Shia Labeouf a Cannes 2016 in “American Honey”

Andrea Arnold racconta la generazione no future. Un film sul sotto-lavoro giovanile americano, questo in corsa alla 69esima edizione del festival del cinema di Cannes. “ American Honey”, della regista Andrea Arnold, nasce da un’inchiesta del New York Times del 2007 e racconta una generazione ‘no future’ che combatte la disperazione a forza di droga, come i soldati americani in Vietnam e in Iraq, ma anche di musica, sesso e piccoli furti.

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Questa la trama. Star (Sasha Lane) si unisce al gruppo e lascia senza troppi rimorsi due figli piccoli a casa e vive questa avventura con una disinvoltura più che superficiale. E vivrà un amore complicato con il folle Jake (, contrastato dalla manager del gruppo (Riley Keough). La pellicola, che racconta una generazione on the road, è ispirata a un articolo del New York Times del 2007 dal titolo ‘Porta a porta, lunghi viaggi e magre ricompense’ .

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L’inchiesta, scritta da Ian Urbina, racconta una generazione che vende abbonamenti e riviste porta a porta, organizza feste a luci rosse, piccoli furti e amori improvvisati mentre attraversa il Midwest americano, e per divertirsi si fa di crack, birra ed erba. Affascinata da questa subcultura, la regista ha seguito per un anno uno di questi gruppi imitando la loro vita, e tutte le loro avventure. Dice infatti la Arnold:- ”Sono andata a sedermi sulla spiaggia e guardavo le migliaia di adolescenti che passavano. Ho praticamente fatto parte del casting nel parcheggio di Walmart”. E continua la regista britannica parlando della colonna sonora del film che va da  Sam Hunt a Kevin Gates, da Lee Brice a Juice J:-“La musica è la poesia quotidiana della vita di questi ragazzi. Come capita sempre per tutto cio’ che amiamo”. Ci si era promessi che avremmo dormito negli stessi hotel, molto economici, e che ci saremmo spostati solo per strada non usando nessun aereo, utilizzando infine solo figuranti del luogo”.

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