Negli Stati Uniti e in Canada è scoppiata la sakémania

La bevanda nazionale giapponese conquista i palati esteri

MILANO – Anche il saké scopre i suoi “grands crus“. Il cosiddetto “vino di riso” giapponese, da sempre considerato una bevanda popolare e grossolana, sta assumendo un ruolo sempre più autorevole e comincia a essere molto apprezzato anche fuori dai confini del Sol levante. “Si percepisce un forte aroma di melone, com’è tipico del saké che utilizza questo tipo di fermentazione – spiega John Gautner, esperto statunitense soprannominato negli Stati Uniti il samurai del saké. – Ha un gusto di riso molto forte e un’acidità predominante, come dev’essere per ogni buon “junmaishu”.
Il “junmaishu” è una categoria di eccellenza del saké che significa “riso puro”.

Da anni Gautner spiega questo e gli altri segreti del saké in diversi seminari in Giappone e negli Stati Uniti e i suoi studenti sono per lo più stranieri, proprietari di ristoranti o importatori di liquori. Un’opera di proselitismo che ha prodotto anche una filone di produttori. Ben Bell è un giovane imprenditore americano che sino a poco tempo fa si occupava solo di vino, fino a quando, almeno, non si è innamorato del saké e ha deciso di produrlo in Arkansas. “Vendere e produrre saké negli Stati Uniti è un’autentica sfida. Ma in fondo abbiamo già recuperato il ritardo anche nell’ambito di vino e birra e ora siamo in grado di proporre prodotti al pari dei migliori vini europei insieme a ottime birre. Ci vorrà del tempo ma faremo lo stesso anche con il saké“.

Nel 1980 in Giappone si contavano 2.500 impianti che producevano saké. Oggi ne rimangono solo 1.300. I giovani tendono a snobbarlo ma nel frattempo si è sviluppato un mercato di appassionati. L’impianto della Kumazawa ha così deciso di ridurre di tre quarti la produzione per mettere in commercio solo saké artigianale di qualità. Che si sta rivolgendo sempre più al mercato estero. “Da qualche mese esportiamo il nostro saké in Canada, – racconta il presidente della Kumazawa Tetsuo Igarashi,e attualmente stiamo trattando con potenziali partner per aprire punti commerciali anche negli Stati Uniti visto che ci siamo accorti che all’estero stanno apprezzando sempre più il nostro ‘vino di riso‘”. Forse è anche per questo che John Gautner, il “samurai del saké”, si è guadagnato un altro, problematico, soprannome: “sakevangelista”.
(Fonte: TMNews)

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