Magica e intensa “La bohème” di Giacomo Puccini al Teatro Vittorio Emanuele di Messina

Grande successo per “La Bohème”: la lirica torna a incantare Messina

La bohème

“La bohème” di Giacomo Puccini al Teatro Vittorio Emanuele, altro fiore all’occhiello della bella stagione teatrale 2015/2016, segna un momento importante per  la città dello Stretto con il ritorno ufficiale dell’opera lirica. Si riprende un cammino interrotto da qualche tempo e Messina ha felicemente accolto l’iniziativa con un caloroso abbraccio, grazie all’eccezionale partecipazione del pubblico delle grandi occasioni.

Prodotta dall’E.A.R. Teatro di Messina, con un cast di altissimo livello, “La bohème” è andata in scena  mercoledì 30 marzo, in replica venerdì 1 e domenica 3 aprile; dramma lirico in quattro quadri, sul libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ispirato dal romanzo “Scènes de la vie de Bohème” di Henri Murger.

Bohème-Original poster 1896Si apre il sipario e prende vita, in crescendo, l’ottima performance dei protagonisti sino a giungere ai momenti più attesi da tutti quali la potente “Che gelida manina” di Rodolfo (Danilo Formaggia), interpretata con sicura tecnica e applaudita a scena aperta, così come ben costruita ed armoniosa è     l’attesissima  “Si, mi chiamano Mimì” ,nel primo quadro, di Mimì (Elisa Balbo).

Abbiamo assistito ad una bella versione dell’opera pucciniana, nel rispetto dei classici canoni tradizionali, caratterizzata da una sapiente regia di Giorgio Bongiovanni che guida lo scorrere delle vicende di un gruppo di giovani artisti bohémiens  nella Parigi del 1830, attraverso i quattro quadri che suddividono l’opera.

Un mix ben calibrato con accurati giochi di luci (Renzo Di Chio), raffinati costumi (Carla Ricotti), una eccellente scenografia realizzata con teli dipinti interamente a mano dalle maestranze locali – esempio di tradizionale artigianato – sui bozzetti originali del grande scenografo Nicola Benois, direttore dal 1937 al 1970 degli allestimenti scenici della Scala di Milano.

Insomma uno spettacolo a tutto tondo a cui si aggiunge la bravura dell’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, ben diretta dal giovane Maestro Marco Alibrando, e il sostanziale contributo, specialmente per il complesso secondo quadro  “Al Quartiere Latino”, del coro lirico “F. Cilea” di Reggio Calabria e del coro di voci bianche “Biancosuono” di Messina.

La “bella età d’inganni e d’utopie ” è ben raffigurata, all’inizio del primo e del quarto quadro, dalla giovane allegria e dalla vivace voglia di vivere degli altri giovani artisti bohémiens, il pittore Marcello (Vittorio Prato), il filosofo Colline (Eugenio Di Lieto), il musicista  Schaunard (Salvatore Salvaggio).

Paola CignaTrionfano la gioia della vita e dell’amore nel portentoso e goliardico secondo quadro del Cafè Momus, al Quartiere Latino,  che raggiunge l’apice col dolce e appassionato valzerino di “Quando m’en vò ” di Musetta (Paola Cigna).

Emoziona la fredda atmosfera del terzo quadro alla Barriera d’Enfer, nell’addio di Mimì, in “Donde lieta uscì al tuo grido d’amore ” e in “Ci lasceremo alla stagion dei fiori”; commovente e vero il finale di Mimì con “Sono andati? Fingevo di dormire” che conduce al tragico epilogo finale.

Meritati elogi anche a Musetta e a Marcello, coprotagonisti della scena insieme alla celebre coppia amorosa di Mimì e Rodolfo, che sono riusciti anch’essi a far vibrare i cuori dell’attento pubblico.

In mezzo a tutto questo? Ovvero tra la spensierata gioia dell’inizio e lo straziante sconcerto della fine? …La vita!!! … semplicemente questo, insieme alla disarmante presa di coscienza che così è… e che niente e nessuno può cambiare il corso delle cose della nostra esistenza …

Decisamente un grande avvenimento “La bohème”, sottolineato alla fine da tantissimi applausi ed ovazioni per tutti gli interpreti, con chiara ed evidente soddisfazione del gremito teatro.

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