Milano: A tu per tu con Giacomo Voli …the hard Voice of Italy

La nostra Rosalinda Di Noia ha incontrato Giacomo Voli, (ex partecipante e secondo classificato della seconda edizione di The Voice of Italy), al Legend di Milano prima della sua esibizione Live.

Ci troviamo al Legend di Milano, uno dei pochi locali in Lombardia a dare spazio alla musica inedita e che ha visto passare sul suo palco artisti come Richie Kotzen, in compagnia di Giacomo Voli che ci ha gentilmente concesso di scambiare quattro chiacchiere con lui.

RDN: Ciao Giacomo, grazie della tua disponibilità e benvenuto!

GV: Ciao Rosalinda e grazie a voi!

RDN: Come è nata la passione per la musica e di conseguenza per il canto?

GV: E’ nata in tempi non sospetti perché da piccolo ho cominciato a fare il propedeutico al Conservatorio da lì è cominciato tutto, rimpiango di non aver scelto subito uno strumento dopo il propedeutico. Verso i 13/14 anni ho provato a guardare un po’ come funzionava la chitarra e da lì ho provato a suonicchiare e dopo ho provato canticchiare e sai com’è da cosa nasce cosa.

RDN: Quali sono le tue influenze musicali principali? Anche perché so che ti sei avvicinato alla musica lirica.

GV: Avendo frequentato un ambiente un po’ da conservatorio da piccolo, avendo avuto un nonno musicista che suonava il corno e faceva l’insegnante sempre in conservatorio, ho potuto apprezzare tutto quello che era il suo background perciò è diventato un po’ anche il mio. Lui avendo lavorato un po’ per le opere non solo musicali ma anche nella lirica ho iniziato ad apprezzarla con lui. Si devo dire che lui è stato un grande riferimento per me!

RDN: Che ricordo hai del tuo debutto sul palcoscenico?

GV: eh! dentro una palestra di un oratorio… Devo dire che è stato molto emozionante perché vedi c’è differenza tra chi lo fa per passione magari in casa e chi prova a farlo in pubblico, ad un certo ti devi scrutare con quello che pensa la gente! Ecco da subito ho pensato che il più grande critico sarei stato io stesso! Anche perché la mia generazione ha la fortuna di potersi rivedere attraverso i videoclip e di conseguenza abbiamo la possibilità di correggerci tanto.

RDN: Cosa ti ha portato a decidere di partecipare ad un talent come “The Voice of Italy”?

GV: Non è un mistero il fatto che loro abbiano due vie per scegliere quelli che partecipano al programma. La prima è accentando le mail di quelli che scrivono perché vogliono provare a partecipare e la seconda è quella tramite persone che sguinzagliano in tutta Italia per provare a cercare potenziali partecipanti. In questo caso io sono stato cercato grazie anche a una persona con la quale ho anche lavorato che ha fatto il mio nome agli autori di The Voice Of Italy. Ho pensato di accettare perché, nonostante conoscessi almeno in parte i rischi del talent, mi è parsa una buona occasione!

RDN: Come hai vissuto quell’esperienza? E cosa hai imparato dal tuo coach Piero Pelù?

GV: Guarda, Piero è una persona onesta che sa come comportarsi in Tv perché ha alle spalle tanta carriera sui palchi. Ricordiamoci che quelli che fanno le giurie hanno bisogno anche loro di questi programmi perché anche loro ci sono sempre mentre i talenti passano, poi l’anno dopo invece qualcuno dei giudici resta per cui la visibilità è più un fatto legato ai giudici. Ho imparato sicuramente ad essere molto realista, pensando anche al genere che gira nelle radio in Italia, per cui anche Piero sopravvive a quello che è la situazione discografica italiana quindi il tutto mi ha dato tanto a livello di realismo. Mi porto dietro un’esperienza forte perché mi sono confrontato con quello che è il mondo che non va a guardare la musica ma guarda solo lo spettacolo, a quello che fa fare più soldi e più audience fa bene perché comunque ti rendi conto di cosa vuol dire e cosa rappresenta quel mondo.

RDN: Sei rimasto in contatto con qualcuno dei partecipanti e se hai in programma qualche collaborazione con qualcuno di loro?

GV: Si, certo! Abbiamo fatto un EP ad aprile ed è in programma il nuovo disco e mi piacerebbe moltissimo coinvolgere alcune delle persone che mi sono rimaste più vicine come ad esempio Giulia Dagani, Daria Biancardi e molti altri che molto spesso sento. Il fatto è che ce ne sarebbero troppi, anche solo vedendo la mia edizione che penso sia stata piena di gente bravissima senza nulla togliere all’ultima che purtroppo è stato un po’ un fiasco, per gli ascolti questo non toglie che l’Italia sia piena di gente brava! Spero di riuscire a coinvolgere più persone possibili!

RDN: Essendo uscito da un talent, sei mai stato screditato da qualche collega musicista per questa semplice motivazione anche perché so che a Piero Pelù la tua voce piace moltissimo?

