Sull’isola di Obuda in 400mila si sono riuniti questo anno per celebrare la musica, le arti e la libertà.
Quando si va ad un concerto ci si aspetta di trovare fila all’ ingresso e magari anche tutto intorno, ma quando ci si trova a Budapest durante quei dieci magici giorni di agosto capiterà sicuramente di trovarsi difronte ad un interna città in movimento.
Budapest di per se è brulicante di giovani e di opportunità è però ad agosto che si colora delle più svariate bandiere per ospitare il miglior festival d’Europa , premiato anche quest’anno come Best Major Festival al EFA.
Non serve che tu sappia dove
andare ti basterà seguire il fiume di gente che va verso la stessa direzione per poi ritrovarti li difronte a quel ponte pieno di bandiere e colori che sembra quasi l’ingresso ad un mondo magico.
Dall’altra parte si entra effettivamente in un altra dimensione, l’isola che c’è dove tutto è possibile.
Tutto è reale e tangibile come tangibile è l’aria di gioia e voglia di condivisione. Si è tutti una grande famiglia, tutti a condividere la stessa voglia di divertirsi con la sola preoccupazione di dover scegliere a quale concerto assistere, quale attività fare tra le centinaia proposte.
Oppure semplicemente rilassarsi su un prato salvo poi essere sorpresi dagli innumerevoli artisti di strada girovaghi che rendono l’atmosfera ancora più frizzante.
Quest’ anno calendario ricchissimo e variegato come sempre, ormai una garanzia che smuove mezzo milione di ragazzi da tutto il mondo ogni anno.
Grandi nomi si sono susseguiti sera dopo sera e bisognerebbe dedicare pagine intere alle singole esibizioni, perché quando passi dal istrionico Robbie Williams all’ eterea Florence non puoi che sognare ad occhi aperti, salvo poi trovarti nella mischia con Limp Bizkit e Kasabian, migliaia di corpi che ondeggiano e si scontrano senza sosta ma con rispetto.
Asaf Avidan anche se non al massimo della forma è riuscito a intrigare con la sua voce tagliente intoando spesso insieme al pubblico le sue canzoni.
Si intrecciano band della scena indie come Alt J e Kings of Leon con la più pop e grintosa Ellie Goulding, non ci si sente mai spiazzati da questo mix è quasi un percorso musicale studiato.
Colpisce infatti vedere facce di gente in prima fila per Limp Bizkit esserci anche per la Goulding. Allo Sziget va così, è facile aprisi e avventurarsi quando la scelta è così vasta, molte volte basta seguire il proprio istinto.
I Qumby presenti spesso in scaletta, e artisti ungheressi famossissimi hanno tenuto molto bene il palco e anche i non ungheresi, travolti dalla loro carica, hanno intonato i loro brani.
Il main stage ha visto anche altri grandi nomi, molti dj e producer come Avicii e Martin Garrix che hanno infiammato qualcosa come 90mila persone e Major Lazer con il loro show variegato e interattivo con tanto di Crowd Dancing Ball tra la folla.
Ma la bellezza del festival sta anche e soprattutto nelle piccole gemme incastonate tra un coliseum, riproduzione in piccolo del Colosseo fatto con pallet dove si può ascoltare il meglio della techno e la spiaggia, luogo di relax per eccellenza, grazie anche alla musica chill out.
Puoi entrare nel tendone da circo dell A38 dove l’atmosfera rende ancor più magici alcuni dei live più potenti dello sziget: Knife Party, Infected Mushroom.
O ammirare l’eleganza di band come Interpol e Balthazar che rilassano l’atmosfera evitando che la grande tenda prenda fuoco.
Per chi volesse sentirsi a casa anche in terra straniera è possibile visitare una delle aree più vive e interessanti ovvero quella vicino all’Europa stage dove si alternano band di musica folkroristica da tutta Europa, il nostro Roy Paci ha portato i suoi colori e suoni su quel palco.
Spostandoci di poco troviamo il frutto di tanto sacrificio ma soprattutto passione, l’Alternativa Camping, che tra le varie zone di campeggio è quella più rilassata ma anche quella dov’è si mangia meglio con un vero e proprio ristorante italiano, affiancato dal Medimex light stage, palco dove si esibiscono molto artisti, non solo italiani.
L’Alternativa s.r.l. ha infatti saputo ritagliare questo spazio curandone ogni particolare e intringando non solo italiani ma anche ragazzi da tutta europa, complice anche l’incontrenibile calore pugliese che trasmettono.
L’ Art zone e i vari Luminarium e iChing labyrinth sono attrazioni che da sole varrebbero il biglietto giornaliero insieme alle altre opportunità che si hanno: Fuerza Bruta uno spettacolo unico nel suo genere, spettacoli teatrali e di danza, ma è l’Hungaricum village a colpire di più nella sua semplicità e nella sua divertente impostazione è un ottimo punto d’incontro con il popolo e con la cultura del posto, quindi passando allo sziget si può prendere un’oretta di tempo da dedicare alle lezioni di danze tipiche unghersi, oppure semplicemente perdersi in quelle tende così allegoriche e simpatche.
Insomma, una varietà di opportunità e una sensazione di gioia che pervade un’isola intera per sette giorni tali da regalare una vera e propria vacanza non solo una serie di concerti uno dopo l’altro.
Molti la considerano la vacanza perfetta, chissà cosa riserverà il prossimo anno nell’attesa iniziate a preparare i bagagli, agosto 2016 è vicino.
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