Presentazione del libro di Totò Cascio, “La gloria e la prova”

Il battesimo ufficiale del Teatro Rex di Giarre s’intitola “La gloria e la prova”. E non è un caso che per rilanciare le quotazioni di un teatro ritrovatosi nel tempo senza la sua storica connotazione cinematografica, sia stato scelto un personaggio che richiama il film di Tornatore “Nuovo Cinema Paradiso”. “Nuovo cinema Paradiso” è infatti assurto, a cavallo tra gli anni 80′ e 90′, a film tra i più rappresentativi della storia del cinema italiano. Pertanto il Rex, coordinato dal suo manager culturale Alfio Zappalà, non poteva che ripartire da un cult del pianeta dei cinefili per riappropriarsi della sua antica veste cinematografica.  E non è un caso che sia stato scelto un film che parla di un cinema nuovo. 

Nuovo proprio come lo è ora il Rex,  tirato a lucido per un formale debutto da ritenersi d’eccezione in quanto  avvenuto al cospetto di un ex enfant prodige del cinema italiano: Totò Cascio. Il rinnovamento degli interni della sala anche in materia di luci ritenute più consone alla funzione della location,  è stato volutamente fatto coincidere dall’associazione “Archidrama” da Zappalà diretta, con il sentimento di rinascita sviscerato da Totò Cascio nel suo libro dal titolo “La gloria e la prova“. Si è quindi così materializzata, con il patrocinio del comune di Giarre, dell’Unitre di Giarre, della Fidapa Giarre-Riposto, dell’associazione Agorà, dell’Archeoclub jonico-etneo e della “Società giarrese di Storia Patria e Cultura” una serata di gala per Giarre e per il suo Teatro Rex a fronte della presentazione, da parte di Totò Cascio, del suo manoscritto dal titolo “La gloria e la prova”. Il libro si configura come un racconto autobiografico con un prologo a cura del regista che  lanciò Cascio, ovvero Giuseppe Tornatore, e una postilla a cura del cantante lirico affetto da cecità Andrea Bocelli. Durante il dialogo, introdotto dal giornalista Giovanni Finocchiaro, tra lo studioso Andrea Giuseppe Cerra e l’attore Totò Cascio, gli spettatori presenti al Rex sono entrati nel mondo esperienziale dell’ex protagonista di “Nuovo Cinema Paradiso”, percorrendone luci e ombre. Cioè hanno viaggiato tra quegli stessi elementi che connotano la condizione visiva di Cascio, affetto sin dall’età di 12 anni da una malattia genetica come la retinite pigmentosa con edema maculare. Cascio è partito dalle origini narrando della sua appartenenza ad una famiglia umile ed unita e che viveva dei proventi derivanti dal mestiere di autotrasportatore svolto dal padre. Relativamente al suo status di bambino che all’epoca si immergeva in un mondo così pieno di suggestioni come il cinema ha affermato che Totò, ovvero lui, aveva una innata e spiccata spontaneità. A tal punto che riusciva a esprimersi come se si trovasse nella vita reale. Far finta era la sua specialità e lui si muoveva come tutti i bambini che giocando sperimentano il mondo. Cascio  ha infatti dichiarato di aver sempre vissuto tutto come delle tappe di un gioco.  Si trattava però di un divertimento che affrontava con serietà e coscienza perchè coinvolgeva gli adulti. Di fatto, Cascio visse uno scampolo di gloria arrivato dal cielo e accolto con leggerezza e semplicità. L’attore, che dopo il “Nuovo cinema Paradiso” visse l’esperienza infausta del film “Jackpot” insieme ad Adriano Celentano e la moglie, ha sostenuto di essere orgoglioso del bambino che porta con sè. Poi è arrivata la prova, ovvero la malattia, che è quella dove l’uomo si misura davvero e diventa tale. Cascio, definendosi il capitano del suo futuro, ha poi rimarcato quanto l’umiltà e il coraggio abbiano costituito delle risorse  basilari per la sua liberazione dalle tenebre della depressione. Il suo libro è stato dunque un messaggio di presa di consapevolezza, conformandosi anche come concentrato di fede e di coraggio. La vita infatti, in quanto imprevedibile, secondo Cascio deve essere affrontata e vissuta.  Quando lui ha tolto maschera, l’orgoglio e la zavorra, ha capito che nel momento in cui l’uomo impara a chiedere aiuto, diventa saggio. Il manager del cineteatro Alfio Zappalà ha letto alcuni passaggi del libro, nello sviluppo del quale passa il messaggio secondo cui il paradiso è sulla Terra, ogni giorno e a ogni bivio al cui cospetto possiamo scegliere la via del bene. Pertanto occorre far diventare anche ciò che appare come una disabilità, strumento che Dio ci dona. Quindi è necessario, secondo Cascio, far fiorire ciò che Dio ha progettato per noi. Conseguentemente, adesso l’attore siciliano vede con gli occhi del cuore. Determinante per il suo percorso di risalita dal limbo dello smarrimento, è stata la combinazione tra fede e psicoterapia dopo un lungo periodo nel quale non ha confidato a nessuno il suo problema.  La serata è stata nella sua fase finale scandita dalla proiezione in versione integrale, del film “Nuovo Cinema Paradiso”. Entusiasta il direttore del cineteatro Alfio Zappalà ” Abbiamo riabilitato lo storico cinema comunale: ovvero un luogo di aggregazione nato in un periodo antecedente alla seconda guerra mondiale. L’inaugurazione della nuova stagione cinematografica non poteva che essere contrassegnata dalla riproposizione di un film storico che ha fatto sognare gli italiani in quell’epoca”. L’assessore alla cultura del comune di Giarre Tania Spitaleri ha poi consegnato la targa a Cascio, come premio all’attore per questa stagione del riscatto.

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