oggetto o scoperta che sia stata fatta casualmente o senza pianificazione. A esempio, potremmo dire: “Abbiamo fatto una trovatura nel mio garage oggi. Abbiamo trovato un vecchio libro raro che pensavamo fosse andato perduto.” In questo contesto, “trovatura” indica una scoperta inaspettata e positiva.

Le Trovature fatte in casa

Nella Sicilia antica, così come in molte altre regioni, esistevano diverse pratiche per nascondere tesori o beni di valore in casa. Tali pratiche erano spesso dettate da motivazioni legate a periodi di instabilità politica, conflitti o invasioni, quando le persone temevano il saccheggio o la confisca dei loro averi. Ecco alcune delle tecniche comuni utilizzate dai siciliani antichi per nascondere tesori in casa:

Muri segreti: una delle tecniche più comuni era quella di creare muri segreti o passaggi nascosti all’interno delle abitazioni. Questi passaggi potevano condurre a stanze o spazi nascosti dove venivano conservati i tesori. Spesso, i muri segreti erano costruiti in modo tale da non essere visibili dall’esterno.

Cantina o sotterranei: molte case antiche in Sicilia avevano cantine o sotterranei dove si potevano nascondere oggetti di valore. Questi spazi erano particolarmente utili perché erano al riparo da sguardi indiscreti e da possibili incursioni esterne.

Mobili speciali: alcune famiglie utilizzavano mobili speciali o armadi costruiti con scomparti segreti dove nascondevano i loro tesori. Questi mobili sembravano normali dall’esterno, ma avevano spazi nascosti all’interno.

Falsi pavimenti o soffitti: in alcuni casi, venivano creati falsi pavimenti o soffitti sopra i quali venivano nascosti i tesori. Questi potevano essere sollevati o rimossi solo da coloro che conoscevano il segreto.

Giardini o cortili: in alcune situazioni, i tesori venivano sepolti nei giardini o nei cortili delle abitazioni. Questi potevano essere sotterrati o nascosti sotto piante o strutture.

Camere sigillate: alcune famiglie sigillavano completamente alcune stanze o camere nelle loro case e nascondevano tesori all’interno. Questo rendeva necessario sfondare le pareti o i pavimenti per accedervi.

Sacche o contenitori speciali: molte famiglie utilizzavano sacche o contenitori speciali che venivano nascosti tra gli oggetti di uso comune in casa. Questi contenitori potevano essere inseriti in mobili o in altre parti della casa.

È importante notare che molte di queste pratiche erano utilizzate in periodi storici di instabilità o conflitto, quando le persone erano preoccupate per la sicurezza dei loro beni. Oggi, molte di queste tradizioni sono cadute in disuso, ma possono ancora essere riscontrate in alcune abitazioni antiche o nelle storie popolari della Sicilia.

Le Trovature tra i reperti archeologici della Sicilia

La Sicilia è una regione ricca di storia e cultura, e nel corso dei secoli sono state riportate numerose storie di trovature e scoperte straordinarie. Queste trovature spaziano dalla scoperta di antichi reperti archeologici a tesori nascosti e oggetti preziosi. Ecco alcune delle trovature più famose o significative associate alla Sicilia:

Tesoro di Morgantina: nel 1983, è stato scoperto a Morgantina, in Sicilia, un notevole tesoro di monete d’argento risalente al periodo della Guerra del Peloponneso (circa 415 a.C.). Questo tesoro comprendeva oltre 16.000 monete e rappresentava una delle più grandi scoperte di monete d’argento greche mai effettuate.

Tesoro di Gela: nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, venne scoperto il Tesoro di Gela, un gruppo di antiche monete d’argento risalenti al periodo dell’antica colonia greca di Gela. Questa scoperta è stata effettuata casualmente durante lo sminamento delle spiagge.

Val di Noto UNESCO World Heritage Site: la Val di Noto, situata nella parte sud-est della Sicilia, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Questa regione è famosa per le sue città barocche, tra cui Noto, Ragusa, e Modica, che sono state distrutte dal terremoto del 1693 e successivamente ricostruite in uno stile barocco, rococò. Queste città rappresentano una vera “trovatura” architettonica.

