Donna, di sinistra, femminista, nera, bisessuale, sociologa, consigliera comunale a Rio de Janeiro e attivista per i diritti umani
Marielle Franco aveva 38 anni ed è stata uccisa la notte tra il 14 e il 15 marzo mentre rientrava nella sua casa nel Complexo do Maré, a Rio de Janeiro. I sicari hanno seguito l’auto sulla quale viaggiava per alcuni chilometri, per poi affiancarsi e sparare diversi colpi di arma da fuoco. Quattro proiettili hanno raggiunto la donna e tre il suo autista, Anderson Gomes, morti all’istante. Illesa, invece, è rimasta l’assistente di Marielle che era con loro. Dalle prime indagini è emerso che le munizioni della pistola utilizzata per uccidere l’attivista Franco e il suo autista, facevano parte di uno stock venduto alla polizia federale di Brasilia nel 2006, le stesse usate per il massacro di Osasco y Barueri, sobborgo di San Paolo, durante il quale sono morte 17 persone e per cui sono stati condannati tre ufficiali della polizia militare.
La rabbia e l’indignazione per la sua morte, è sfociata in numerose manifestazioni nel paese e con una partecipazione di popolo ai funerali durante i quali la bara, portata da cinque donne con grande fierezza, al suo passaggio, è stata salutata da molti militanti che alzavano il pugno chiuso al grido di “Marielle presente”.
Nata nel Marè, il più grande complesso di favelas della città, ottenne una borsa di studio e successivamente si laureò in Sociologia presso la Pontifica Università Cattolica, per poi ottenere un master in Pubblica Amministrazione. A 19 anni divenne madre di una bambina, fatto che, secondo molte delle sue dichiarazioni, è stato l’input nel suo percorso di lotta in difesa dei diritti delle donne e in favore di una maggiore presa di coscienza sulle gravidanze adolescenziali. Fu però l’assassinio di una sua amica, causato da un proiettile vagante, a determinare la sua dedizione alla vita politica.
Quinta tra le più votate alle ultime amministrative del paese e consigliera del PSOL, Partido Socialismo e Liberdade (fondato nel 2004 da alcuni parlamentari del Partito dei Lavoratori in dissenso con la politica giudicata conservatrice, la corruzione e la mancanza di democrazia interna del partito di Lula– Luiz Inácio Lula da Silva- politico ed ex sindacalista brasiliano), in tanti la ricordano per le sue battaglie di denuncia per le violenze da parte della polizia nelle favelas, nei confronti delle donne e dei giovani di colore.
L’ultima proprio qualche giorno prima di morire, quando aveva criticato gli interventi della polizia militare e dei soldati a Acari, grande favela a nord di Rio De Janeiro dove, a seguito di un incursione di questi, rimasero uccisi cinque ragazzi. Sui social l’attivista scriveva: “Dobbiamo raccontare cosa sta accadendo a Acari. Dobbiamo gridare al mondo e far sapere a tutti l’azione brutale e selvaggia della polizia.”
Secondo la Franco, infatti, la polizia militare di Rio, stava seminando il panico stuprando e uccidendo i residenti della favela.
A differenza del suo compagno di partito, Jean Willys (noto per i suoi discorsi contro il Presidente del Brasile, Temere), che si è sempre dichiarato omosessuale fin dall’inizio della sua carriera politica,, per Franco, donna dei settori popolari, la situazione è stata differente non soltanto per il contesto religioso in cui si trovava, ma anche per le logiche maschiliste dei partiti politici che impedivano che tali rivendicazioni potessero avere spazio.
Da poco, infatti, aveva dichiarato pubblicamente la propria bisessualità (da anni era legata alla compagna Monica), nonostante i giornali l’avessero etichettata come lesbica, termine che rappresenta ancora oggi un ostacolo per chi vuole dedicarsi ad una carriera politica in Brasile.
Anche Papa Francesco ha espresso il suo dolore contattando la madre di Marielle, dopo aver ricevuto una lettera della figlia della donna uccisa, Luyara Santos, nella quale descrive la madre come una donna molto credente, che le parlava sempre del Vangelo e le diceva che l’aspetto più importante della vita è l’amore.
Marielle Franco voleva un mondo fatto di pace e di eguaglianza, senza schiave, schiavi e senza aguzzini e profittatori. Ha lottato per i diritti, fino alla fine.