Mara Selvini Palazzoli e la Cura dell’Anoressia

Mara Selvini Palazzoli è stata una grande psichiatra e psicoterapeuta italiana. Fondatrice negli anni ’60 e ’70 della cosiddetta Scuola di Milano (o Milan Approach), è diventata famosa soprattutto per il suo prezioso  lavoro con le ragazze anoressiche (ma anche con i pazienti schizofrenici), portato avanti grazie a un approccio di psicoterapia all’epoca ancora inedito in Italia, definito sistemico (o sistemico-familiare), nel quale a essere coinvolta è tutta la famiglia della persona in cura

maraselvinipalazzoliL’approccio sistemico è stato essenziale soprattutto per capire come trattare quei pazienti che non hanno consapevolezza dei loro disturbi. La storia personale di questa donna eccezionale è tra l’altro anche una potente storia di resilienza, e fa intuire da dove possa esser nato il suo bisogno di esplorare il mondo del disagio familiare.

Mara Selvini Palazzoli nasce a Milano il 15 agosto 1916 da Daniele Palazzoli e Italia Faccioli, una coppia che si occupa di numerose attività (come il commercio di bestiame e pesci, la produzione di salumi e la gestione di alcuni negozi, tra cui il primo supermercato-gastronomia di Milano). Mara è l’ultima di quattro fratelli e la sua infanzia è decisamente caotica e difficile: padre autoritario, irascibile e assorbito dal lavoro e madre, una donna provata dalle spese folli del marito, dalle scappatelle, e soprattutto dalle sue sfuriate. A causa delle difficoltà familiari e del periodo storico – si è in piena Guerra Mondiale – il ginecologo di Italia le consiglia di abortire ma lei, essendo una donna di fede, rifiuta e affidare la piccola alle cure di una contadina, che abita in un paese sul lago di Varese.

Mara viene praticamente dimenticata fino alla primavera del 1919, quando la bambina ha quasi tre anni e un autista si presenta a casa della balia per riportarla dai genitori. Torna ad abitare a Milano, ma i familiari e i domestici sono per lei dei perfetti sconosciuti. Si nasconde per giorni sotto una scrivania, fino a quando riesce a scappare e tornare da quella che per lei era la sua mamma. È così che i genitori si convincono a riportarla dalla balia – un gesto di “intelligenza amorosa”, come l’ha poi descritto la stessa.

Il clima a casa è molto pesante. Il padre continua a dilapidare le sue fortune e, all’interno della famiglia, i maltrattamenti si riversano sui figli maschi che, a loro volta, si sfogano sulle sorelle, davanti all’impotenza della madre.

Mara pur frequentando le scuole femminili più prestigiose di Milano, agli occhi di tutte le sue compagne è pur sempre “la figlia del salumiere”. Si rifugia nello studio, si impegna in modo frenetico, ma né questo né le diverse medaglie come migliore allieva della scuola riescono ad attirare l’attenzione dei genitori.

Gli studi la conducono  fino alla laurea in Medicina, nel 1941. In quello stesso anno sua madre si ammala di tumore al seno, malattia inguaribile all’epoca: Mara le resta accanto, nonostante la madre non senta di meritare le sue attenzione essendo stata una figura assente.

nonni-a-san-candido0001Nel 1947, a trent’anni,  instaura una relazione sentimentale col professor Aldo Selvini, che diventerà suo marito e il padre dei suoi tre figli. Incredibilmente l’uomo è figlio di contadini e originario proprio delle sponde del lago di Varese dove Mara è cresciuta.

Dal punto di vita professionale Mara ancora non è affermata: per circa una decina di anni si dedica prevalentemente alla cura dei figli. Il marito la sostiene fortemente nella sua attività professionale e negli anni seguenti riesce a completare la specializzazione psichiatrica e psicoanalitica all’estero ed entra successivamente – come docente – all’Istituto di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano.

Agli inizi del suo lavoro, Mara Selvini Palazzoli sperimenta la psicoanalisi classica come terapia per i casi di anoressia mentale, ma oltre quindici anni di esperienza come psicoterapeuta individuale la inducono ad applicare una nuova metodologia, che richiede la presa in carico dell’intero nucleo familiare, ovvero di adottare il nuovo modello sistemico – in cui la famiglia è intesa come un sistema, e quindi lo sguardo del terapeuta è aperto e tiene conto dei vari agenti in campo – che tanto interesse suscita nell’ambiente scientifico di tutto il mondo. Complice un testo fondamentale per la sua carriera e per la letteratura scientifica, L’anoressia mentale (1963), Mara viene riconosciuta come uno tra i più importanti studiosi sistemici e stabilisce importanti legami professionali con clinici e ricercatori nazionali e internazionali.

Paul Watzlawick (izq.), John Weakland (centro, con anteojos) y una sonriente Mara Selvini Palazzoli (1979)Tra questi, spicca il legame umano e professionale con gli psicoanalisti Luigi Boscolo, Gianfranco Cecchin e Giuliana Prata: i quattro diventano noti in tutto il mondo come quelli della Scuola di Milano (Milan Approach).

È con loro che nel 1967 fonda il Centro per lo Studio della Famiglia. Affermata nello studio e nella terapia dell’anoressia, si dedica col Centro ad approfondirne le dinamiche familiari e  il campo delle famiglie a transazioni schizofreniche, pubblicando studi e ricerche all’avanguardia che raggiungono il culmine con libri quali Paradosso e Controparadosso (1975).

A partire dal 1970, Mara introduce, all’interno del suo corso di Psicoterapia presso la scuola di specializzazione in Psicologia dell’Università Cattolica, l’insegnamento di Psicoterapia della Famiglia e, contrariamente agli inviti dei colleghi di continuare a dedicarsi alla docenza, agli inizi degli anni ’80 torna a dedicarsi a tempo pieno alla pratica clinica. Nel 1982, assieme a Stefano Cirilo, Anna Maria Sorrentino e al figlio Matteo Selvini, fonda il Nuovo Centro per lo Studio della Famiglia.

anoressia-mentale-l-L’approccio del gruppo evolve: passa da una modalità sistemico-olistica, influenzata dall’approccio della Scuola di Palo Alto (e in particolare di Paul Watzlawick, con cui Mara aveva avuto diversi scambi professionali), a una sperimentazione più strettamente strategica, mostrata in un altro testo importante dal titolo I giochi psicotici nella famiglia (1988). Sul finire della sua carriera Mara Selvini Palazzoli approda a teorie e tecniche che integrano le psicoterapie individuali con quelle familiari, i cui risultati vengono esposti in Ragazze anoressiche e bulimiche (1998). Con i membri del Nuovo Centro, infine, nel 1993 viene aperta la Scuola di Psicoterapia della Famiglia. I suoi contributi e quelli della Scuola di Milano vengono riconosciuti dalla comunità psicologica mondiale, come mostrato dalle traduzioni dei suoi libri – in inglese, francese, spagnolo, tedesco, olandese, svedese e giapponese – e dalle numerose citazioni di autori sistemici e non.

Nel 1986 la American Association for Marital and Family Therapy le conferisce un prestigioso premio per la sua attività di ricercatrice nel campo della terapia familiare. Mara Selvini Palazzoli muore il 21 giugno 1999, ma il suo lavoro non si è interrotto: in tutta Italia vengono aperti i Centri Mara Selvini per la cura dei disturbi anoressici e bulimici, ma non solo. I Centri infatti offrono una presa in carico delle varie psicopatologie e del disagio psicologico, con interventi sia familiari che individuali.

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