Reperti archeologici: la Sicilia è un’area ricca di reperti archeologici, tra cui i famosi templi greci di Agrigento, il Teatro Greco di Taormina. Queste strutture antiche sono spesso considerate vere e proprie “trovature” storiche.

Spiaggia di Selinunte: a volte, oggetti o reperti archeologici vengono scoperti sulla spiaggia di Selinunte, una città antica situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia. Queste scoperte possono includere frammenti di antiche ceramiche o altri manufatti.

La Leggenda dei Denari Incantati

Riportiamo, di seguito, un racconto trascritto da Salvatore Salomone Marino, figura di spicco all’interno della scuola di etnologia di Palermo fondata da Giuseppe Pitrè. La leggenda racconta di un giovane fidanzato, prossimo al matrimonio e proprio come richiedeva la tradizione dei tempi antichi, il fidanzato deve pensare a tutto ciò che serve per il pranzo di fidanzamento. Il giovane si accorse che, tra le tante cose, mancava la frutta secca e nel pensare al suo disagio davanti ai commensali, vide un albero di noce, molto distante da lui, ma non si scoraggiò pensando che era già settembre e che la sera sarebbe andato a raccoglierle.

La sera arrivò e lui quatto quatto si recò nel giardino dove stava piantato quel meraviglioso albero con i suoi frutti e si arrampicò. Nel frattempo, sentì delle voci provenire da una zona vicina e si spaventò nel vedere dodici persone armate soffermarsi a parlare proprio sotto quell’albero. Non aveva il tempo di scendere e scappare e, quindi, salì sul ramo più in alto e rimase in silenzio. Capì dai loro discorsi che non erano i padroni, ma dodici ladri che portavano carichi di monete d’oro da incantare sotto il noce. Per incantare i denari in un luogo prescelto, per poi ritrovarli in un secondo momento, si doveva “scannare” (uccidere) un uomo sopra la sepoltura di quel tesoro e il suo spirito adibito a sorvegliante di quel luogo. I dodici ladri decisero di tirare a sorte chi scannare. Tirarono e toccò a un giovinetto, che fu preso con la forza e nel frattempo che ammucchiarono tutti i denari per terra, e cominciarono a colpirlo fino a lasciarlo esanime.

Il sangue del povero giovane macchiò tutti i denari. Prima che esalasse l’ultimo respiro, i ladri gli dissero “Mettici il segno, a questo tesoro!” e, poi, fecero un giuramento di fedeltà con i loro coltelli insanguinati, che nessuno di loro avrebbe mai parlato, raccontato il fattaccio e che nessuno doveva prendere i denari e spenderli. Il moribondo rispose: “Il segno è questo: per spegnere questo tesoro, ci vuole che un giovane appena sposato consumi il matrimonio, per la prima volta sopra questo luogo, al chiaro delle stelle“. Appena pronunciò queste ultime parole, esalò l’ultimo respiro. Improvvisamente si videro sprofondare i denari e il morto e la terra si chiuse facendo sparire le tracce del misfatto appena compiuto. I ladri andarono via e il giovane che stava sull’albero fece un sospiro di sollievo. Scese dall’albero di noce e ritornò a casa.

Il giorno seguente, verso sera, va a sposarsi. Non appena ebbe fine la cerimonia, lascia tutti dicendo di dover sbrigare un affare e prendendo per mano la sua sposa si avviano verso l’albero di noce. La moglie non capisce e pensa che il marito avesse cattive intenzioni su di lei, ma lui la tranquillizzò. Arrivati all’albero, si coricarono e consumarono la prima notte di matrimonio. Nel frattempo, il tesoro venne a galla e le monete escono fuori dalla profondità della terra insieme all’anima del giovane ucciso, che sospirò queste parole “O sentisti, o vedesti, troppo da gagliardo l’hai fatta“. I giovani sposi, presi il bottino, tornarono a casa felici e ricchissimi.

Un elemento chiave di questa leggenda è il concetto di “fortuna” o “destino“. Spesso, le persone che facevano queste scoperte straordinarie erano considerate fortunate o predestinate a trovarle. Questo ha alimentato la convinzione che queste trovature avessero un significato profondo o magico.

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