R.I.P. Ginger Baker, il batterista armato dei Cream

Il leggendario batterista dei Cream, Blind Faith e Hawkwind è morto a 80 anni. Cardiopatico, era ricoverato in un ospedale di Londra. ginger-baker

E’ morto Ginger Baker, leggendario batterista dei Cream, uno dei più innovativi e influenti della musica rock. Aveva 80 anni ed era ricoverato in un ospedale inglese dal settembre scorso, in condizioni critiche. Poi la triste notizia del decesso.
Baker fu uno dei personaggi più difficili che la musica ricordi. Che tipo fosse lo racconta in modo perfetto «Beware of Mr. Baker» (Attenti a Mr Baker), il documentario diretto nel 2012 da Jay Bulger e premiato al South By Southwest Festival. Bulger, da fan, era andato con devozione a cercarlo nel ranch del Sud Africa dove si era ritirato. Baker per far capire che aria tirava gli spacca il naso, colpendolo col bastone cui si appoggiava per camminare.
È stato uno dei primi nel rock a utilizzare la doppia cassa, sul modello di Louie Bellson (vero nome Luigi Balassoni), leggendario batterista delle orchestre di Duke Ellington, Benny Goodman e Count Basie, virtuoso assoluto, capace di suonare a una velocità spaventosa.

Oltre che nella sua band con Eric Clapton e il bassista Jack Bruce, ha anche suonato con Blind Faith, Hawkwind, Air Force e Fela Kuti nella sua lunga carriera.

_108959936_e1bff00d-655e-4def-942f-8563584dade9Scompare così un altro componente della storica band, dopo la morte, nel 2014 di Bruce. Nel 1991, Baker è stato inserito nella Hollywood Rock Walk of Fame.

Peter Edward Baker, detto Ginger dai capelli rossi, era nato a Lewisham il 19 agosto 1939. UNa passione da ragazzo per il jazz che lo portò a suonare la tromba per poi passare al suo strumento personale: la batteria.
Il suo modello divenne il percussionista jazz Phil Seaman, considerato il miglior batterista sulla scena inglese degli anni cinquanta. Un vero talento naturale, Ginger Baker si ispirò a Seaman condendo la propria tecnica strumentale di forza e aggressività generata dall’indole ribelle che lo caratterizzava; e già a sedici anni partecipò al suo primo tour. Dopo aver suonato in diverse jazz band dell’epoca, fra le quali quella di Terry Lightfoot e quella di Acker Bill, fece convergere il proprio interesse musicale in direzione del British Blues, approdando alla scuola di Alexis Korner. 4780307_Ginger_baker_foto_4

Fu chiamato dal celebre bluesman britannico e da Cyril Davies a suonare nel loro gruppo Blues Incorporated, dove Baker fece la conoscenza del sassofonista e organista Graham Bond, di un giovane bassista, Jack Bruce, e del un virtuoso del sassofono Dick Heckstall-Smith, musicisti – in particolare i primi due – che avrebbero giocato un ruolo fondamentale nella sua vita musicale.
Baker, Bruce e Bond, fuoriusciti dal gruppo di Korner, nel 1963 formarono assieme a Heckstall-Smith la Graham Bond Organization, una formazione di jazz-blues che acquistò una grande reputazione fra gli appassionati del genere soprattutto per l’alto livello delle esecuzioni dal vivo.
Esaurita l’esperienza con la Graham Bond Organization a metà degli anni sessanta, Ginger Baker andò in cerca di altri approdi. Avendo avuto modo di seguire da vicino il gruppo radunato attorno all’altro grande bluesman inglese, John Mayall, ed essendo rimasto impressionato dall’emergente chitarrista Eric Clapton, Yardbirds, gli propose di mettere su un gruppo al quale si aggregò un terzo elemento di grande valore di cui entrambi avevano conosciuto le capacità, il bassista Jack Bruce. Il gruppo che nacque dall’incontro dei tre si chiamò “Cream” e in breve diventò un fenomeno musicale e culturale che presto scalò le classifiche; i concerti live diedero modo a Baker di esibirsi in lunghi assolo e diventare un modello per la schiera di batteristi a lui contemporanei e di quelli che allora muovevano i primi passi.