GV: Anche solo frequentando l’Accademia di Sanremo ci hanno fatto capire una cosa che è comprensibile, basta pensare a quante edizioni di Amici o X Factor sono già passate e a quanta gente bravissima è passata attraverso queste edizioni in giro per l’Italia in cerca di un contratto o di una realizzazione artistica! Come dare torto che questi programmi prendono una vagonata di gente bravissima e poi alla fine se ne salva una o due. Chissà poi di tutti questi talenti chi sopravvive nel tempo, di grandi sopravvissuti c’è Marco Mengoni, Noemi, Alessandra Amoroso ed Emma Marrone. Poi io auguro ai The Kolors e ai Dear Jack di continuare ma tutti dobbiamo sopravvivere al fatto che chiunque voglia vivere di musica ha bisogno di un pubblico che gli permetta di avere delle vendite, degli ascolti e delle partecipazioni.

RDN: Morgan di recente ha lasciato detto in un’intervista di non partecipare ai talent essendo stato lui per lunghi anni in giuria, cosa ne pensi?

GV: Se uno prende il talent come occasione di visibilità pura magari cercando di sfruttarlo già con un lavoro tuo, visto che oggi tutti hanno la possibilità di realizzare un disco in casa con non troppi soldi, ci vuole comunque della fatica e tanto talento però tutti ormai possono registrare con mezzi anche non tanto esagerati un disco. Se uno partecipa ad un talent già preparato comunque vada se ha già un lavoro da proporre al pubblico secondo me fa solo bene! Avere qualcosa da dire va oltre all’occasione della visibilità perciò se sei uno che ha tanto da dire quello è un modo per farti conoscere ma poi puoi durare nel tempo.

RDN: Al momento quali progetti stai seguendo?

GV: Oltre a quello che vedrete stasera come solista, e che mi auguro vi piaccia, sono con la mia band dove proporrò pezzi miei e le cover che più mi rappresentano con in programma magari ogni volta di togliere una cover ed inserire un pezzo mio però con vi assicuro che già così si fa tanta fatica! A parte questo, ho un gruppo che si chiamano i TeodasiA che sono un gruppo del Veneto che fanno Metal-sinfonico alla Nightwish, Epica per capirci e con il quale stiamo preparando il disco. E’ già uscito un singolo che si intitola Ghosts e che sta andando molto bene, con loro canto in inglese e principalmente per l’estero. A parte quello vediamo un po’ come andrà l’esperienza Sanremese perché sto tentando l’Accademia di Sanremo e le selezioni come tantissimi ragazzi. Mentre il Banco del Mutuo Soccorso (che è una band italiana degli anni 70 dove ho avuto il piacere di conoscere John De Leo e Maurizio Solieri) al momento è sospeso perché Vittorio Nocenzi non è stato bene purtroppo. Devo dire che sto trovando collaborazioni professionali ovunque, anche solo con lo Vittorio De Scalzi che mi sta aiutando in queste esperienza di Sanremo essendo lui coautore del pezzo che ho presentato.

RDN: Quindi tra i vari progetti c’è la partecipazione a Sanremo? Devo dire che questo è molto bello perché sembra che negli ultimi tempi Sanremo stia un po’ morendo nel senso che spesso viene snobbato!

GV: I talent sono pieni di pregiudizi per una serie di cose e Sanremo come tutti i concorsi da altri. Sanremo per la canzone italiana, per cui tutti cercano la melodia italiana, già un genere forte come il rock viene un po’ escluso a priori. Ecco il problema di Sanremo è l’accoglienza di vari generi perché uno che si prepara a Sanremo si aspetta di ascoltare un certo tipo di musica se invece ci fosse più apertura a tanti generi non sarebbe così.

RDN: So che stai scrivendo pezzi nuovi…. Come procede il disco?

GV: Siamo in fase compositiva e vedremo anche in base a quello che succederà con Sanremo se dovremmo correre nella pubblicazione dell’album che potrebbe essere quasi certamente un altro EP visto che di tempo ce ne poco.

RDN: Con chi ti piacerebbe collaborare in un prossimo futuro tra i grandi nomi della musica?

GV: Ho avuto l’onore in questi giorni di conoscere Mauro Pagani che ha lavorato sia con De Andrè che con la PFM e ha vissuto credo il meglio della musica italiana tra il cantautore con la C maiuscola e il gruppo che per eccellenza si è distinto anche nel mondo pur essendo di nicchia sarebbe molto bello condividere la conoscenza con lui. Però già solo che lavoro con Vittorio Scalzi dei New Trolls che ha fatto tante cose belle e ha scritto per tanti e anche lui ha lavorato per De Andrè (un disco intero dei New Trolls è stato scritto da De Andrè) si insomma non parliamo di personaggini per cui non saprei. Anche solo il poter conoscere Vasco Rossi un giorno sarebbe molto bello perché nonostante sia anche lui cantautoriale nel suo modo di essere però ha lasciato tanto spazio a buona musica che io condivido, rock che va dalle ballate più dolci ai pezzi più carichi. Anche con i Lacuna Coil.

