R.I.P. Addio al grande Pino Daniele

 Muore stanotte a soli 59 anni il cantante napoletano Pino Daniele nella sua dimora in Toscana. I funerali alle 12.00 del 7 gennaio presso il Santuario della Madonna del Divino Amore a Roma. Carlo Massarini, Gegè Telesforo, Eros Ramazzotti, Jovanotti, Fiorella Mannoia e Aida Satta Flores lo ricordano. 

Giuseppe Daniele, detto Pino Daniele si è sentito male nella sua casa di campagna in Toscana, la corsa nel tentativo di prestargli soccorso sarebbe stata vana, il cantante da anni soffriva di cuore. Un 2015 iniziato in maniera terribile, come afferma la figlia di Pino, si sperava in un inizio anno positivo e speranzoso dopo le improvvise disgrazie succedute nel 2014 dei più grandi della musica, da Mango a Joe Cocker, al cinema, da Robin Williams a Virna Lisi sino ai famosi “riccioli d’oro” di Shirley Temple.

All’alba dell’Epifania, ecco che un altro grande della musica vola via, lasciando un vuoto incolmabile.

Era uno dei musicisti italiani più conosciuti nel mondo. Ha cantato al concerto milanese di Bob Marley, suonato a Cuba e all’Olympia di Parigi con  importanti artisti di calibro mondiale, è stato ospite di Claudio Baglioni nell’album “Oltre”. Nel 1995 ha suonato, durante il tour estivo, con Pat Metheny, con gli Almamegretta, Jovanotti, Eros Ramazzotti e Chick Corea. Ha collaborato a una tournée condivisa insieme ai colleghi Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori e Ron, testimoniata dal cd e dvd “In tour” (primo disco prodotto della Blue Drag, sua etichetta discografica, creata nel 2002 insieme al figlio Alessandro).

Excursus della carriera artistica:

  • Primi passi con il gruppo “Batracomiomachia”;
  • 1975 – 1976 session man: suona nell’album di Mario Musella (inedito fino al 2012, dal titolo Arrivederci); in “Suspiro” di Jenny Sorrenti, in “Le due facce di Gianni Nazzaro” di Gianni Nazzaro. Tour con  Bobby Solo e incontro con James Senese, entrando come tecnico audio e poi, nel ’77, bassista nel gruppo dei “Napoli Centrale”;
  • 1977 esce “Terra mia”, l’album d’esordio, canti e usanze popolari tipicamente napoletane;
  • escono tre album di successo: “Pino Daniele”,  “Nero a metà”, “Vai mò”, ove si denotano influenze dalla musica rock, dal jazz di Louis Armstrong, da George Benson e soprattutto dal blues; 
    si sviluppano due concetti peculiari della sua musica: “Neapolitan Power”, espresso nel concerto in Piazza del Plebiscito con innovazione artistica legata alla musica partenopea; “Tarumbò”  mescolanza di tarantella e blues;
  • 1987 esce “Bonne soirée,” un album dal respiro internazionale, che si avvale di musicisti di altissima levatura: Pino Palladino al basso, Bruno Illiano alle tastiere, Jerry Marotta alla batteria, Mel Collins al sax e Mino Cinelu alle percussioni;
  • 1989 tour dell’Europa con i concerti di “Night of the Guitar”, un’evoluzione artistica continua e originale;
  • 1993 concerto a “Cava de’ Tirreni”, che poi registra creando un album live dal nome “E sona mo’”;
  • “Che Dio ti benedica”, un album in cui compare un brano scritto da Massimo Troisi (grande amico di Pino) e musicato dall’Uomo in blues.
  • 2005: esce il singolo “It’s now or never” (celebre cover inglese di ‘O sole mio, a suo tempo lanciata da Elvis Presley);
  • 2007 esce il singolo “Back Home”: il ritorno di Pino Daniele a un suono più duro, come a un tono più “aggressivo”, unitamente alla continua ricerca in bilico tra melodia, suoni cubani e caraibici e elementi di blues e di jazz;
  • 2008, in collaborazione con De Piscopo, Senese, Esposito, Amoruso e Zurzolo, esce il triplo cd “Ricomincio da 30” con quarantacinque brani, tra vecchi successi riarrangiati, versioni originali e alcuni inediti: trent’anni ininterrotti di carriera musicale, ma anche un omaggio all’amico Massimo Troisi (che nel 1981 aveva debuttato come cineasta con il film Ricomincio da tre, per cui Daniele aveva composto le musiche). Concerto in Piazza del Plebiscito cui partecipano numerosi ospiti (tra gli altri Giorgia, Chiara Civello, Irene Grandi, Avion Travel, Nino D’Angelo, Gigi D’Alessio);
  • 2009 esce l’album “Electric Jam”, in collaborazione (anche come autore) con il rapper Alessandro Aleotti in arte J-Ax, ex Articolo 31. In occasione del nuovo disco viene organizzato l“Electric Jam Europen tour. Suona per la prima volta al Teatro Apollo di New York e a Toronto;
  • 2010 partecipa al festival Crossroads 2010, organizzato da Eric Clapton al Toyota Park di Chicago, suonando assieme a Joe Bonamassa e Robert Randolph; esce “Boogie Boogie Man”, che è anche il titolo del brano di punta, impreziosito dai duetti con artisti quali Mina, Franco Battiato, Mario Biondi e J-Ax;
  • 2011 si esibisce in concerto con Eric Clapton nello stadio di Cava de’ Tirreni davanti a una platea di 16.000 spettatori.
  • Nel 2013 la sua tournée tocca le pendice dell’Etna con un magnifico concerto agostano a Zafferana Etnea, tutto esaurito. Daniele era sul palco con Phil Palmer, guest artist, un grande chitarrista di jazz-rock britannico, noto turnista internazionale. L’artista partenopeo era accompagnato da Elisabetta Serio al pianoforte e tastiere, Rino Zurzolo al contrabbasso elettrico e dal fido istrione della batteria Tullio De Piscopo, reduce da una seria patologia. 
  • 2014 tour dell’album “Nero a metà”, ultimo progetto portato a termine: il debutto, la scorsa estate, all’Arena di Verona, con Mannoia, Elisa, Biondi, Renga, Emma.E poi l’ultima apparizione, la notte di Capodanno 2014, a Courmayeu su Rai Uno, lo testimonia una foto in bianco e nero dell’autostrada da cui il cantante faceva ritorno: “Back home… In viaggio per casa“, citava l’ultimo post pubblicato su Instagram. 

