Tra Storia e leggenda la festa di S.Valentino

Il mese di febbraio,  per gli anitichi romani, era il periodo  in cui ci si preparava all’arrivo della primavera (ritenuta la stagione della rinascita).
Si iniziavano i riti della purificazione: le case venivano pulite e vi si  spargeva del sale ed una particolare farina. Verso la metà del mese iniziavano le celebrazioni dei Lupercali (cioè dèi che tenevano i lupi lontano dai campi coltivati).
I Luperici, l’ordine di sacerdoti addetti a questo culto, si recavano alla grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo e qui compivano i sacrifici propiziatori. Il sangue degli animali veniva poi sparso lungo le strade della città, come segno di fertilità.
Ma il vero “evento” per la gioventù romana di allora era rappresentato da una specie di lotteria dell’amore. I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un’urna e opportunamente mescolati.
Quindi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinchè il rito della fertilità fosse concluso. L’anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie.

Solamente nel 496 d.C Papa Gelasio annullò questa festa pagana sostituendola con quella di San Valentino vescovo, martirizzato dall’imperatore Claudio II in quanto univa in matrimonio giovani coppie alle quali l’imperatore aveva negato il consenso. Il 24 febbraio, 270, San Valentino fu lapidato e poi decapitato, sembra che, prima della sua esecuzione, Valentino, innamoratosi della figlia cieca del suo carceriere, Asterius,  le scrisse una ultima lettera firmandola “dal tuo Valentino“, frase che è arrivata fino ai nostri giorni. La fanciulla potè leggere il messaggio d’ addio perché la vista gli tornò miracolosamente.

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