Mario Russo e il Drink Cabaret

Quattro chiacchiere con Mario Russo ed il suo format: Drink Cabaret!
GLOBUS Magazine ha intervistato il Team manager di Arts Promotion

CATANIA – Mario Russo, classe 1979, si definisce siciliano per eccellenza, tanto che, dopo un lungo periodo vissuto tra Bologna e Milano, decide di trasferirsi nuovamente nella sua bella Isola. Nel periodo in cui collaborava per radio Kiss-Kiss ha una ‘genialata’, inventando un format radiofonico “I tre terroni”, dove le voci erano quella sua, catanese, quella di un palermitano e di un agrigentino. Il programma riuscì a incontrare un notevole successo di pubblico, infatti, veniva trasmessa e in diverse testate radiofoniche nazionali come Kiss-Kiss e RTL. Nel 2001 inizia a vestire i panni del road manager al Teatro delle Erbe di Milano. Da quel momento in poi, inizia a frequentare i laboratori artistici, entrando a far parte del favoloso mondo di Colorado e di Zelig Off e conoscere direttamente gli artisti. Naturalmente, si affaccia in questa maniera al management e nasce l’Arts Promotion.

Il vulcanico Mario, a Catania, comincia a importare le idee che ha fatto sue nella sua esperienza milanese. Così, nella sua città, inizia a organizzare il Drink-Cabaret.

Come e quando nasce l’idea di Drink Cabaret?

La mia è una scopiazzatura affettuosa di aperitivo-cabaret, format organizzato da Milano Spettacoli, durante alcune serate di Colorado, spettacolo voluto da Diego Abatantuono. Quindi, prendo lo spunto e creo il marchio Drink-Cabaret con l’esclusività da Roma in giù.”

Quali sono le caratteristiche?

Innanzitutto non è un’operazione mercenaria, è una sorta di carovana, dove al suo interno ci sono 18 comici nazionali, tutti con requisito della qualità e una predisposizione a interagire con il pubblico”.

Quando hai organizzato il tuo primo Drink-Cabaret?

Tra il 2005-2006 alla Centrale del Tennis di Roma con una carrellata di comici da Maurizo Battista a Andrea Perroni, solo per citarne alcuni.”

Come fai a reclutare i comici che entreranno a far parte della ‘carovana’?

Vado due volte al mese a Roma  e vado a vedere le anteprime degli spettacoli, ormai capisco subito se un’artista ha la stoffa oppure no.

Quali sono gli obiettivi che vuoi raggiungere?

Per il secondo anno consecutivo, qui a Catania sto seminando e, sembra che sto iniziando a raccogliere i frutti. Ad esempio, l’anno scorso sono riuscito a organizzare due conviviali per due categorie di ordini professionali. Ma il mio obiettivo è quello di riuscire a programmare delle vere e proprie convention come già mi succede per altre parti d’Italia e fidelizzare un numero crescente di pubblico, anche se già grazie alle serate Drink-cabaret organizzate al Ma, si è formato uno zoccolo duro.”

Cos’è il cabaret per te?

Il cabaret fornisce a uno spettacolo un valore aggiunto perché torna far sorridere la gente. Quindi, lo considero come un misto di cultura e comunicazione. Naturalmente, il cavallo vincente è dato dall’artista, che deve essere un comico, esaltante, esilarante e, che non ha paura di interagire con il pubblico.”

Quali sono i momenti più importanti di questo format?

“Sono tre, quando il pubblico entra in sala e tra loro c’è l’artista, poi c’è il momento dello spettacolo vero e proprio e, infine, si mangia… o meglio un modo per festeggiare insieme.”

Quale futuro può avere in Sicilia il cabaret?

Non sto riscontrando particolari problemi con il pubblico siciliano, quindi, dico che sto riuscendo a trovare molto spazio per organizzare queste serate.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Sto organizzando in Sicilia, la prima edizione di Riso e Risotti, naturalmente connotata dal cabaret. L’ho pensata, soprattutto per attività fieristiche con presenze diverse, riuscendo a conciliare le esigenze di tutti con il cereale più famoso del mondo. Altra iniziativa, il Pop-cabaret nei cinema. Ho pensato a questa soluzione perché molte volte mi sono ritrovato di non avere la possibilità di far esibire i comici a causa della mancanza di teatri, quindi, ho iniziato una collaborazione con il gruppo Cinestar.”

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