Nero sulla Terra e Blues Man nel Cielo …Addio Pinuccio!

Pino: il cantautore napoletano, idolo della Campania intera

Nel 2005 uno strepitoso concerto, a Cava Dei Tirreni (Sa), con l’amico e virtuoso della chitarra, compositore dalle mille sfaccettature, produttore innovativo e pioniere della chitarra sintetizzatore, Pat Metheny.Un concerto evento, un paese in festa, tutta la Campania “in viaggio” verso un concerto da sogno!

Macchine posteggiate sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, fiumi di fan che camminavano per l’autostrada, navette che da lì facevano spola verso uno stadio, quello di Cava, gremito di gente. Un intero paesino ricco di festoni, catene di luci decorative con i nomi di Pino & Pat.

Per una ragazzina (all’epoca avevo appena 14 anni, ndr) quel piccolo paese altro non era che un cumulo di emozioni: impossibile pensare che un’intera regione si fosse mobilitata per un concerto, e che concerto!

Maxi schermo dentro e fuori dallo stadio permettevano di vivere “cuore a cuore” quell’esperienza unica: Pino era vicino a ognuno di noi. E pensare che – sino a quel giorno – non sopportavo la musica di Pino! Quella voce quasi nasale, quei capelli allora lunghi e ricci sempre un po’ sale e pepe, quel pizzetto nero, in perfetta antitesi cromatica con i capelli…

Da quella sera l’amore per la sua musica, per quel personaggio tanto famoso e lontano, ma tanto vicino con lo spirito ai suoi innumerevoli fan, mi ha accompagnato in varie fasi della mia vita. “Poesie in musica”: queste sono le canzoni di Pino Daniele. Quel tocco inconfondibile di accento napoletano del suo parlare, di tanto in tanto faceva capolino anche nelle sue canzoni: un amore per la sua terra, tanto amata, quanto detestata, ma mai rinnegata, trapelava sempre dalle sue poesie. Colonne sonore di una vita, della vita di chissà quante persone, ragazzi, uomini e donne maturi…

A presto Pino: adesso sarai lassù, a far sognare con la tua musica anche gli angeli!
La notizia dei funerali. Avverranno fra due giorni, mercoledì 7 gennaio 2015, e sarà possibile seguirli in diretta grazie a Rai News 24. Saranno celebrati in forma pubblica alle 12.00 presso il Santuario della Madonna del Divino Amore a Roma.

Nella sua lunga (ma sempre troppo breve carriera) ha collaborato con grandi nomi della musica italiana e internazionale come Randy California, Pete Haycock, Steve Hunter, Robby Krieger, Andy Powell, Ted Turner, Leslie West, Phil Manzanera e Jan Akkerman. Negli anni a seguire, le collaborazioni aumentano a dismisura, sia a livello di artisti italiani, sia stranieri: Ralph Towner, Chick Corea, Yellow Jackets, Mike Mainieri, Danilo Rea, Mel Collins, Pat Metheny, Phil Palmer, Almamegretta, Mario Biondi, Jovanotti, Eros Ramazzotti e Claudio Baglioni.

