“Smettila di lamentarti”, l’Evento Motivazionale di Salvatore Noè incanta Zafferana. Nostra esclusiva

CATANIA – “Smettila di lamentarti“, atto II, è stato l’Evento Motivazionale che ha coinvolto ben 2.500 spettatori all’Anfiteatro ‘Falcone-Borsellino’ di Zafferana Etnea, per il cartellone Etna in Scena 2013, mattatore della serata, lo psicoterapeuta e life-coach, Salvatore Noè
Un grande evento che ha avuto come temi cardini: la perdita dei valori e il disfacimento della società. Si ricorre sempre più spesso a dei palliativi per non superare i blocchi e i problemi che la vita inesorabilmente ci presenta, facendo ricorso alle ‘stampelle’ che sono rappresentate da: alcool, gioco d’azzardo e droga. Bisogna trovare dentro di sè la forza per risalire dal buio e scorgere la luce. Spettacolo coinvolgente, anche grazie l’ausilio di  micro-filmati e slide che inchiodavano la gente alla poltrona, per agire verso il cambiamento e migliorare la Vita. Messaggi chiari contro le insidie della società attuale hanno caratterizzato il tema della serata: Andiamo avanti con un unico obiettivo: DIVENTARE MIGLIORI! E alla fine tutti con i cartelli su: Vietato lamentarsi!
Da Zafferana parte anche un grosso invito ad andare a vedere la mostra di Taormina sulle Macchine di Leonardo da Vinci, curata da Maria Gabriella Capizzi. 

Globus Magazine l’ha incontrato con curiosità, intervistandolo in redazione.

Ci spieghi qual è il suo lavoro?

“Cerco di tirar fuori dai miei pazienti le loro potenzialità attraverso delle tecniche, utilizzando dei meccanismi prettamente mentali che mi aiutano in questo lavoro. Bisogna coniugare  la mente con il corpo, cerco il modo migliore per utilizzare la macchina emotiva che abbiamo a disposizione. Quindi, inizialmente ho un approccio clinico e, poi successivamente, umano. Parto dal deficit del paziente, quello che gli causa delle difficoltà, o nel mondo lavorativo o in quello emotivo, molte volte legato a dei traumi, poi inizio a lavorare sulle potenzialità. In Italia, ci sono molti formatori, ma pochissimi che hanno una formazione medica. Per me, il miglior risultato è quando riesco a tirar  fuori dal paziente quello che realmente è, cercando la strategia migliore per quell’individuo, nel mio lavoro cerco di estrapolare la tendenza unica, la pietra miliare che c’è dentro”.

Quale tipologia di clienti ha?

“Sono soggetti affetti da ansia, oppure afflitti da problemi familiari, con i figli  o, chi ha subito un trauma depressivo perché ha perso una persona importante e da quel momento non riesce più a reagire alla vita. Molte volte vengo contattato, anche dalle aziende  per migliorare le performance dei lavoratori. Quindi, organizzo sedute sia di gruppo che singole. Come nel caso di un manager, che non riesce a svolgere il suo lavoro, magari, perché non ha la giusta competenza, le abilità ed entra in tilt nel momento dello stress”.

La crisi economica ha inciso sul suo lavoro, facendo aumentare il numero di clienti?

“Io penso che i problemi di carattere economico sono sempre legati a problemi di carattere valoriali, la vera povertà non è quella economica, ma quella interiore. Quindi, io cerco di lavorare sulla ricchezza interiore, perché anche se hai i soldi, ma sei povero dentro, vivi male. La gente pensa al suicidio perché non trova altri motivi dentro di sè per vivere, oppure, cerca di risolvere il problema, giocando con la macchinetta, con il Gratta e Vinci, chi trova rifugio nel gioco non investe sulle potenzialità, ma sul limite, entrando in un circolo vizioso. Le chiamo le “uscite delle stampelle”. Faccio un esempio pratico, quando una persona è zoppa, pensa ad appoggiarsi alle stampelle, invece, di recuperare l’arto, in questo caso, le stampelle sono rappresentate da: droga, gioco d’azzardo, alcool. Fenomeni sempre più crescenti legati all’essenza dell’essere umano, che non c’è più”. 

Cosa sono gli eventi motivazionali?

“La mia idea è quella di fare un lavoro che possa svegliare la gente, dire basta alle negatività! “Smettila di lamentarti” è già al secondo anno,  il primo anno ho cercato di trasmettere alle persone su come smettere di lamentarsi e di investire, invece, sulle potenzialità che abbiamo. Il motto deve essere  “diventa il meglio di te”, insomma, sarà la festa di una vita. Quest’anno, invece, parlerò di come evitare di farci male nuovamente”.

Quando ha pensato di fare queste manifestazioni che coinvolgono moltissime persone?

“Ho fatto una riflessione sulla mia indole, sul mio linguaggio, sulla mia semplicità. L’idea è arrivata, la prima volta, quando feci un Master a Boston, nel 2001, con quello che io reputo uno dei miei maestri, Anthony Robbins, dove ho appreso  come utilizzare il corpo,  la respirazione, la fisicità. All’inizio fu una scommessa con me stesso perché mi hanno chiesto di riempire un anfiteatro e, 300 persone sembravano tante per un progetto nuovo. Poi, ho fatto tesoro di quello che mi ero conquistato da me con le mie forze, superando  tutta una serie di blocchi”.

Ma cosa pensava di fare da grande?

“I miei genitori volevano un futuro diverso per me, lavoravo per l’industria dolciaria di famiglia, ma io non mi ci trovavo, infatti, quando ero all’opera mi mettevo le cuffie e ascoltavo poeti, filosofi, che mi hanno aiutato molto. Quindi, mi sono chiesto se mi conveniva fare quella vita banale o se conveniva rischiare e “ribellarsi un po’ al sistema”  e, così rischiando, ho intrapreso la strada accademica ed oggi sono un ricercatore universitario, insegno psicologia sociale alla Kore di Enna. Il tutto è stato possibile perché ho deciso di scommettere su me stesso. Ho scritto un libro sul come fare un lavoro per 30 anni, anche se non ti piace, in questo modo ci facciamo del male quotidianamente, invece, bisogna cercare di superare sempre i limiti, mettersi in gioco, ma in molti non sono pronti a fare questo salto, allora rimangono lì e si accontentano”.

Quanto ha influito la filosofia orientale nella sua formazione?

“Moltissimo, ho fatto numerosi corsi zen, buddisti, taoisti, la mia forza è quella  di riuscire a guardare il mondo con un atteggiamento di apertura….non perdo tempo a giudicare, mi alleno, ho fatto una terapia personale di cinque anni, è tutta questione di allenamento”.

Chi sono stati i suoi maestri?

“Io ho due maestri, che sono stati fondamentali nella mia formazione professionale: Anthony Robbins americano, numero uno al mondo per quanto riguarda il settore della formazione, della comunicazione  e THICH NHAT HANH, che ha avuto la nomination per il “Premio NOBEL per la PACE” e i ritiri che ho fatto con lui mi sono serviti molto a trovare una mia dimensione”.

Dopo questa piacevole chiacchierata
…smettiamola di lamentarci e rimbocchiamoci le maniche!

 

 

 

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