Rianimate il Catania!

Non ci siamo, non ci siamo proprio. Il Catania va a Perugia in mezzo a mille dubbi, tanti errori, numerose polemiche, poche certezze e con il solo dovere di riscattarsi. Ma queste restano parole, scritte o pronunciate che dir si voglia, ma solo inutili parole

Gli uomini di Pellegrino, infatti, sono chiamati a dimostrare sul campo una reazione che non arriva. Il Catania è a dir poco inesistente. Nel primo tempo neanche un tiro in porta da parte dei rossazzurri, contro le numerose azioni da gol create da Verre e compagni, che danno più di un grattacapo ad Alberto Frison. Sì, proprio quell’Alberto Frison che non rientrerà al secondo tempo (per lui guai fisici), per far spazio all’esordio stagionale di Luca Anania. Nonostante le cose non vadano per il verso giusto e il Catania non si degni neanche di avvicinarsi alla porta avversaria, il risultato resta fermo sullo 0-0. Ma il Perugia attacca e trova un calcio di rigore per un fallo di mano, che appare involontario. Dal dischetto va a calciare Rodrigo Taddei, che, però, si fa ipnotizzare da Anania e si fa parare il pallone del possibile vantaggio dei padroni di casa. Allora è in quel momento che ci si aspetta che possa arrivare la carica necessaria a far svegliare gli etnei, ma sono gli umbri a dimostrare quella marcia in più che all’80′ permette a Falcinelli di siglare di testa il suo terzo gol in altrettante partite, sfruttando un vistoso errore di marcatura della coppia centrale Gyomber-Spolli. Si tratta del vantaggio del Perugia. Il Catania, fino a lì spettatore non pagante o quasi, trova solo la forza di cercare il pareggio, con un colpo di testa di Martinho, che finisce di poco alto sulla traversa. Nonostante l’abbondante recupero, la squadra dell’Elefante viene sconfitta per la seconda volta consecutiva.

Terza giornata, niente Catania. Questo è il responso che esce dal Renato Curi di Perugia. Erano state dette tante cose, ci si era ripromessi di migliorare e invece non si è fatto altro che andare ancor più indietro di quanto già fossimo. La compagine rossazzurra, infatti, non si vede proprio in campo. Nessun tiro, nessuna azione di gioco, ma soprattutto nessuna voglia di rivalsa. Praticamente ridotte a zero le risorse di questa squadra. Rosina, ad esempio, gioca per l’ennesima volta lontano anni luce dalla porta. Calaiò, invece, non riceve nessun pallone giocabile. Martinho, per oggi, praticamente non pervenuto. A centrocampo poi, nessuno che riesca a fare filtro e che riesca a sostituire l’infortunato Rinaudo. In difesa, se vogliamo sdrammatizzare un po’, ma anche spudoratamente mentire, c’è stato un miglioramento solamente perchè gli avversari non sono riusciti a fare almeno tre gol. L’unico che si salva è Luca Anania, che si era improvvisato eroe del Curi, ma che è stato subito smentito dagli errori dei propri compagni.

Tanta è la delusione per questa ennesima uscita disastrosa. Si doveva ripartire, si doveva riconquistare la Serie A, si doveva tornare ad essere il Catania d’un tempo. Eppure, anche per questa giornata, così non è stato. Certo, è solo la terza di campionato e la sterzata può avvenire già dalla prossima partita, ma il problema è che sembra che non si sappia proprio come fare arrivare questa sterzata. Probabilmente, a nostro parere, ne farà le spese Maurizio Pellegrino che, dopo tre gare, cerca ancora di imporre il proprio gioco col modulo 4-2-3-1, che non dimostra un minimo di concretezza, proprio quella che serve per vincere un campionato maschio come quello della Serie B. Si prospettano, appunto, molto difficili le prossime ore per il tecnico siracusano.

E poi questi giocatori non riescono proprio a calarsi nella parte, non riescono a farsi una bagno d’umiltà, non riescono a giocare un campionato che, per loro, vincere dovrebbe essere la normalità, non di certo un’impresa. Vogliamo ricordarci allora dell’ultimo Catania di Serie B, quello costruito con uomini umili e grintosi, che avevano fame di portare i colori rossazzurri in alto. Spinesi, De Zerbi, Mascara, Del Core, Baiocco, Sottil, Pantanelli e tutti gli altri che insieme, con tanta voglia, con tanto entusiasmo, con tanto affiatamento, hanno compiuto un’impresa. Noi, adesso, avremmo pure un organico di gran lunga superiore di quel Catania, ma senza la personalità adatta, l’unico risultato che puoi ottenere è l’ultimo posto in classifica, come ci è purtroppo capitato oggi.

Bando alle ciance adesso, facciano qualcosa gli addetti ai lavori. Si torna al Massimino la prossima per giocare contro il Modena, un’altra squadra che sa bene cosa significa giocare in Serie B. Però adesso, ammesso e non concesso che il Catania non muore mai, svegliatelo dal comae fatelo in fretta. Rianimatelo, rianimate il Catania signori miei.

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