R.I.P. John Renbourn, virtuoso chitarrista folk dei Pentangle

L’artista, con Bert Jansch, è stato l’anima del folk britannico con il gruppo Pentangle, uno dei più importanti insieme ai Fairport Convention. Aveva 70 anni. Avrebbe dovuto salire sul palco mercoledì sera per un concerto a Glasgow, ma non si è presentato. La polizia l’ha trovato nella sua casa di Hawick, in Scozia, privo di vita, per un apparente arresto cardiaco.

 È morto, per un attacco cardiaco, John Renbourn, chitarrista e compositore folk conosciuto soprattutto per il suo lavoro con i Pentangle. Aveva 70 anni. La notizia della sua morte è stata diffusa dal manager che ha lavorato con lui negli ultimi 25 anni, Dave Smith, il quale ha voluto ricordare la grande passione per la chitarra di Renbourn, che lo spingeva a tenere ogni fine settimana dei workshop per studenti in tutta europa. 

Nato nel quartiere Marylebone di Londra l’8 agosto 1944, Renbourn fondò nel 1967 i Pentangle insieme a un altro chitarrista, il geniale Bert Jansch, scomparso anche lui di recente, nel 2011, alla cantante Jacqui McShee, la cui voce sognante era accompagnata al contrabbassista Danny Thompson e al batterista Terry Cox.
Tutti musicisti dotati di grande tecnica, riuscirono a dare vita a una miscela di musica folk anglosassone, blues e jazz, dalle atmosfere medievaleggianti e barocche, pubblicando sei album in studio fra il 1968 e il 1972.  

Il debutto dei Pentangle, dal titolo omonimo, è del febbraio 1968, quando i componenti della band erano poco più che ventenni. Il gruppo durerà per tutta la stagione del folk, che idealmente arriva fino ai primi anni degli anni Settanta, sciogliendosi nel 1972. È in quel momento che, dopo aver bruscamente troncato i rapporti con la loro etichetta discografica, la Transatlantic, per motivi di royalties, Jansch lascia i suoi compagni.
La formazione era diventata così importante che il vendutissimo settimanale musicale Melody Maker uscì con un’edizione speciale dal titolo “I Pentangle si sciolgono“.
Da Renbourn e Jansch, tutti i componenti coltivavano la musica come fosse l’unica ragione di vita, un’unica, totalizzante passione dalla quale non riuscivano a staccarsi.
La fine del gruppo fu quindi soltanto l’inizio di nuove, singole carriere.
Un filo continuo con la musica che non poteva essere spezzato.
Nel 1974, Renbourn e McShee provano a rimettere insieme la band, mentre quasi dieci anni dopo, nel 1983, fu Jansch a riformare i Pentangle, riuscendo a radunare McShee, Cox, Thompson e Renbourn per un tour in Europa e Australia.
Ma ognuno di loro, nonostante questo, avevano intrapreso strade diverse.

Già nel 1963 Renbourn si era unito a Jansch, che si era trasferito da Edimburgo a Londra, sviluppando uno stile chitarristico acustico complesso, quello che poi venne chiamato “folk barocco“. Due anni più tardi, prima della nascita dei Pentangle, Renbourn pubblicò il suo album di debutto, cui ne seguirà un altro nel 1967.
Nel mezzo, ci sarà l’album-collaborazione tra i due artisti, Bert And John. Il folk scozzese diventa a quel punto uno degli stili che più influenzerà i nuovi cantautori britannici di fine anni Settanta. La carriera solista di Renbourn, prolificissimo, continuerà in parallelo con quella dei Pentangle che, nel 1968, riusciranno incredibilmente, nonostante lo stile tradizionale folk, a varcare i confini inglesi ottenendo un enorme successo negli Stati Uniti.
Con il loro tour arrivarano a suonare alla prestigiosa Carnegie Hall di New York e al Newport Folk Festival.
Renbourn, che ha iniziato studiando chitarra classica, verrà ricordato per essere stato uno dei chitarristi più influenti, grazie a uno stile del tutto personale in cui ha saputo mantenere i toni classici, perfino medievali, sporcandoli con rhythm and blues della Brit invasion e per aver inventato, insieme a Jansch, la tecnica del fingerpicking, letteralmente “pizzicare le corde della chitarra“.
Nonostante l’epoca del folk sia ormai lontana dall’essere protagonista della scena musicale attuale, Renbourn non ha mai smesso di andare in tour e di suonare. Una serie di appassionati lo ha sempre seguito, nei piccoli club della Gran Bretagna e non solo. Pochi anni fa, nel 2012, era partito per una serie di concerti insieme a Wizz Jones, uno degli altri chitarristi del circuito folk jazz britannico.
La musica, dunque, continuava a essere una passione che andava oltre a tutto: era semplicemente vita.

Nonostante abbia coltivato la carriera solista fin da giovanissimo, Renbourn è soprattutto noto per aver fondato, insieme a Bert Jansch, i Pentangle e aver inventato uno stile chitarristico unico, il fingerpicking “le corde della chitarra pizzicate”.

(fonte web La Repubblica.it – Valeria Rusconi)

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