Per smettere di fumare…ci pensa il sistema sanitario nazionale

Taormina: Pneumomeeting sul rischio derivante dal fumo. La proposta degli specialisti sull’intervento del SSN 

Grande ‘Pneumomeeting’ in corso a Taormina. Il problema del rischio del fumo e della necessità (o meno) di smettere di fumare continua a far discutere, tanto i fruitori di sigarette, quanto i medici.

Il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) spende ingenti risorse per il trattamento farmacologico e non dei fumatori e la stessa società paga un elevato costo indiretto (invalidità, premorienza, perdita di giornate lavorative). È per questo che potrebbe aver senso che il SSN pagasse gli interventi per smettere di fumare. Lo sostiene Stefano Nardini, vice presidente nazionale dell’AIMAR (Associazione Italiana Malattie Respiratorie), intervenuto al congresso di malattie respiratorie “Pneumomeeting”.

Del resto la disassuefazione al fumo non è facile da indurre da parte degli specialisti pneumologi e neanche la paura di ammalarsi gravemente o addirittura di morire, spesso serve realmente a qualcosa. ‘Basti pensare – ha riferito Nardini – che dopo un ricovero per un infarto cardiaco un paziente su due dei fumatori continua o ricomincia a fumare e che i soggetti affetti da bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) che continuano a fumare sono circa il 26%. In pazienti con tumore del polmone non operabile, fumatori all’atto della diagnosi, il 4% ha continuato a fumare. È stato poi dimostrato che la riduzione del rischio di evento cardiaco successivo in soggetti in riabilitazione cardiologica dopo un evento acuto è del 10% in seguito al controllo dell’ipertensione, del 28% per la rieducazione all’esercizio fisico, del 35% per il controllo dell’ipercolesterolemia e del 36% proprio per la cessazione del fumo. Inoltre il rischio di morte per un infartuato che continua a fumare nei confronti di chi smette è di oltre il 45%’.

Pneumomeeting è stato organizzato dai tre pneumologi etnei Salvatore Privitera, Salvatore Bellofiore e Carlo Vancheri ed anche quest’anno ha assegnato un premio per la ricerca scientifica in questo settore. Lo hanno consegnato i presidenti onorari Allegra e Grassi al prof. Luca Richeldi, docente dell’Università di Southampton in Inghilterra per i suoi studi sulla fibrosi polmonare. È stato anche consegnato un congruo contributo all’associazione ‘Respirare’, nata quest’anno al Policlinico di Catania, che coinvolge medici, pazienti e familiari.

L’argomento non troverà soluzione in tempi brevi. Salutisti e non, fumatori attivi e “passivi costretti” terranno sempre accesa la discussione. Gli aggiornamenti veri li attendiamo, quindi, solo da loro: i medici. Affidiamoci a loro e…smettiamo di fumare!

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