RDN: So che hai avuto esperienze anche nell’ambito dei musical, parlaci di questa esperienza e se pensi di farne ancora?

GV: Si anche qualche compagnia minore. Diciamo che voglio ridimensionare il mio contributo queste compagnie minori perché il musical in realtà è un’arte complessa che comprende le tre arti principali (canto, danza e recitazione). Nel mio caso ho sempre cantato principalmente con magari l’ausilio della recitazione del corpo ma ho fatto più Opera Rock con quei musical tipo Jesus Christ Superstar, Notre Dame De Paris dove non è stato necessario recitare o ballare. Però si! Lo rifarei! Ecco in un’altra vita mi piacerebbe essere un performer, adesso direi che se capitasse di rifare queste opere rock le farei molto volentieri perché come cantante mi ci ritroverei molto di più, invece con la recitazione e la danza dovrei mettermi a studiare.

Mi piacerebbe molto fare ad alti livelli Jesus Christ Superstar, mi è piaciuto molto farlo in passato e diciamo che mi rappresenta abbastanza sia vocalmente che musicalmente.

RDN: Da addetto ai lavori, come vedi il panorama artistico italiano in questi tempi?

GV: Guarda, avendo frequentato l’Accademia, abbiamo incontrato anche il direttore di “Carosello”, che è una major, e anche secondo lui ormai è impensabile sperare di avere un disco e venderlo, anche materialmente. Non è più quella la forza di un’artista perché le vendite sono crollate, non c’è più la forza delle vendite di un disco, ormai con 1000 vendite su ITunes in un giorno si fa un disco d’oro o comunque si va in classifica.

Io penso che nel marasma che c’è in giro, il Live sia sempre la dimensione che ti distingue, nel senso che se dal vivo ti fai il tuo pubblico quello è un bene che scavalca tutte le regole di mercato. Per esempio guardiamo i Modà che per 15 anni hanno suonato in giro per l’Italia e quando hanno avuto il loro momento di fortuna erano capaci di fare un live al Live Music Club di Trezzo sull’Adda con 2.500 paganti, perché avevano già un seguito fortissimo per cui la botta di notorietà è stato il culmine per loro perché gli ha fatto guadagnare spettatori in tutta Italia ma avevano già una forza live fortissima. Per me quello è l’unica cosa che rimane veramente importante aldilà di tutte le regole di mercato. Se dal vivo sei uno che spacca e la gente ti ama e ti segue anche nel localino, ecco quello non te lo può togliere nessuno.

RDN: Infine vogliamo ricordare qualche data per chi volesse venire a vederti anche solo per una semplice curiosità?

GV: Sinceramente al momento non me le ricordo proprio tutte, però la mia pagina Facebook e il mio account di Twitter sono costantemente aggiornati e lì potete trovare tutte le date. Anzi vi invito a venire molto volentieri!

RDN: Benissimo Giacomo! Grazie ancora per la tua gentilissima disponibilità è stato un vero piacere parlare con te! Ci vedremo sotto il palco durante il live della serata.

GV: Grazie a te per la chiacchierata e crepi il lupo! A presto!

Ovviamente terminata questa bella chiacchierata, con la mia socia d’avventura Laura Barbieri ci siamo messe sotto il palco a pregustarci il Live.

Dal primo momento che Giacomo è salito sul palco non si è risparmiato, anzi, abbiamo potute apprezzare ancora meglio le sue qualità canore e scoprire che è anche un discreto chitarrista. Come ci aveva anticipato ha alternato inediti a cover, tra gli inediti sicuramente “Rimedio” presentata a The Voice e scritta insieme a Piero Pelù.

Mentre tra le cover ha spiccato senza dubbio la versione stravolta di “Ti Sento” dei Matia Bazar che il pubblico ha apprezzato molto, riservando a Giacomo una vera ovazione. A mio parere personale è da ammirare perché prendere un brano del genere, che appartiene alla cultura italiana come un gran classicone, stravolgerlo in modo estremo in chiave rock-metal, è un’arma a doppio taglio perché se il risultato è scadente per il pubblico vieni criticato pesantemente. Non sono mancate le cover più rappresentative già presentate a The Voice come “Whole Lotta Love” del gruppo Led Zeppelin e il super classico della musica lirica rifatto in chiave metal “Nessun Dorma”.

Posso dire che ha letteralmente conquistato il pubblico, infatti ogni volta che salutava dicendo che era l’ultimo pezzo veniva incitato nel farne un altro sempre con un gradissimo applauso che sembrava non finire mai.

Ero già rimasta molto colpita guardando la sua edizione di The Voice of Italy ma nel sentirlo cantare dal vivo sotto al palco e davanti al suo pubblico sono rimasta letteralmente a bocca aperta.

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