 

                    Il Mondo web appresa la notizia…
  
Lo ricordiamo con questo commovente messaggio dell’amico Eros Ramazzotti
, che è stato il primo a comunicare il triste evento sui social netwok: “Grande amico mio, ti voglio ricordare con il sorriso mentre io, scrivendo, sto piangendo, ti vorrò sempre bene perché eri un puro ed una persona vera oltre che un grandissimo artista. Grazie per tutto quello che mi hai dato fratellone, sarai sempre accanto al mio cuore. Ciao Pinuzzo...”.

Lo ricorda il grande foto-giornalista televisivo Carlo MassariniPino era uno vero. Era un vero artista, tutta la sua vita è andato in cerca di suggestioni e suoni nuovi, diversi, per allargare i confini e inseguire una visione. Era partito dalla musica tradizionale napoletana, e aveva aggiunto il blues, il soul, il Brasile, il Maghreb, un lungo viaggio intorno al mondo. Quello che vedeva intorno, dalla carta sporca agli occhi degli scarrafoni di tutto il mondo, riusciva a distillarlo come un poeta. Ha incontrato tanta gente, ha suonato con i migliori musicisti in circolazione, ha venduto milioni di volte le sue canzoni, si è pubblicato l’ultimo album da solo per mancanza di major, è salito sul palco da solo e con una grande orchestra, e nell’ultimo tour, Nero a Metà, c’è risalito con quei musicisti con cui aveva creato il primo evento ‘storico’ della musica napoletana a Napoli, a Piazza Municipio, 35 anni fa. Come schiudere un ciclo. Era uno solare, aperto, ma aveva anche quella capacità di destreggiarsi che si impara nei vicoli, e poteva essere diffidente. Aveva una, anzi due grandi famiglie, e tanti figli, ma la terza famiglia, quella dei suoi musicisti, lo adorava non meno delle altre. Era uno cordiale e affettuoso, ma sapeva anche mettere in riga. Aveva un cuore grande, ma anche molto malato. 
Nell’ultima intervista (il 13 dicembre, al Palalottomatica a Roma, che manderemo in onda alla ripresa di Ghiaccio Bollente, il 20 gennaio) avevamo parlato di tante cose. Poi, a proposito del suo eterno viaggiare, gli ho chiesto ‘ma qual’è il luogo che senti più tuo, dove vorresti vivere per sempre?”. Mi ha risposto, col tono da ‘che domande fai?’ “l’Italia”. Ora viaggiatore è tornato alla nostra Grande Casa, come in quell’ultima foto che ha postato sul suo sito. 
Ciao Pino, è evidente che te ne sarai pure andato lassù, ma vivrai per sempre nel cuore di milioni di persone.

Lo ricorda la cantante siciliana Aida Satta Flores: Mi dicevi di non prendere lezioni di chitarra, estasiato dalle melodie che scrivevo proprio perché limitata con la chitarra, melodie che un chitarrista serio non scriverebbe… Prima del mio Sanremo 1989 ti arrabbiasti che in studio di registrazione sopra Posillipo permisi a qualcuno di ‘correggere’ la mia canzone e preferivi di gran lunga la mia versione originale di ‘Oggi tira vento’ che Paoli cambio’ in ‘Certi uomini’…Mi fregasti una sciarpa di cachemire nera…e aspetto ancora che me la restituisca….’e aspetta ca chiove…tanto l’aria s’a da cagna”…e piovono lacrime stamattina! Ciao Pino…dolore! R.I.P.

