R.I.P. Cesare Maldini, CT della Nazionale e bandiera del Milan

Cesarone, com’era chiamato l’ex commissario tecnico della Nazionale italiana e storico giocatore del Milan è scomparso all’età di 84 anni. L’annuncio reso noto dalla stessa famiglia.CM

Padre di Paolo, ex terzino rossonero, vice Bearzot, indimenticabile nella imitazione di Teo Teocoli che con quella voce roca e la parrucca ha contribuito a fare di Cesarone il mito che è diventato.
A darne notizia la famiglia Maldini, che in una nota «annuncia con immenso dolore la scomparsa di Cesare nella notte tra sabato e domenica».

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Il calcio è uno sport e come tale è un gioco e un divertimento. Ma è anche un grande contenitore di storie e di uomini che hanno dedicato tutta la loro vita ad esso. Difficile percepire il momento esatto in cui scatta la scintilla ma, quando succede, puoi farci ben poco: si sposa la causa come se fosse una donna che tanto chiede e tanto dà e che ti resta accanto per tutta la vita.
Cesare Maldini quella causa la sposò sin dal 1950 quando, ancora ragazzino, veste la maglia delle giovanili della Triestina. Il grande amore per il calcio esplode però due anni dopo quando arriva la chiamata del Milan.
Magari Cesare, ancora 22enne, non lo sapeva ma quella sì che sarebbe stata la sua vita. 12 anni da giocatore rossonero (con 4 scudetti, 1 Champions e 1 Coppa Italia) prima di una breve parentesi col Torino. Finita la carriera da giocatore comincia quella da allenatore. Per uno che aveva dato così tanto a quel mondo, la scelta non è stata poi nemmeno così difficile.
Comincia proprio lì, sempre dai rossoneri, prima da vice poi da tecnico della prima squadra. Da lì in poi altre città, altre squadre fino alla chiamata della Nazionale: fa il vice dal 1980 al 1986, il tecnico dell’Under 21 per altri 10 anni (con cui stravince 3 campionati europei di fila, plasmando quelli che poi sono stati i pilastri della Nazionale degli ultimi anni) fino ad arrivare alla panchina della Nazionale maggiore dal 1996 al 1998, anno dello sfortunato Mondiale francese. Altre due parentesi con Milan e Paraguay prima del 2002 quando, spente 70 candeline, arriva la parola “fine”.
Da 18 a 70 anni, una vita passata sui campi di calcio, a rincorrere palloni e ad allenare campioni, Cesare Maldini è un uomo che ha dato tutto a questo sport, compreso un figlio, Paolo, che è diventato uno dei giocatori più importanti della storia del calcio italiano. Poteva essere altrimenti per uno come lui?
Oggi ci lascia un ex giocatore e un ex allenatore, ma soprattutto un uomo di calcio che con i suoi modi posati e sempre signorili ha dato tanto alla parte calcistica del nostro paese. Una vita spesa per il calcio, da quando scattò quella famosa “scintilla” fino alla fine, come un fedele e innamorato marito.

Oggi quella sposa, il Calcio Italiano, che l’ha accolto tra le sue braccia ragazzino e l’ha visto andare via adulto non può far altro che piangere la scomparsa di un grande uomo e sussurrare un malinconico e posato – proprio come Cesare – “grazie”.

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