New York ama Renzo Piano

All’architetto e senatore a vita Renzo Piano la città di New York ha affidato quattro progetti emblematici: l’estensione della storica Morgan Library, la sede del New York Times, il nuovo Whitney Museum e un campus scientifico della Columbia University

La connessione tra New York e Renzo Piano è sempre stata forte, ma mai come negli ultimi anni la Grande Mela ha creduto nel genio creativo del grande architetto italiano. «È l’architetto straniero di cui si sente maggiormente la presenza a New York», spiega Kyle Johnson, membro dell’American Institute of Architects. Johnson è stata la guida di un tour alla scoperta dei progetti di Piano a Manhattan, un’iniziativa organizzata dalla Cattedra Inserra di Italianistica della Montclair State University in New Jersey e realizzata per l’anno della cultura italiana negli Stati Uniti in collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura a New York e il New York Institute of Technology.

Il tour ha mostrato il cantiere della nuova sede del Whitney Museum tra l’Hudson River e il Meatpaking District, dove dal 2015 verranno conservate ed esposte le quasi 20.000 opere della collezione del museo che ora si trovano nell’Upper East Side. «Sarà la più grande di tutta New York», ha assicurato Kevin Shorn, architetto e ingegnere responsabile dell’andamento dei lavori per il museo, parlando davanti allo scheletro dell’immensa galleria del quinto piano in costruzione che entro il 2015 diventerà un monolite di cemento bianco e di vetro, il nuovo gioiello dell’arte contemporanea newyorchese. Il museo avrà diverse aree per la ricreazione e lo svago, compreso un giardino sul tetto dell’edificio adibito ad uffici amministrativi dell’High Line, il parco sopraelevato di Manhattan. Al piano terra verrà poi creata una vera e propria piazza all’italiana, immersa nella luce naturale, con tanto di ristoranti e bar. A dare da subito un carattere forte e immersivo saranno i quattro ascensori, l’ultima opera dell’artista americano Richard Artschwager, che prima di morire ne ha progettato gli interni. L’arte sarà così parte integrante dell’architettura e del tessuto urbano newyorchese.

Renzo Piano e New York non costruiranno solo musei, costruiranno scienza. L’architetto italiano sta progettando la nuova sede per accogliere le migliori menti del mondo: l’estensione verso Harlem del Campus della Columbia University tra la 125esima strada e la 133esima, non distante dalla principale sede dell’università. Piano sta inoltre rinnovando l’incubatore di memoria più importante di New York: la Morgan Library, la storica biblioteca nel cuore di Midtown. Sono sette anni che Piano ci lavora. Nel 2006 ha connesso tre edifici, realizzati tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX, creando un estensione in cui, tramite un grande atrio a vetrate e una piazza all’italiana, si accede in un ingresso a misura d’uomo per poi trovarsi immersi in uno spazio ampio e luminoso, dove sedersi per un caffè o semplicemente fermarsi e guardare. Piano ha creato una struttura dove il confine tra il passato e il presente è trasparente, dove i dettagli catturano lo sguardo, per poi quasi scomparire lasciando posto alla luce naturale. Per l’architetto italiano questo tipo di progettazione non è una novità assoluta: anche a Boston, per l’Isabella Stewart Gardner Museum, ha realizzato un’estensione del museo in vetro e rame ossidato, connettendola – tramite un lungo corridoio vetrato – all’elegante villa in stile veneziano che ospita la collezione lasciata da Isabella Stewart.

Lo stesso tipo di atrio, la stessa linea di piazza che connette l’edificio alla strada, sono gli elementi ridondanti nel progetto di Piano per la realizzazione del grattacielo per la nuova sede del New York Times: un’edificio di 52 piani inaugurato nel 2007 e ormai divenuto icona dell’architettura contemporanea a New York. Con un rigore che ricorda molto il Seagram di Mies Van Der Rohe, un altro emblema di Manhattan, l’edificio avveniristico guarda al futuro con una struttura pensata totalmente al risparmio energetico: la cura per l’ambiente è un punto molto caro all’architetto genovese anche nell’ambito della sua agenda politica come senatore a vita. Il piano terra, aperto al pubblico nei giorni lavorativi, è uno spazio che respira con la strada, dove l’atrio, il giardino centrale e l’auditorium, si possono catturare in una sola occhiata separati solo da vetrate e colonne d’acciaio dal carattere post industriale, memore di quella Genova in cui Piano ha avuto i natali.

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