Maria Pia Esposito la dolce metà della mela, una guerriera alla riscossa. Intervista a cuore aperto

Maria Pia Esposito da ex istruttrice di fitness ad artista. Le emozioni dell’anima sono quelle che la ispirano e che plasmano le sue opere.

Presentendoti ai lettori dell’importante network non tralasciare la parte più intima di te la più dolce sebbene l’apparenza ti fa vedere come una donna guerriera?

“Grazie per l’intervista, mi chiamo Maria Pia Esposito sono un ex istruttore di Fitness. Decido di tornare alle origini, quando nella mia adolescenza frequentavo il liceo Artistico e realizzavo lavori artistici. Questa riscoperta mi ha portata a partecipare a numerose collettive e realizzare un paio di personali. Le mie esternazioni artistiche “parlano” molto di me, della mia vita, delle mie emozioni, elaborate e create direttamente dai miei pensieri senza mai fare riferimento a paesaggi e nature morte. Lo scopo prevalente dell’arte figurativa è quando dove l’artista ”racconta” episodi avvenuti durante l’evolversi dei fatti storici storia o fatti di cronaca. Vediamo elaborare dei pensieri e delle ideologie attraverso il simbolismo. I miei quadri parlano e raccontano cerco di stimolare visibilmente il fruitore che molto spesso dichiara le forti emozioni trasmesse dalle mie opere. Perché, secondo il mio punto di vista, il lavoro di un dipinto è questo: non deve essere apprezzato per la sua bellezza come un pezzo di arredamento qualunque; ogni lavoro artistico dovrebbe stimolare delle domande di chi osserva il quadro delle domande, dovrebbe incuriosire e dovrebbe divenire oggetto di discussione e ragionamento”.

Cosa è per te l’arte?

“L’arte è spiritualità. L’arte è prendere un pezzo della propria anima, plasmarla e renderla visibile agli occhi dell’interlocutore. È mettere a nudo il proprio intimo con tutti i complessi e difetti e farne un’opera d’arte”.

Commenti e valutazioni sulla tua partecipazione alle due Biennali Internazionali Sicily Trinacria?

“Sicuramente molto emozionante. Essere immersa nell’arte è la cosa che amo di più. Nella mia prima Biennale ho avuto l’opportunità di rivedere Ex Reale Albergo delle Povere e mi sono venuti in mente dei ricordi del mio passato quando frequentavo le elementari presso la Scuola Lombardo Radice, in prossimità dell’Albergo delle Povere. Ogni anno durante il periodo natalizio andavamo a trovare le dolci nonnine che all’epoca alloggiavano nel suddetto luogo e portavamo dei piccoli doni come sciarpe e cappelli di lana. Restavamo per merenda ed era una gran festa per noi. C’era molta armonia e allegria. Anche gli inservienti e gli insegnanti si divertivano. Tornando a parlare della mia esperienza  alla Biennale Internazionale Sicily Trinacria ho molto apprezzato l’organizzazione e la location. Durante la BIST che si è svolta a Partinico ad Ottobre nella Reale Cantina Borbonica ho provato molte folgoranti emozioni poiché, oltre ad avere la possibilità di esporre in un luogo così prestigioso i miei dipinti, ho avuto l’onore di poter far tintinnare la mia spada in duello fra quelle antiche mura ed ho potuto esibire la mia abilità con la spada in ruoli a me cari che riecheggiano lontani episodi del medioevo”.

Che storia della tradizione siciliana racconterai ed interpreterai durante la sera di giorno 6 febbraio a Villa San Cataldo a Bagheria?

“In occasione del “Carnilivari a Baaria” organizzato dal Comune di Bagheria, l’associazione culturale Nofriu e Virticchiu, in collaborazione con il liceo artistico regionale d’arte di Bagheria Renato Guttuso ed il patrocinio del Comune di Bagheria presentano “U Carnalivari du Màu” ccu griddu pintu. L’evento si terrà dal 6 al 13 febbraio, a villa San Cataldo, con inaugurazione il 6 febbraio alle ore 16:00. La mostra potrà poi essere visitata dal 6 al 13 febbraio, nelle stanze attigue agli uffici di villa San Cataldo, dalla ore 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 17:00. Io racconterò la Fiaba medioevale di “Ondina” ovvero una Donna Serpente. Si dice che questa fiaba fu udita per la prima volta nella corte reale di Re Ruggero II. In questa tipologia di mostra dove gli attori principali sono i contastorie e le opere d’arte fungono da scenografia ho modo di raccontare e interpretare Fiabe scritte da me come “La prima Sirena” e “L’uomo palloncino”.

Che dipinto realizzato da te esporrai e che cosa rappresenterà, che significato recondito ha?

Le mostre organizzate dall’associazione Nofrio&Virticchio mi hanno dato modo di rivisitare la mia infanzia. Esporrò un manufatto realizzato da me che allude alla fiaba “Taron e la pentola Magica” e che si collega ad alcune fiabe siciliane; perfettamente in tema per sia come scenografia sia come accessorio per il contastorie. Durante il prossimo Carnevale il pubblico avrà la possibilità di vedere nuovamente la mia “Prima Sirena” un modellato in rilievo realizzato su  tavola che funge da scenografia alla mia fiaba dove dedico anche due strofe cantate essendo l’ammaliatrice in questione una bellissima sirena. La sirena è una creatura fantastica che troviamo in diverse Mitologie, bella e spietata e la troviamo anche in Sicilia dove i pescatori anticamente usavano dipingerla sui lati della propria imbarcazione”.

“Preferisco usare il termine Fiaba a Favola perché c’è una netta differenza tra le due: mentre nella favola troviamo una morale e un lieto fine, nelle fiabe avviene il contrario, sono storie dure che contengono tragedie e non hanno mai un lieto fine, e sono, per l’appunto, il genere che preferisco”.

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