Trentuno anni fa moriva suicida Primo Levi, sopravvissuto ai campi di sterminio di Auschwitz

“Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no”

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Primo Levi nacque nel 1919 a Torino da una famiglia di origini ebraiche. Nel 1921 nacque la sorella  Anna Maria, cui restò legatissimo per tutta la vita. L’infanzia di Primo Levi non fu molto felice, poiché sofferse di gravi problemi di salute. Nel 1934 si iscrisse al Ginnasio-Liceo D’Azeglio di Torino, celebre perché vi insegnavano docenti illustri e oppositori del Fascismo. Durante gli studi scoprì la sua passione per la chimica e la biologia, materie che seguì presso la facoltà di Scienze dal 1937. Mentre frequentava l’Università, il governo fascista emanò le leggi razziali, che impedivano ai giovani ebrei di frequentare gli atenei. Nel 1941 si laurea in chimica “summa cum laude” presso l’Università di Torino. Per ragioni di lavoro, nel 1942 fu costretto a trasferirsi a Milano e l’anno seguente si rifugiò sulle montagne sopra Aosta, unendosi ad altri partigiani. Venne però quasi subito catturato dalla milizia fascista e un anno dopo internato nel campo di concentramento di Fossoli e successivamente deportato ad Auschwitz.

cracovia-097 Venne liberato il 27 Gennaio 1945 anche se il suo rimpatrio avvenne solo nell’ottobre. Nel 1947 pubblicò “Se questo è un uomo”, il suo romanzo più noto. Nel 1963 pubblicò il suo secondo libro “La tregua” col quale vinse il premio Campiello. Compose altre opere, tra cui una raccolta di racconti dal titolo “Storie naturali”, con il quale gli venne conferito il Premio Bagutta; una seconda raccolta di racconti Vizio di forma, una nuova raccolta Il sistema periodico, con cui gli viene assegnato il Premio Prato per la Resistenza; una raccolta di poesie L’osteria di Brema; La chiave a stella; La ricerca delle radici; Antologia personale; Se non ora quando con il quale vince il Premio Campiello per la seconda volta e infine nel 1986 “I Sommersi e i Salvati”.

Levi non riuscì mai a superare il trauma dei campi di concentramento e della guerra. Fu per questo motivo che si suicidò l’11 aprile del 1987.

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