Rosario Livatino, 33 anni dall’uccisione del magistrato “integerrimo e coraggioso”: le parole del Presidente Schifani

Nel giorno del ricordo del giudice beato, le parole del Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

Sono passati ben 33 anni da quel maledetto 21 settembre del 1990, giorno in cui il magistrato Rosario Livatino è stato ucciso a soli 38 anni per mano mafiosa. Il piombo degli uomini della Stidda (organizzazione mafiosa di Agrigento) raggiunse il “giudice ragazzino” in un giorno come tanti, lungo la strada che dalla sua casa di Canicattì lo portava al Tribunale di Agrigento.

Aveva rifiutato la scorta Livatino, coraggioso e incorruttibile. Non solo un magistrato, ma anche un uomo di fede. Non a caso è stato beatificato il 9 maggio del 2021.

Nel suo servizio alla collettività come giudice integerrimo, che non si è lasciato mai corrompere, si è sforzato di giudicare non per condannare ma per redimere“, queste le parole di Papa Francesco nel corso della cerimonia per la sua beatificazione.

Trentatre anni dopo il ricordo è ancora vivo. Queste le parole del Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in ricordo del giudice beato: “Rosario Livatino è stato un magistrato integerrimo e coraggioso che ha dedicato la sua vita alla ricerca della giustizia, all’affermazione della legalità e dello Stato di diritto contro la mafia, contro ogni forma di violenza e di prevaricazione“.

Era un uomo mite che ha vissuto nel quotidiano l’insegnamento evangelico, facendo coincidere i principi della sua fede con la pratica della sua professione. Senso delle istituzioni, rigore morale, dedizione assoluta, autorevolezza e grande umanità sono i tratti distintivi di questo martire siciliano, che è un esempio per tutti e la cui memoria deve essere onorata ogni giorno perché ci ricorda come la mafia debba essere contrastata senza esitazioni“. Così conclude il presidente Schifani.

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