Lo ricorda il grande Gegè Telesforo: Quando ci lascia un Artista cosi, un Musicista, un Autore come Pino Daniele, compositore di melodie immortali che hanno accompagnato momenti importanti della nostra vita, ci sentiamo tutti orfani, come se fosse morto un parente stretto. Voglio esprimere le mie condoglianze alla sua famiglia ma anche a tutti i musicisti e agli appassionati di Musica che hanno amato le sue bellissime canzoni. In tanti anni di carriera e di musica ho incontrato Pino in diverse occasioni, ma dispiace non aver mai avuto la possibilità, l’occasione giusta di poter fare musica insieme, di poter condividere un palco e soprattutto di conoscerlo meglio, di diventare un suo amico. Dispiace non aver avuto il tempo di potergli dire personalmente quanto ho amato la sua musica, quanto la sua Musica è stata importante anche per me. Grazie Pino.
Lo ricorda la fantastica Fiorella Mannoia: Leggo tanti commenti, alcuni belli, alcuni assurdi. Ho letto che la musica di Pino non aveva niente in comune con la melodia napoletana, e questo è stato il più ridicolo. Pino era intriso di melodie partenopee, Pino era l’essenza di Napoli, città che amava e odiava in un conflitto amoroso eterno (ne’ con te, ne’ senza di te) ma che negli ultimi anni aveva trovato pace. La sua forza è stata quella di mischiare la tradizione antica che gli scorreva nelle vene, con l’altra sua grande passione: il blues (e poi il jazz) Nessuno come lui ha saputo coniugare le due anime. Sempre attento alla musica di altre culture, sempre rivolto verso Sud. Pino ha vissuto per la musica, l’ha amata, l’ha rispettata, l’ha coccolata come si fa con una cosa preziosa. Era burbero, (e asociale, come amava definirsi) è vero, ma lo era con chi percepiva non rispettasse la sacralità della sua arte e della sua passione, con chi anteponeva gli interessi, di qualsiasi tipo, al suo amore per la musica, e con chi percepiva non prendesse sul serio quella che era e è sempre stata la ragione della sua vita. Era un musicista vero, puro. La chitarra era la sua appendice, dalla quale non si staccava mai, ha dedicato tutta la sua vita a quello strumento, che pensava non saper mai suonare abbastanza bene, che lo faceva soffrire e gioire, croce e delizia delle sue giornate, pretendeva da se stesso sempre di più. Pino Daniele ha segnato un prima e un dopo come tutti i grandi, ha lasciato un segno indelebile in tutti quelli che fanno il nostro meraviglioso mestiere e non solo, e pensare di non sentire più la sua voce mi sembra impossibile. Personalmente voglio ricordare le grandi risate che accompagnavano i nostri incontri. Gli ho voluto bene, un bene sincero e lo ringrazio per tutta la musica che ci ha lasciato, per tutti i ricordi legati alle sue canzoni ascoltate e riascoltate centinaia di volte. Che la musica ti accompagni amico mio, perchè senza so che non puoi stare, ovunque tu sia. 
Lo ricorda Lorenzo Jovanotti Cherubini: Con Pino mi accadeva un fenomeno inspiegabile, dopo qualche minuto che stavo con lui mi veniva un accento un po’ napoletano. Sul serio, se ci passavo una giornata poi a fine cena mi ritrovavo a usare espressioni tipo “uè” o perfino “guagliò”. Era un influsso che lui aveva, pinodanielizzava l’atmosfera. Lo faceva con la musica ma se ci penso bene lo faceva proprio con tutto se stesso che era tutto un se stesso fatto solo di musica. Ho tante ore di “volo” a bordo dell’astronave PinoDaniele, decolli atterraggi vuoti d’aria turbolenze ma soprattutto ore di vita e di musica indimenticabili iniziate molto prima di conoscerlo. Pino Daniele è stato il mio primo concerto. A vedere Pino al Palaeur di Roma ci andai io da solo, 1981, biglietto comprato in prevendita con soldi miei che avevo messo da parte. Che band strepitosa, io non ci capivo niente ma mi fecero sentire in una zona tra la festa e il pericolo, tra il sogno e la minaccia, tra la rabbia e la gioia, dove poi ho scoperto che avviene sempre la grande musica. Lo conobbi nel 1994, mi proposero di fare il tour con lui ed Eros. Non ci potevo credere. Pino Lorenzo Eros. Il manifesto lo fecero disegnare a me, col pennarello tracciai un sole addosso ad un palazzo, era il mio modo per immaginare la mappa di un’esperienza che mi avrebbe cambiato la vita, dividere il palco negli stadi con due grandi della musica italiana, diversissimi ma uniti da quella volontà di far filtrare il sole attraverso il cemento armato. La sua musica quando ero al liceo mi ha liberato e illuminato, e da grande la sua amicizia mi ha fatto diventare un musicista, mi ha fatto credere nelle mie potenzialità e nella possibilità di migliorarmi. Era da un po’ di tempo che non ci sentivamo, a settembre scorso mi aveva chiesto di essere tra i suoi ospiti all’arena di Verona ma io ero lontanissimo e non ci siamo potuti organizzare. L’altra notte a capodanno ho acceso la TV e l’ho visto su Rai Uno che cantava e ho pensato che avrei voluto chiamarlo e che l’avrei fatto nei prossimi giorni, ciao Pì come stai? e vediamoci una volta! è troppo che non ci facciamo una chiacchierata! Poi stamattina mi sono svegliato e ho trovato un sms di Ramazza che mi diceva “è morto Pino fratè, sono sconvolto”. Pino Daniele è stato un artista enorme, un vero gigante, e il tempo non farà altro che consolidare questa sua immensa importanza per la musica e per la cultura dei nostro paese. Napoli perde il suo figlio musicista più grande del dopoguerra, senza nessun dubbio, e uno dei più grandi di tutti i tempi, ne sono del tutto sicuro.

                         

Storico e raro video  
Pino Daniele – Uè Man (Night of the Guitar 1987)

Pino Daniele, Robbie Krieger (The Doors), Phil Manzanera (Roxy Music), Pete Haycock (Climx Blues Band)

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