TEATRO MAGICO ‘ALLE ARMI’, SUCCESSO AL ROOTS PER LA RASSEGNA ‘RIGENERAZIONI’

Finisce l’anno con Rigenerazioni al ROOTS di Catania. Onore ‘Alle Armi’ di Antonella Caldarella: prospettando una ‘pacifica’ rivoluzione del pensiero dentro un Teatro Magico tra maschere e specchi deformanti.

Fine anno nello spazio artistico Roots, di via Borrello 73 a Catania, è andato in scena lo spettacolo ‘Alle Armi’, per la rassegna ‘Rigenerazioni’, prodotto dal Teatro Argentum Potabile, scritto, nel 2017, e diretto ancor oggi da Antonella Caldarella.

Uno spettacolo “immersivo” nello stile, dove lo spettatore entra di diritto a far parte osservativa nella recitazione, sentendosi coinvolto, sia storicamente che per l’attualità dello stesso testo, con gli stessi attori: rumori, percussioni, grida invocative, ossessive, condite da un’attenta recitazione incrociata fanno da contraltare alle musiche performanti che accolgono lo spettatore,  stupito e forse atterrito all’inizio, a sempre più coinvolto dal testo fino alla fine.

Abbiamo sentito la regista e riletto la sua dichiarazione: “Oggi più che mai questa piecè teatrale rispecchia il periodo che stiamo vivendo. Ho la pelle d’oca a pensare che quello che ho scritto quasi cinque anni fa sia ancora attuale. Questo fa parte della magia del teatro contemporaneo, una sorta di giochi fra specchi, tra realtà e finzione“.

Ed è proprio vero, partecipando attivamente allo spettacolo, si apprezza la contemporaneità endogena di temi che ci appartengono, di temi che ci calzano nell’intercedere dei Tempi. Si apprezza nelle Caldarella una sua linea poetica non nuova, già iniziata con la rappresentazione di ‘Tempo non Tempo’, tratti teatrali intensi per “contenuti metafisici e politici che scuotono le coscienze e stimolano cambiamenti di prospettiva“.
È uno spettacolo inusuale, immersivo, gotico, adatto a chi ne sentirà il richiamo per una chiamata “Alle armi” per una rivoluzione possibile, quella del pensiero, dell’agire, del costruire un nuovo mondo. Sarà necessario farlo, per lo meno a teatro è possibile.
Pochi spettatori a cui si aprono le porte del Teatro Magico e una volta varcata la soglia, si entra in un universo diverso, forse, un mondo parallelo, dove quattro giovani e bravi attori, ci invitano, a ruoli incrociati, a fare parte del gioco consegnandocene il rituale magico..
In questo luogo, il Gioco si fa Rito, sì, ma il Rito è per Gioco?
Ecco l’Essenza nelle note che descrivono la Megia Rituale: All’interno del Teatro Magico viaggiatori curiosi, inquieti, passano un po’ del loro tempo annoiati, forse o ammaliati? Un mondo intero racchiuso in una stanza, che diventa storia, sempre una che si ripete all’infinito, frammentata in immagini del passato. Che luogo sarà mai? una stanza segreta abitata da bambole e soldati, principi e regine, servi e padroni.. un labirinto di specchi deformanti in cui maschere aspettano di essere indossate da qualcuno, tolte da qualcun’altro?
Un luogo dove un folle sognare esplode con i colori della gioventù, un rito collettivo alla fine della quale ogni visitatore rischia di perdere la maschera da Viaggiatore e scoprirsi semplice passeggero.
Una chiamata “Alle Armi” con Andrea Cable, Giulia Giurato, Maria Riela, Chiara Sciuto. Ottime le musiche scelte: Einsturzende Neubauten, The Ex, Sutari
Scene e costumi di Roberta Cannavò – Serena Catella – Denise Falco
Datore luci: Clara Baudo.
Ufficio stampa: Antonella V. Guglielmino

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