La sua avventura con i Cream iniziò nel 1966, quando insieme al chitarrista Eric Clapton e al bassista Jack Bruce fondò il primo power trio della storia della musica che influenzò tutti gli artisti rock che sarebbero nati negli anni successivi.
La band si sciolse nel ’68, ma ebbe il tempo di pubblicare pietre miliari come Disraeli Gears (1967).
L’esperienza successiva di Ginger Baker fu con il supergruppo dei Blind Faith, che annoverava anche Eric Clapton, Rick Grech al basso e l’appena ventenne ma già navigato Steve Winwood. L’avventura durò solo sette mesi (la band pubblicò un solo, splendido album che contiene il capolavoro «Presence of the Lord»), e dai cocci del supergruppo sorse nel ’70 la Ginger Baker’s Air Force, una formazione di dieci elementi che mescolava blues, jazz, rock e musica etnica africana e in cui il batterista si ricongiungeva con Graham Bond e accoglieva quel Phil Seaman che era stato la sua ispirazione giovanile. Ma anche questa esperienza non durò più di un anno.

https://www.youtube.com/watch?v=vT0RTBm5QOE

Baker volle studiare da vicino la musica africana e si recò in Nigeria, dove ebbe modo di incrociare Fela Kuti e Paul McCartney che in quel periodo incideva a Lagos Band on the Run, e da quegli anni in poi il batterista visse una serie di esperienze in sodalizi con musicisti vari, fra i quali il chitarrista Adrian Gurvitz e il bassista Bill Laswell –Baker Gurvitz Army – . (Wiki)

 Durante la prima metà degli anni ottanta ebbe un periodo di stacco e si rifugiò in una fattoria italiana, in Toscana vicino al paese di Larciano (PT). Si esibì al Pistoia Blues Festival del 1984 in un concerto in onore di Alexis Korner insieme al chitarrista dei Led Zeppelin Jimmy Page.

Baker prese parte ad altri progetti, come i Blind Faith e gli Air Force, ma recentemente viene riconosciuto per la sua attività da solista durante la quale ha pubblicato 18 album, l’ultimo dei quali, Why?, è stato pubblicato nel 2014 (Luca Mastinu, Optimagazine).

27d66ce005024d66076a2a26e1aa9111I Cream si sciolsero quindi nel 1968, d’altronde non potevano durare molto a causa delle personalità estremamente spiccate che spesso avevano difficoltà a convivere. Si racconta che Ginger era diventato violento tale da tentare di trafiggere il compagno Bruce con un coltello.

Il suo manifesto resta per sempre «Toad», il brano dei Cream scritto come pretesto per l’assolo di Ginger, il batterista folle e arrabbiato che ha cambiato la storia del suo strumento. Un vero autentico tipaccio, un batterista inarrivabile che, fin da ragazzo, è stato condizionato dalla sua tossicodipendenza (P.Biamonte).

Nel 2013 Baker aveva annunciato di soffrire di una broncopneumopatia cronica ostruttiva per il suo tabagismo, e di un mal di schiena cronico dovuto a un’artrite degenerativa. Nel 2016 l’ultimo intervento al cuore. 

Per gravi problemi al cuore, tre anni fa Baker era stato costretto ad annullare tutti i suoi impegni: “Questo vecchio batterista non farà più concerti, tutto cancellato. Fra tutte le cose che potevano accadere non avrei mai pensato al mio cuore“, aveva scritto sul suo blog. Più ottimista solo pochi giorni dopo: “Il medico dice che mi farà tornare a suonare“.  (fonti: Ansa, Il Messagero)

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